Cinema: il Tar rinvia a maggio discussione su ricorso Codacons per uso occhialini 3D

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Per l’Associazione dei consumatori le restrizioni disposte dal Ministero della Salute non sono sufficienti.

Italia


Il ministero della Salute, l’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema), l’Asl Rm/n e la Regione Lazio potranno esaminare ed eventualmente controdedurre la perizia disposta dal Tar sull’utilizzo degli occhialini per la visione in 3D nelle sale cinematografiche.

E’ la motivazione per la quale i giudici hanno disposto il rinvio all’11 maggio del ricorso con il quale il Codacons contesta il provvedimento ministeriale che impone ai cinema di sconsigliare ai minori di sei anni la visione in 3D, dotarsi esclusivamente di occhiali monouso e informare gli spettatori circa i rischi legati alla visione dei film con gli occhiali speciali.

 

Il Codacons si è rivolto ai giudici amministrativi ritenendo non sufficiente sconsigliare la visione in 3D ai minori di sei anni, ma è necessario vietarne l’uso a tale categoria di bambini e ordinare misure restrittive anche per i giovani fino ai 14 anni.

 

Il Tar, nel luglio scorso ordinò ai responsabili delle sale cinematografiche di dare “chiara pubblicità ed attuazione” alla circolare ministeriale, e nel successivo settembre 2010 nominò una Commissione tecnica per verificare l’adeguatezza delle prescrizioni ministeriali. A metà gennaio scorso i tre specialisti incaricati hanno concluso – secondo quanto comunicato dallo stesso Codacons – che “non è facile ammalarsi o infettarsi attraverso l’utilizzo degli occhialini in 3D ma l’unica garanzia per escludere con certezza il rischio di infezioni è rappresentata dagli occhiali monouso“, non potendo gli esercenti “munirsi di raggi gamma necessari per la sterilizzazione“.

 

Oggi il ricorso è giunto davanti al Tar, ma i giudici hanno rinviato la discussione nel merito ritenendo opportuno consentire alle parti in causa di esaminare la perizia e fornire al collegio le rispettive ed eventuali deduzioni.