CNESC: il Servizio Civile ‘Non è il tappabuchi delle carenze statali’

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Il Servizio Civile Nazionale è uno strumento di crescita e di educazione dei giovani e della società civile ai principi fondanti la nostra Costituzione quali la pace, la solidarietà e la cittadinanza attiva.

E questo deve restare!
Cosi dichiarano gli Enti aderenti alla Cnesc, Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile.

Per questo, unendoci al recente appello di altre organizzazioni, continuiamo a chiedere che vi sia un deciso sostegno a questa esperienza garantendo ad almeno 40.000 giovani all’anno di poter svolgere il servizio civile nazionale.

Oggi non solo non viene garantito questo numero minimo, ma si rischia una pericolosa deriva del servizio civile nazionale per essere utilizzato per tappare quei buchi che il nostro sistema di welfare non riesce a chiudere.

Ci riferiamo anche alle richieste, fatte da alcune organizzazioni operanti in talune forme di grave disabilità, di stabilire quote di riserve per i progetti operanti in tali ambiti.

Noi vorremmo affrontare i temi della disabilità, anche in materia di servizio civile, a partire dalla condivisione di un comune approccio in una logica inclusiva nei diversi settori di intervento.

Il 60% dei progetti degli Enti della Cnesc è realizzato nel settore dell’assistenza tra cui anche della disabilità, e quindi viviamo quotidianamente le esigenze dei cittadini e delle famiglie eppure pensiamo che solo con la garanzia di un contingente minimo di 40.000 volontari all’anno e finanziamenti conseguenti sarà possibile collocare la richiesta senza far esplodere il sistema.

Non siamo disposti – conclude la Cnesc – né a fomentare né a partecipare a guerre tra poveri!