eGOV: MiBAC e Wikimedia assieme per ‘Wiki Love Monuments’

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Wiki Love Monuments

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) collaborerà con Wikimedia Italia sensibilizzando tutti i suoi istituti affinché offrano ai partecipanti al concorso Wiki Loves Monuments la possibilità di documentare fotograficamente, e veder pubblicate su Wikipedia e Wikimedia Commons, le proprie immagini raffiguranti lo straordinario patrimonio culturale italiano.

 

L’edizione italiana del concorso “Wiki Loves Monuments“, al via in settembre, deve infatti attenersi a un vincolo importante dettato dal “Codice Urbani” (ovvero il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio stilato da Giuliano Urbani, Ministro per i Beni e le Attività Culturali dal 21 giugno 2001 al 23 aprile 2005), secondo il quale per poter fotografare un qualsiasi monumento italiano e pubblicarne l’immagine, occorre ottenere l’autorizzazione di volta in volta da parte dell’ente competente. La stipula di un apposito accordo a livello centrale tra il Ministero e Wikimedia consentirà di individuare direttamente, sul sito dedicato all’iniziativa, l’elenco dei beni in consegna al Ministero per i quali è stata autorizzata la riproduzione a opera esclusiva dei partecipanti al concorso che durerà sino al 30 settembre.

 

Abbiamo scelto di aderire al progetto “Wiki loves Monuments” – commenta il MiBAC – perché riteniamo sia un ottimo modo per sperimentare un coinvolgimento attivo dei nostri connazionali nella scoperta e condivisione del nostro patrimonio storico artistico. In particolare abbiamo voluto indirizzare il progetto verso tutti quei luoghi della cultura meno noti e fuori dai grandi circuiti turistici, ma non per questo di minore bellezza e suggestione“.

 

Il MiBAC sta offrendo davvero un prezioso supporto all’iniziativa -afferma Frieda Brioschi, presidente di Wikimedia Italia -, dando vita a una vera e propria collaborazione dal significato preciso: per il Ministero, nulla osta a fotografare i monumenti del Bel Paese espressamente individuati in base all’accordo sottoscritto e a pubblicarne le immagini su Wikipedia“.