L’intervento integrale dell’Ing. Franco lombardi (Asati) all’Assemblea del 12 aprile a Rozzano

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Vi proponiamo l’intervento integrale dell’Ing. Franco lombardi, presidente di Asati, all’Assemblea del 12 aprile a Rozzano (Mi). Con allegata una lettera inviata ai legali, lo studio Adonnino-Ascoli-Casavola con sede a Roma e Milano, sulla richiesta di una azione di responsabilità verso la gestione 2001-2007.

 

1. Principali criticità della gestione operativa
Malgrado i progressi fatti nell’ultimo triennio per risanare la pesante eredità della passata gestione Pirelli, Telecom Italia non è ancora al punto di inversione del declino dei ricavi nel mercato domestico e soprattutto nel mobile. Si è adottata una strategia di difesa delle tariffe e delle quote di mercato, senza puntare su una effettiva e percepita leadership nella qualità dei servizi.
Dopo la vendita di quasi tutte le rilevanti partecipate di TIM su 3 continenti, il declino del mobile si accelera nel 2005 con la insensata fusione/OPA di TIM costata 12 mld al solo scopo di portare più dividendi alle casse dell’azionista di controllo. E nel contempo offuscando un brand di grande valore e soprattutto mortificando le risorse di TIM, che rappresentavano la componente più giovane e dinamica, cresciuta con l’entusiasmo del successo e la cultura della concorrenza.
La pubblicità è sicuramente un aspetto critico. Vanno evitate le campagne pubblicitarie episodiche e poco convincenti su prodotti o servizi di scarsa incisività o di nicchia, quali ad oggi sono risultati ad esempio il Cubo e il Tablet. Ed anche per l’offerta di collegamento veloce a 100 Mbit/s, bisogna a parer nostro gestire meglio la comunicazione verso il mercato e l’AGCOM, evitando l’alternarsi di partenze e successive frenate, e senza un avvio significativo sul territorio nazionale. Occorre ricostruire una nuova comunicazione non solo istituzionale e generalista, ma coerente con gli obiettivi di mercato e che colleghi l’immagine del servizio, le tariffe ed i vantaggi per il cliente.
Si avverte la mancanza di una più fine ed efficace segmentazione della clientela, che invece deve essere il punto di partenza per recuperare le quote di mercato perse negli ultimi anni, superando la tradizionale suddivisione in aree Consumer, Business e Pubblica Amministrazione; non si è infatti puntato su taluni importanti segmenti di mercato, quali, ad esempio, le categorie dei professionisti, degli extra comunitari, dei giovani, degli anziani. Ad esempio nel mobile sono mancate specifiche offerte commerciali per i giovani e non sono supportate da pubblicità quelle per il segmento etnico. Si nota la mancanza di una rete di negozi competitivi e di alta visibilità. Riguardo alla politica del personale – età media 45 anni ! un assurdo per una società tecnologica su un mercato competitivo -.

2. Criticità nella governance
Malgrado le insistenti e continue pressioni di ASATI e di altri stakeholders, il CdA ed il Collegio Sindacale continuano ad evitare una chiara pronuncia sugli ingenti danni economici e di reputazione provocati dalla passata gestione Pirelli all’azienda, ai suoi azionisti ed ai suoi dipendenti. Si continua a tergiversare confondendo l’azione della magistratura sul versante penale con le responsabilità civili dei manager del periodo 2001-2007.

Seguira’ al mio intervento la lettura della lettera che Asati ha inviato al collegio sindacale, al cda, alla Consob lo scorso 21 marzo a seguito della pubblicazione della relazione del collegio sindacale al bilancio 2010.

3. Principali aspetti positivi
Al Presidente Galateri e all’AD Bernabe vanno sicuramente ascritti i seguenti risultati positivi:
• la messa in sicurezza dell’azienda, il risanamento dei conti aziendali, l’avvio del recupero del grave livello di indebitamento
• il contenuto livello di conflittualità con le rappresentanze sindacali, che ha permesso la gestione del processo di ristrutturazione ed i contratti di solidarietà
• il migliorato clima dei rapporti con le istituzioni le Authorities di settore
• l’avvio del miglioramento dei livelli di qualità del servizio e di soddisfazione dei clienti, fattore molto importante e l’ottimizzazione dei costi
• la soluzione positiva del contenzioso relativo a Telecom Argentina, pervenendo al controllo ed al consolidamento della partecipazione.
• La stesura di un rapporto sulla larga banda nel paese e anche nello scenario internazionale
• Il piano di equity per i dipendenti, da Asati proposto gia’ nel 2008, occorre fare di piu’che lo 0.2% del capitale, e occorre utilizzare parte del TFR;

4. Proposte di ASATI sul Piano Industriale 2011-203
Di seguito sono riportati i principali obiettivi proposti da ASATI per il Piano triennale disponibile presso Asati nei dettagli e nei dati quantitativi.
Internazionale– avviare nei prossimi mesi una nuova politica di espansione all’estero compatibile con la situazione debitoria, tramite consulenze e partnership tecnologiche, o anche outsourcing di servizi ed attività di delivery, puntando soprattutto alle opportunità del Nord Africa, ma anche al Medio-Oriente e ad alcuni Paesi dell’Asia, quali Indonesia, Filippine, Vietnam.
Ottimo il successo della gara vinta in Indonesia per la stesura del piano tecnologico di quel paese…

