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Convegno ANICA a Venezia sul ‘Cinema italiano all’estero’

Italia


Convegno ANICA: 45 milioni di euro dall’export di cinema italiano nei 5 anni dal 2006 al 2010. Circa 350 film di nazionalità italiana, dei 612 prodotti nello stesso periodo, sono stati distribuiti all’estero. “Gomorra” il campione di incassi.

 

Abbiamo la possibilità di produrre film che possono circolare nel mondo ad alti livelli.” Questa convinzione, espressa dal Presidente dell’ANICA Riccardo Tozzi in apertura del Convegno “IL CINEMA ITALIANO ALL’ESTERO“,  è stata sicuramente corroborata dai dati  della ricerca ANICA, realizzata in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia ICE, presentata oggi al Venice Film Market della Mostra del Cinema di Venezia.

 

Dei 612 film di nazionalità italiana prodotti nel quinquennio, infatti, circa 350, ovvero quasi il 60%, hanno preso la strada dei mercati stranieri. Il valore commerciale delle transazioni ammonta più o meno a 45 milioni di euro, che sta a significare il 7-8% dell’investimento dei privati nella produzione, percentuale considerata ancora troppo bassa rispetto alle potenzialità del nostro cinema. Però il numero di pellicole italiane che hanno riscosso interesse oltreconfine incoraggia a trovare nuovi strumenti di promozione e di diffusione del prodotto cinematografico nazionale.

Dall’Europa, naturalmente i migliori risultati, sia per quanto riguarda il numero di film (216) che per volumi. Estremamente interessanti, però, i risultati provenienti da aree come Estremo Oriente (102 film), l’America latina (87 titoli), il Nord America (86) e l’Australia (84).

 

La Francia e la Spagna sono i paesi europei in cui il prodotto italiano è circolato di più: 80 le pellicole distribuite in Francia nel quinquennio considerato e 75 quelle che si sono potute vedere a vario titolo in Spagna. Dal Benelux (70 film) e dalla Gran Bretagna (52 film), gli altri risultati considerevoli.

 

Tra i titoli italiani che hanno avuto una distribuzione nelle sale europee il film che risulta essere più visto, nel periodo 2006 – 2010, è stato “Gomorra”, di Matteo Garrone, che ha totalizzato in 13 paesi ben 1 milione 652 mila spettatori.  Segue, con poco meno di un milione di spettatori “Winx club – Il segreto del regno perduto”,  poi “Pranzo di ferragosto” (558 mila presenze),  e “Mine vaganti” (525 mila spettatori).

 

Il dibattito seguito alla presentazione dei dati ha visto la presenza di Paola Corvino, presidente degli esportatori (UNEFA), che ha insistito nel chiedere strumenti concreti per migliorare la presenza dei nostri film all’estero; Guido Cerasuolo, presidente dell’Associazione dei produttori esecutivi (APE), il quale ha messo l’accento sul formidabile strumento del tax credit per attirare investitori internazionali e far aumentare le coproduzioni; Luigi Abete, presidente di Cinecittà Studios, che ha descritto il piano di sviluppo della sua azienda per attirare le produzioni straniere; Nicola Maccanico, Direttore Generale della Warner Bros. Italia, che ha sottolineato la mancanza di sistema per esportare i nostri prodotti e la necessità di creare basi solide per la nostra industria culturale; Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà, che ha parlato di una fase di svolta nel rapporto tra i diversi attori per la promozione del cinema italiano all’estero; svolta confermata da Leopoldo Franza, della Direzione Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha annunciato come imminenti alcuni provvedimenti dell’amministrazione pubblica, che troveranno sviluppo nel 2013, che sarà peraltro l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Infine Riccardo Monti, neo presidente dell’Agenzia ICE che ha messo in luce lo sforzo per integrare le diverse realtà italiane presenti all’estero e preposte alla promozione e alla diffusione dell’industria e della cultura italiana all’estero, ponendo il cinema come elemento di spicco di tale progetto.

 

Le conclusioni del Presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, hanno sottolineato la necessità di fare maggiore sistema soprattutto sulla comunicazione e di creare strutture di coordinamento più forti tra le realtà che promuovono il nostro cinema e, più in generale, l’industria culturale italiana all’estero.

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