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AICA: il byte dai Fenici alla rivoluzione digitale, al via il secondo corso di Storia dell’informatica

Italia


Al via il prossimo 8 maggio la seconda edizione del Corso di Storia dell’Informatica, promosso dall’Università di Verona in collaborazione con AICA, Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico. Dopo il successo dello scorso anno, la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, ripropone un percorso didattico sugli aspetti storici e le implicazioni socio-culturali dell’Informatica, segnandone le tappe fondamentali fino alla rivoluzione digitale dei nostri giorni.

Un approccio caratterizzante per insegnare la storia di una disciplina che, per quanto in osmosi con svariati campi del sapere, ha un suo status ed ha avuto un percorso di sviluppo autonomo. «Un’occasione – spiega Vincenzo Manca, docente del corso e presidente del Corso di Laurea in Bioinformatica – per far acquisire ai giovani una conoscenza approfondita e completa dell’Informatica, materia fondamentale nel loro piano di studi. L’adesione numerosa degli studenti alla prima edizione del corso è la prova del loro interesse verso la genesi dell’Informatica e le grandi idee che l’hanno resa la Scienza di oggi».

Articolata in sei incontri, l’iniziativa rientra nel progetto “Corsi AICA per l’insegnamento della storia dell’Informatica nelle università italiane“, pensata per diffondere nel mondo accademico un metodo di insegnamento dell’Informatica che tenga conto anche del suo profilo storico e culturale, così come da tempo avviene all’estero dove la Storia dell’Informatica è una materia consolidata nei curricula universitari.

Dal 2005/2006, anno di attivazione dei corsi AICA, il progetto ha coinvolto 11 atenei e numerosi docenti, esperti del settore e studenti. In questo panorama, l’Università di Verona si distingue per aver rivolto i corsi non solo agli studenti universitari e post universitari ma anche ai docenti degli Istituti Superiori.

«Siamo convinti – sottolinea Vincenzo Manca – che la diffusione della conoscenza della Storia dell’Informatica non sia solo una ricostruzione storica, ma costituisca per gli studenti e l’intera società della comunicazione un’occasione per riflettere su un processo evolutivo travolgente i cui tempi concitati lasciano sempre meno spazi di lettura critica».

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