Mercato domestico – È improcrastinabile l’inversione del trend negativo sul mercato domestico e sono urgenti iniziative strutturate di medio e di lungo termine per passare dalla semplice situazione difensiva su tariffe e quote di mercato ad una presenza forte sul mercato, tramite migliore e più fine segmentazione della clientela (es. giovani, anziani, gruppi etnici, professionisti, etc,) con offerte commerciali più mirate, supportate da azioni di marketing e pubblicità più incisive. Puntare inoltre sul settore IT (cloud computing, data center, etc.) in cui si vedono consistenti spazi di crescita del mercato.
Personale – Alla luce dell’attuale elevata età età media delle risorse e delle carenti politiche di valorizzazione delle risorse più pregiate, va avviato nel prossimo triennio un piano di inserimento di almeno mille giovani con nuovi skill adeguati all’evoluzione delle tecnologie e del mercato, e con un adeguato percorso formativo, sì da eliminare inutili consulenze e supporti esterni nei settori più strategici dell’azienda. La riduzione dell’organico e l’outsourcing diffuso costituiscono, riteniamo, un logoro slogan che alla lunga impoverisce il know-how nei settori critici. Va anzi impostato un piano di formazione dei talenti, riprendendo la interrotta tradizione dei corsi specialistici e manageriale (v. Scula Reiss Romoli, Fontainbleau, etc.), valorizzando le risorse interne invece dell’alternarsi incoerente di immissioni dall’esterno, come avvenuto specie nell’area commerciale (dopo 6 mesi è oggi vuota la posizione di Bona).
Sistema premiante – Nessun incentivo può essere erogata finchè permangono i contratti di solidarietà. Bonus ed incentivi potranno comunque essere definiti ed erogati (in toto o in massima parte) solo alla fine del triennio, ed includendo tra gli obiettivi il superamento di 2 /azione del titolo in Borsa. Rafforzare la politica di partecipazione dei dipendenti all’utile e al capitale azionario.

Rapporti con Authorities TI rimane l’operatore con un enorme patrimonio infrastrutturale da gestire ed è il principale motore di investimenti per tutta l’industry delle telecomunicazioni in Italia, anche in termini di competenze e di know-how. È necessario perciò che il sistema Paese riconosca il ruolo guida di TI e che tale ruolo venga promosso invece che ostacolato dalle regole competitive e dalle iniziative delle autorità governative (in particolare sulla NGN).
Rapporti con gli azionisti – ASATI auspica il superamento di Telco l’avvio di un nuovo percorso di Public company, forte di 500mila azionisti – privati, dipendenti, di fondi pensione, investitori istituzionali italiani ed esteri – interessati unicamente alla crescita della Società attraverso un management coeso e motivato su obiettivi industriali.

5. Domande in Assemblea
A) Aumento dei ricavi del mobile nel mercato domestico
Per arrestare la progressiva emorragia sui ricavi del mobile in Italia da più di 5 trimestri – 8-9% su base annua – quale piano operativo a breve termine e quali concrete iniziative sono state messe in atto e con quali precisi obiettivi misurabili trimestre per trimestre ?

B) Dismissione del patrimonio immobiliare
Dal bilancio in approvazione in questa assemblea a pagina 199 risulta che il valore della partecipazione di Telecom Italia nelle due società di Tiglio I e II è rispettivamente di 23 Milioni di Euro e 1 Milione di Euro. La dismissione di 1650 immobili, per un totale di 3.2 Milioni / mq, avvenuta nel periodo 2001-2007 è avvenuta attraverso due operazioni fondamentali:
a) In Tiglio I e II (ex Fintheta e scatole vuote di Pirelli prima del Luglio 2002) sono stati apportati circa 330 immobili, uso ufficio, situati nelle principali città italiane, per un totale di 1.5 Milioni / mq, al valore di apporto di 1.6 Miliardi di Euro, con un prezzo di circa 1000 Euro / mq. Nel 2004-2005 il 68% di questi immobili sono passati ai fondi Tecla, Cloe, Olimpia, Clarice e Berenice. Da questo conferimento Telecom Italia ha ricevuto 500 milioni e la partecipazione del 46-49 % in Tiglio I e II rispettivamente. Come esempio dell’apporto alla società a Tiglio II, facciamo l’esempio dell’immobile, sede storica della Stet, situato a Roma in Corso d’Italia, di circa 26000 mq. Il valore di conferimento dell’immobile è stato di circa 75 milioni di Euro con un prezzo a metro quadro di circa 3.000 Euro, valore allineato al mercato secondo la perizia che sembrerebbe essere stata fatta da Richard Hellis. Secondo una nostra controperizia fatta da RE/MAX (uno dei più grandi consulenti immobiliari del mondo con 10.000 uffici e 100.000 dipendenti), questo immobile all’epoca uso ufficio cat A/10 valeva 130 Milioni di Euro. L’immobile oggi è accatastato impropriamente come D8 tipo commerciale
b) Attraverso il progetto Magnum: dismissione di circa 1.380 immobili sedi di centrali telefoniche, per un totale di circa 1,7 milioni/mq, venduti dalla Telecom Italia, gestione 2001-2007, tra il 2005 e il 2006 ai fondi Raissa e Spazio Immobile partecipate di Pirelli /RE. Telecom Italia ha ricevuto dalla vendita circa 1 Miliardo di Euro, ricavando così un prezzo di 590 Euro a mq. Anche in questo caso sembrerebbe che Richard Mellis abbia fatto una perizia allineata al mercato, secondo i nostri consulenti no. Infatti, la maggior parte dei contratti di rilocazione a Telecom Italia sono di tipo net lease (ossia con manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del locatario), per cui i valori medi dei rendimenti dei canoni annui di affitti risulterebbero pari al 7% per gli immobili ceduti a Tiglio I e II e di circa il’9% per quelli ceduti al progetto Magnum. Anche questa seconda dismissione e i canoni di affitto per Richard Hellis sarebbero allineati al mercato, secondo i nostri consulenti i valori di locazione dell’epoca parlavano di un rendimento del 4,5% massimo.

