Telecom Italia: Asati chiede di impostare un nuovo Piano industriale per il triennio 2012-2014

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ASATI, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia, guidata da Franco Lombardi, esprime il suo giudizio e i suoi auspici per il corso futuro della principale società tlc italiana, che oggi ha presentato i conti dei primi nove mesi del 2011.

 

ASATI innanzitutto auspica che il nuovo scenario politico possa in ogni caso eliminare le frizioni sia sul versante dei media sia sul futuro della rete proprietaria.  Le TLC e l’ICT possono creare uno sviluppo ed un notevole contributo al sistema Paese, e questo un tecnico di alto profilo come il prof. Mario Monti lo sa bene.

 

In particolare gli investimenti sulla  rete NGN, la terminazione mobile, l’impiego del Cloud nella PA, i nuovi servizi Smart City per i cittadini contribuiranno senza alcun dubbio alla ripartenza accelerata dello sviluppo economico. 

 

Ad avviso ASATI due sono le condizioni che potrebbero anche agevolare  l’attuale situazione di Telecom Italia: innanzitutto l’abbassamento dello spread tenuto conto del  consistente debito da rifinanziare; quindi un auspicabile aumento di capitale di Telco, e quindi di Telecom Italia, per finanziare  progetti specifici di crescita.

 

I buoni risultati della trimestrale sono ottenuti con una semplice strategia difensiva che da un lato ha portato alla riduzione del debito e dall’altro ha fatto registrare una minore decrescita del domestico, in negativo da ormai 15 trimestri. E non va sottovalutato l’impatto sui conti delle svalutazioni dell’avviamento, ormai non più rinviabile come da ASATI più volte rimarcato.

Quello che ASATI  attende ora è che la strategia del nuovo piano industriale 2012-2014 sia completamente differente  e possa  prevedere: la NGN di Telecom Italia  protagonista nelle principali Città a PIL compatibile con i ritorni. Bene la società mista con F2i nel verticale a Milano solo dove la rete NGN è già disponibile per l’80% dei cittadini; una crescita dei ricavi esteri con aumento delle quote di mercato in Argentina e in Brasile; l’avvio di  accordi e joint venture per sviluppare incubatori nei Paesi in crescita sia  in Africa sia in Asia; una crescita nel settore domestico, almeno come market share, grazie ad una aggressiva politica di marketing; una totale discontinuità con il passato quanto ai comportamenti etici, tenuto conto che gli impatti economici, come si rileva proseguono ancora.