Eppela: online la nuova piattaforma di crowdfunding Made in Italy

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Chi fa da sé, fa per tre“, dice il vecchio adagio e mai cosa fu più vera nell’era di internet e dei social network, dove chi ha un progetto chiuso nel cassetto per mancanza di fondi ha la grande opportunità di vederlo finalmente finanziare grazie a Eppela, la nuova piattaforma di crowdfunding.

Con Eppela, finalmente i talenti europei, gli appassionati e i professionisti, le istituzioni e i privati che si occupano di coltivare e promuovere la creatività, possono disporre di una piattaforma per finanziare i loro progetti: un sistema di crowdfunding, cioè di raccolta fondi, al servizio della grande comunità web di talentuosi e appassionati. Infatti, a partire dal 2 maggio, con Eppela, ogni creativo con un’idea può caricarla sul sito e crearsi una chance di vederla realizzata grazie al sostegno economico che saprà raccogliere pubblicizzandola. Dall’altra parte, tutti gli appassionati di arte, tecnologia, musica, design, cinema, moda, fumetto, letteratura, teatro, danza, food, potranno giocare un ruolo da protagonista nel futuro della creatività, scegliendo loro stessi quali progetti supportare e quali no.

Come creativo – spiega Nicola Lencioni, amministratore delegato, padre, fan, promotore e sostenitore di Eppela – vivo spesso per esperienza diretta o indiretta di amici e colleghi, la frustrazione che nasce quando si sa di avere una buona idea, ma ci si scontra con le dinamiche di istituzioni, banche e grandi aziende che preferiscono investire sul sicuro e poco hanno a disposizione per condividere il rischio con talenti sconosciuti e in fase di start up. Eppela rappresenta un’alternativa concreta al “tritacarne” delle logiche di mercato: si tratta di una reale opportunità di lavoro per chiunque abbia un’idea, un’opportunità resa possibile dalle immense potenzialità della rete e dalla sua capacità di aggregare, con la facilità e l’immediatezza di un click, talenti, progetti e potenziali sostenitori“.

Eppela è un progetto totalmente indipendente e aperto, a cui tutti possono partecipare. Unico principio: la meritocrazia. Ciò che conta è L’IDEA, è l’unica credenziale: buone idee e capacità di progettarle, proporle, condividerle. Non ci sono appoggi, preferenze, scorciatoie, tutto quello che fa sì che il mercato delle idee e delle opportunità in Italia sia completamente bloccato. E le persone che finanziano non sono condizionate, ma libere di scegliere ciò che le diverte e le soddisfa davvero. Tre le categorie di progetti sostenibili: Public&noprofit, Art&entertainment (arte, letteratura, teatro, danza, musica, cinema, fumetto) e Lifestyle&technology (design, tecnologia, food, moda).

Primo progetto online
Il primo progetto a esser lanciato da Eppela, è Eppela. Con budget fissato a 20.000 euro e dead line a 30 giorni. Di questi 20.000 euro, il 70% verrà utilizzato come investimento tecnico sulla piattaforma stessa, mentre il 30% rappresenterà il fondo cassa con cui l’Eppela team farà shopping tra i progetti più meritevoli che verranno presentati. Durante i 30 giorni di raccolta fondi, il team di Eppela sarà impegnato nella valutazioni dei progetti che potranno essere inviati da partire dal 2 maggio e che saranno online a partire dal 3 giugno.

Come funziona
Dal 2 maggio dunque, chiunque abbia un progetto può presentare la sua idea al team di Eppela che, dopo averne verificato la qualità e la congruenza con le specifiche d’eticità richieste, darà il via libera perché venga caricato sulla piattaforma. Oltre alla descrizione e a un video, amatoriale o non, che racconti il progetto, l’autore dovrà fissare il budget minimo per realizzarlo, una data di scadenza entro cui raccogliere il budget e una serie di ricompense di crescente importanza a secondo dell’importo donatogli.

Lo step successivo sarà quello di pubblicizzare il più possibile il proprio progetto tra i propri contatti, i contatti dei propri contatti e quelli di Eppela. Chiaramente, più sarà creativo e accattivante il progetto e la sua presentazione, più opportunità ci saranno di coinvolgere eventuali sostenitori.

