BT Italia e sindacati raggiungono accordo su riorganizzazione dell’azienda

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Il giorno 15 aprile 2011, presso l’Unione Industriali di Roma, si sono incontrate le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU e i rappresentanti di BT Italia e di BT casa madre, italiani e inglesi, per giungere ad un accordo, dopo la gestione unilaterale dell’azienda della Cassa integrazione per riorganizzazione“. Così informa in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL, il sindacato di maggioranza assoluta in BT Italia.

A distanza di nove mesi dalla apertura unilaterale della procedura di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria da parte di BT Italia – continua Genovesi – e di sei mesi di un “silenzio assordante” da parte dell’azienda e di tutte le principali istituzioni (a partire da Ministero dello Sviluppo Economico che, pur se più volte chiamato in causa, si è ben guardato di fare la propria parte) e nonostante il fatto che in molti hanno lavorato per dividere le sigle sindacali e per alimentare un clima di paura tra i lavoratori, finalmente il management di BT ha fatto un passo indietro riconoscendo le ragioni del sindacato, prendendo impegni concreti e riducendo drasticamente il numero dei lavoratori coinvolti e le modalità di gestione della riorganizzazione“.

Si è riusciti a sottoscrivere un accordo che rispecchia e richiama quanto più volte richiesto da SLC-CGIL, definendo un percorso non traumatico che vede l’utilizzo di tutti gli strumenti possibili: forte riduzione del numero del personale coinvolto in CIGS, dagli iniziali 216 dichiarati dall’azienda ad un totale massimo di 147, di cui 126 nell’anno 2011; integrazione al reddito per il personale in CIGS, nelle modalità e forme diversificate che prestano attenzione alla situazione reddituale e familiare della lavoratrice e del lavoratore in CIGS, da un minimo di 250 euro ad un massimo di 400 euro mensili. Integrazione che diviene di 450 euro per chi è in CIGS a Zero ore da più di 20 mesi (con in più un importo di 4000 euro ognuno per iniziative di out placement e formazione); incentivo alla mobilità volontaria; nuovi criteri di rotazione in CIGS per il personale coinvolto, con un massimo possibile di ricorso alla cassa a zero ore per non più di 78 unità in totale (contro gli oltre 160 annunciati dall’azienda a fine anno), dando così certezza, per direzioni e perimetri definiti, ai lavoratori ed evitando “possibili minacce” da parte di questo o quel dirigente; impegno alla ri messa in produzione, temporanea e/o strutturale, di almeno 21 dei 27 colleghi “storici” a zero ore, cui cassa era iniziata con l’accordo del 2009, permettendo così di interrompere la cassa a zero ore e di mantenere vive le proprie professionalità; incentivo per la ricollocazione volontaria presso terzi, permettendo così di mettere ulteriormente in sicurezza altra occupazione“.

L’accordo prevede continui monitoraggi e analisi bilaterali, sia a livello territoriale sia a livello nazionale, tale da condividere e verificare l’andamento di BT che si è impegnata formalmente a rimanere sul mercato italiano. Un “parto difficile”, che ha prodotto un percorso possibile e che, ci si augura, si concluda con una ripresa dell’Azienda per il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori della stessa“.

Un percorso non ancora terminato, che rappresenta solo un primo passo – conclude il sindacalista – e per cui sarà necessario rimettersi velocemente al tavolo per una trattativa di secondo livello, per definire e ritornare alle “buone relazioni industriali” di un tempo. Già nei prossimi giorni le Segreterie Nazionali e le RSU presenteranno alle lavoratrici e lavoratori di BT una bozza di piattaforma rivendicativa, per recuperare potere d’acquisto ed avere il giusto riconoscimento salariale e professionale. Come Segreterie Nazionali terremo in queste ore assemblee con i lavoratori per la massima informazione sull’accordo, ringraziando le colleghe ed i colleghi di BT Italia che, in tutti questi mesi, hanno continuato a sostenere le ragioni del Sindacato. Gli avanzamenti presenti nell’accordo finale sono prima di tutto merito dei lavoratori di BT, della loro determinazione e della loro lotta“.