Corecom Nazionale e Regione Basilicata. Digitale terrestre al Sud: Maria Pia Caruso (Agcom) ‘Editori reinventino il loro ruolo’

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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deliberato il piano di assegnazione delle frequenze che è una prima certezza per gli operatori. E’ una cornice che prevede l’assegnazione del 50 per cento delle frequenze all’emittenza locale. Si tratta di un terzo della capacità trasmissiva che consentirà la nascita di circa 13 reti regionali. Il nostro non è un approccio dirigistico, cerchiamo il dialogo con gli operatori per il coordinamento delle azioni. Quello che seguirà sarà un percorso dinamico che offrirà agli editori la possibilità di reinventare il loro ruolo. Nasceranno infatti operatori di rete e fornitori di contenuti, la vera scommessa è creare nuove filiere professionali in una logica di discontinuità tecnologica“. Lo ha detto Maria Pia Caruso, dell’Ufficio di gabinetto dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, intervenuta nella seconda giornata del dibattito voluto dal Coordinamento nazionale dei Corecom su “Il digitale terrestre al Sud: quali prospettive“.

Dopo le sollecitazioni venute ieri dai rappresentanti delle emittenti locali, che lamentano una serie di difficoltà per l’accesso al digitale terrestre, oggi sono arrivate le prime risposte del governo regionale. “Il governo lucano, pur con i limiti di bilancio imposti dalla recente manovra finanziaria del Governo, è intenzionato a fare la propria parte, dando la giusta attenzione a progetti imprenditoriali che abbiano l’ambizione di offrire un servizio a copertura regionale in forma singola o consorziata – ha fatto sapere il presidente della Regione Basilicata, De Filippo, per il tramite del suo portavoce Nino GrassoTra le idee allo studio – che ovviamente terranno conto del dibattito promosso dal Corecom nella due giorni di Matera – vie è quella di sostenere l’imprenditoria lucana che voglia accettare la sfida del digitale attraverso forme di noleggio della banda su cui sperimentare e poi implementare la diffusione sia di contenuti multimediali sia di servizi interattivi della pubblica amministrazione che si vorranno sempre più mettere a disposizione dei cittadini“.

Alla seconda giornata del convegno ha partecipato anche il capogruppo dei Popolari uniti in Consiglio regionale, Luigi Scaglione, che ha sottolineato: “La necessità che la Regione si attivi per rendere disponibili nuove frequenze per le emittenti locali e per prevedere all’interno dei piani editoriali opportune misure di sostegno“.

Le riflessioni di questi giorni – ha detto Rosario Alfredo Donato, direttore di Frt – hanno tentato di chiarire quale sarà al Sud lo sviluppo possibile e se il digitale sarà in grado di essere propulsore di sviluppo. Per le piccole aziende le difficoltà aumenteranno soprattutto nel settore della produzione dei contenuti, è necessario capire come queste difficoltà si supereranno e con l’apporto di quali soggetti“. “La ripartizione delle frequenze digitali – gli ha fatto eco Fabrizio Berrini, segretario generale di Aeranti Corallo – penalizza l’emittenza locale. Solo attraverso un intervento delle istituzioni locali potrà garantire prospettive. La scommessa per le tv locali è tutta sul potenziamento delle strutture informative. L’accordo raggiunto all’interno di Dgtv che è l’associazione che raggruppa le principali emittenti nazionali e le associazioni AerAnti Frt che rappresenta il 95% dell’emittenza locale tiene conto di questi problemi. L’intesa sulla numerazione automatica dei canali (Lcn) che posiziona sul telecomando da 1 a 10 le nazionali e da 11 a 19 le locali è un primo concreto passo per non mortificare il ruolo delle locali. Tale accordo è stato recepito con una delibera dell’Autorità delle garanzie nelle comunicazioni“.

Tutti i soggetti che hanno responsabilità nel sistema delle Autonomie – ha detto infine Enrico Paissan, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti – devono definire una dimensione strategica che oggi esiste solo in parte. La mediazione svolta storicamente dal mondo del giornalismo deve essere più serrata in questo periodo. L’Ocse calcola che tra meno di 10 anni oltre il 50 per cento degli occupati in Europa lavorerà nel settore della comunicazione con le figure più varie. E solo con le eccellenze si potrà vincere la partita della competizione“.