Cosa succede se…
Nel caso in cui il progetto raggiunga il suo budget, potrà continuare a crescere e raccogliere fondi fino alla scadenza del tempo, senza limiti: a dead line raggiunta, all’autore verrà versata l’intera somma realizzata, di cui solo il 5% andrà a Eppela.

Nel caso in cui, invece, il progetto non raggiunga il budget prefisso nel tempo stabilito, verrà semplicemente chiuso e nessuno perderà o guadagnerà nulla: l’autore potrà riproporre il progetto quando vorrà, ripensandolo e migliorandolo; gli eventuali sostenitori rientreranno in possesso dell’intera cifra versata e potranno decidere se cercare una nuova idea da finanziare o meno.

Esempio
Siamo una band e vogliamo realizzare il video del nostro nuovo singolo. Per girare il videoclip, di cui descriviamo in modo molto divertente la trama in un video, stabiliamo che abbiamo bisogno di 5000 euro che pensiamo di poter raggiungere in 2 mesi di battage. Decidiamo inoltre che a chi ci dona 5 euro o più, manderemo in anteprima l’mp3 del singolo; 15 euro o più, manderemo in anteprima una copia digitale del cd con la copertina dell’album e i testi; 30 euro o più, manderemo una copia originale dell’album autografata in anteprima; 50 euro o più, daremo la possibilità di assistere a un concerto privato della band sul web e poi risponderemo a tutte le domande dei fan; 75 euro o più, manderemo un dvd in cui raccontiamo la storia della band con il video in anteprima; 100 euro o più manderemo un poster in edizione limitata per i nostri fan e un ringraziamento sulla copertina del disco; in più ci collegheremo in rete con te per cantarti “Happy birthday to you” il giorno del tuo compleanno; 300 euro o più, ci collegheremo con te su skype per insegnarti a suonare la nostra canzone con la chitarra; 500 euro o più, manderemo uno strumento musicale usato dalla band durante il videoclip; 1000 euro o più, potrai avere un cameo nel nostro videoclip; 2000 euro o più, verremo a casa tua per un concerto privato per te e i tuoi amici.

Case A
Il progetto piace, il video con cui è stato raccontato è divertente, la lista delle ricompense accattivante: in 10 giorni la band raccoglie 5000 euro e nei giorni successivi arriva fino a 20.000 euro. Alla scadenza dei due mesi, l’intera somma viene versata alla band cui spetterà poi il compito di tenere aggiornati i suoi sostenitori sui vari step del progetto e adempiere alle promesse fatte. Naturalmente, più la band saprà far sentire partecipi e fidelizzare i suoi sostenitori, più possibilità avrà che questi ultimi la supportino anche in futuro.

Case B
Il progetto, alla scadenza dei termini, raggiunge solo 700 euro che quindi, verranno restituiti ai legittimi proprietari. Il progetto viene chiuso, la band, se vorrà, potrà ripresentarlo dopo aver riflettuto su cosa non ha funzionato (per es: descrizione poco coinvolgente, sistema di ricompense non sufficientemente allettante, scarsa promozione in rete).

Progenitori illustri e qualche dato sul crowdfunding
Il progetto Eppela si inserisce in un panorama consolidato di piattaforme di crowdfunding che vede tra i progenitori più illustri, Indiegogo e Kickstarter (generalisti), PledgeMusic dedicata ai progetti musicali, Quirky rivolta ai designer, CatWalkGenius per gli stilisti in erba, COfundOS per chi voglia realizzare software open-source, etc. Secondo l’Economist, finora il crowdfunding ha supportato 1600 iniziative. Il Louvre ha usato questo strumento per acquistare il capolavoro rinascimentale “Le tre grazie” di Cranach da un collezionista privato. La campagna si chiamava “Tous Mecenes” (tutti mecenati) è come scopo aveva la raccolta di 1 milione di euro attraverso le donazioni delle web community. Naturalmente la somma è stata raccolta senza troppe difficoltà.

Altro esempio di successo è quello del social network “Diaspora“: questo progetto per essere sviluppato richiedeva 10mila dollari di partenza. Gli ideatori hanno chiesto i fondi necessari alla rete, spiegando e condividendo, proprio in rete, il loro progetto. Alla fine dal web “Diaspora” ha ottenuto oltre 200mila dollari. Barack Obama, colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding, ha pagato parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori, i quali erano i primi portatori di interesse.
 

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