Respinto attacco DDOS di pirati informatici al sito Fimi

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Un attacco massivo e coordinato è stato portato contro i siti www.fimi.it e www.ifpi.it nel corso del weekend scorso con l’obiettivo di abbattere i siti istituzionali della federazione dell’industria musicale italiana.

I siti hanno subito centinaia di migliaia di richieste di connessione contemporanee con l’obiettivo di sovraccaricare i server causando grossi rallentamenti, fino a culminare nel blocco totale rendendo il sito completamente inaccessibile dall’esterno. Tuttavia, le difese poste ai server di FIMI non hanno causato nessun blocco e i servizi hanno continuato a funzionare regolarmente.

Secondo le informazioni raccolte dal servizio antipirateria la motivazione dell’attacco contro FIMI sta nel blocco di Pirate Bay attivo in Italia Nel sito dell‘Operazione Payback si legge: “FIMI è responsabile per aver bloccato The Pirate Bay in Italia. La censura è un metodo applicato da fascisti e da dittatori. La censura è l’opposto della democrazia. Con questa azione, FIMI è diventata una minaccia alla libertà. Tutti devono capire che la gente combatterà quando viene oppressa, farà qualsiasi cosa per riguadagnare la libertà“.

Il blocco del sito Pirate Bay ha portato il noto sito illegale ad un consistente calo di accessi dall’Italia, segno che l’azione ordinata dalla Procura di Bergamo con il blocco di IP e DNS, ha raggiunto in pieno l’obiettivo. Secondo i dati di Nielsen Online, il numero di utenti che accedono al sito svedese è calato del 47 % nel giugno 2010 rispetto all’anno precedente. Al momento del blocco ordinato dal Tribunale di Bergamo nel febbraio 2010 il sito aveva quasi 800 mila utenti collegati dall’Italia, mentre a luglio 2010 gli utenti erano poco più di 200 mila. Nessuna crescita significativa è stata verificata su servizi alternativi come BT Junkie e anche il P2P tradizionale, con Emule, è calato vistosamente (-43%) con meno di 2.9 milioni di utenti collegati (nel 2004 erano oltre 7 milioni)

Decisa invece la crescita di servizi come Megaupload e altri siti di hosting che stanno divenendo lo strumento più utilizzato dai pirati.