ADUC: Gdf lancia l’allarme ‘cyberdroghe’, ma l’esperto smentisce: un falso online

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Non più pasticche o strisce di polvere da inalare o peggio da ‘spararsi‘ in vena: ora lo sballo arriva on line, basta collegarsi al sito giusto e scaricare speciali file contenenti particolari sequenze sonore. E dal nome del file si capisce quale effetto si può ottenere: c’è il file ‘marijuana’, quello ‘cocaina’, ‘alcol’, ‘ecstasy’ e così via.

L’allarme sulle ‘cyber-droghe‘, sottolinea in un comunicato l’ADUC, l’associazione per i diritti dei consumatori, è serio e arriva dal Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza, i cui 007 informatici stanno da tempo monitorando un fenomeno che potrebbe rapidamente dilagare – come già avvenuto in Spagna – e che già vanta migliaia di appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e consigliano modalità e tecniche di somministrazione.

Secondo quanto rilevato dalla Gdf, particolari onde – comprese tra 3 e 30 Hertz, ovvero frequenze su cui ‘lavora’ il cervello umano – sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l’attività cerebrale. Ancora sconosciuti gli eventuali rischi per la salute o di dipendenza di queste nuove ‘droghe‘: certo è che, sottolinea la Gdf, le alte frequenze colpiscono in qualche modo il cervello. In ogni caso, ormai sono già centinaia le pagine web dedicate al nuovo sballo.

Sulle cosiddette cyber-droghe non ci sono evidenze scientifiche, spiega l’ADUC, tali da suffragare allarme in termini di rischio di sviluppo di forme di dipendenza: la precisazione è del neurofarmacologo Felice Nava, direttore del Comitato scientifico nazionale di Federserd: “Non ci sono studi scientifici o report anche aneddotici che possano far pensare che alcune musiche possono determinare fenomeni neurobiologici del tutto simili a quelli prodotti dalle più pericolose sostanze d’abuso“. “Del resto– continua Nava- se ciò fosse vero il problema della tossicodipendenza potrebbe essere risolto molto semplicemente, somministrando ad esempio ad un cocainomane una musica con un effetto simile a quella sostanza. Questo ovviamente è solo fantascienza. Il fenomeno delle Cyber-droghe è quindi solo una trovata commerciale ideata da astuti e loschi personaggi, con il solo scopo di arricchirsi sfruttando la credulità e la voglia di sballo a ogni costo di alcuni ingenui giovani cibernauti“.