Ciò premesso tenendo presente i palesi potenziali danni arrecati al patrimonio della società e agli azionisti, chiediamo:

E’ stato deciso dalla Società un immediato audit sulla dismissione del patrimonio immobiliare, aspetto inspiegabilmente mancante nel rapporto DeLoitte?
Vorrei una risposta con un sì o con un no.

In caso di risposta positiva si fa notare che tale audit a tutti può essere affidato eccezion fatta per Deloitte: infatti Deloitte è stato revisore contabile di Tiglio I e II, fino al 16 dicembre 2010, giorno del famoso CDA cui è discusso del famoso report ed in cui la stessa Deloitte si è dimessa dall’incarico di revisore contabile di Tiglio I e II..

C) Rapporto Deloitte
Il Rapporto Deloitte sembra il segreto di Pulcinella.
Risulta vero o no che in esso sia esplicitamente scritto che i contenuti non possono essere resi pubblici all’Assemblea degli azionisti? Vorrei una risposta con un si o un no. Quali segreti non rivelabili, benché pagato con i soldi di noi tutti azionisti?

D) Governance e procedimenti legali
E’ vero che i Consiglieri nel corso della riunione del 16 dicembre 2010 hanno deciso che non c’era materia per avviare azioni di responsabilità- come dichiarato da Tarak Ben Ammar, pure uscito durante i lavori- senza nemmeno avere il tempo di consultare le oltre 400 pagine del rapporto Deloitte e fidandosi solo di resoconti orali?

Intende o non intende la Società, al fine di evitare una fonte di diretta responsabilità anche per l’attuale CdA nonché per il Collegio Sindacale, almeno far sì che si interrompano i termini per la prescrizione dell’azione di responsabilità contro Tronchetti Provera ? Desidero un sì o un no.

Avete sostenuto che non sarebbe certo il rapporto di causalità tra violazione dei doveri di controllo e i danni. Ebbene, sia Deloitte sia i legali esterni sembrano abbiano documentato che Tronchetti Provera e gli altri amministratori esecutivi hanno violato i loro doveri di buona organizzazione della società ignorando anche procedure e trascurando il sistema di controllo interno. Non bisogna quindi essere un Cicerone per rispondere che, se gli Amministratori esecutivi avessero controllato e posto in essere strumenti adeguati, avrebbero impedito o almeno ridotto gli ingenti danni milionari, anche sotto il profilo della reputazione, che si sono purtroppo realizzati.

E ora, posto che come risulterebbe dal Rapporto Deloitte, Telecom ha subito danni per milioni di euro, chi risarcirà questi danni alla nostra Società, costretta anche al patteggiamento? Vi prego di non rispondere che la società si è costituita parte civile contro gli imputati, perché sarebbe una risposta ridicola: quale capienza potrebbero avere imputati da Tavaroli, a Iannone a Cipriani ad altri! Dovete essere coerenti.

Gli argomenti addotti per giustificare la vostra condotta elusiva appaiono molto deboli e confezionati da consulenti legali lautamente pagati. Il CdA sembra aver abdicato alle sue prerogative, perché ci consta che riguardo l’azione di responsabilità nel corso della riunione del 16 dicembre 2010 le valutazioni di opportunità sono state espresse da consulenti legali, in specie l’avv.Bonelli, come riportato anche sulla stampa. E’ arduo per gli azionisti avere fiducia in Amministratori che non si pongono l’obiettivo di recuperare le ingenti risorse finanziarie distratte dalle casse della società per scopi illegali a danno dei dipendenti, degli azionisti e dell’immagine stessa di Telecom Italia.

Per Asati
Il Presidente
Ing. Franco Lombardi