#IoT.Week, Maurizio Tondi (Italtel): ‘IoT, la svolta applicativa di incroci virtuosi della rete’

di di Maurizio Tondi (Responsabile Business Support & Sales Operations - Italtel) |

La sfida alla piena realizzazione del IoT, di un mondo sempre più connesso e reso più intelligente dalle applicazioni, non può che passare attraverso uno sviluppo e un potenziamento massivo delle reti di comunicazione.

#IoT.week è lo Speciale Key4biz dedicato all’Internet of Things, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.
Clicca qui per leggere tutti i contributi.

IoT


Maurizio Tondi

Internet delle Cose, ossia la capacità dei dispositivi di rilevare e raccogliere dati dal mondo che ci circonda e di condividerli attraverso Internet per essere elaborati e processati per le più varie applicazioni: città più intelligenti e sicure (parcheggi, illuminazione, traffico, etc.), un ambiente più intelligente (consumi, inquinamento, meteo, eventi naturali, etc.),  case più intelligenti (domotica, energia, divertimento).

L’Internet delle Cose è il risultato di incroci virtuosi che si basano – al crescere dei volumi di dati trasportati, del tipo di elaborazione, del tempo di fruizione, della concorrenzialità degli accessi e delle interazioni – sulla disponibilità di infrastrutture di rete in grado di assicurare prestazioni coerenti con le applicazioni ed i servizi. Anzi è largamente diffusa, ma anche verificata, la consapevolezza da parte del mercato che il limite alla diffusione, alla piena fruizione di servizi ed applicazioni “smart” risieda nelle scarsa capacità di banda della infrastruttura di rete.

 

È proprio la rete, come enabling platform, il primo driver della rivoluzione IoT. In questo senso, progetti  innovativi come il Progetto sperimentale Banda Ultra Larga per i Comuni di Monza e Varese – recentemente  assegnato da Infratel all’ATI Sielte-Italtel e che prevede la realizzazione di un’ infrastruttura in  fibra ottica Fiber To The Home punto-punto (FTTH) ed un  accesso ad un Gbit/s – potrà abilitare servizi di connettività avanzati ed applicazioni “smart”; un’infrastruttura in grado questa volta forse di “eccedere”, in capacità e prestazioni,  la disponibilità dei servizi per cui è progettata ma, proprio per questo, di abilitare nuove logiche di fruizione e di integrazione, in un ecosistema che potrà includere servizi al cittadino, intrattenimento, cultura ed informazione.

 

Per essere efficace e performante, la rete ha necessità di essere anche dinamica e adattiva.

La capacità delle reti di sviluppare “consapevolezza”  – attraverso motori di segnalazione come l’IMS (IP Multimedia System)  – e di sfruttare questa intelligenza in relazione al tipo di applicazione, al traffico e all’utilizzo  del servizio,  di verificarne l’affidabilità ed implementare meccanismi di qualità del servizio e di esperienza d’uso, è  alla base del processo di trasformazione – e di monetizzazione da parte dei Service  Provider  più intraprendenti – verso le Smart Network. A ciò si aggiungono i più recenti sviluppi nell’ambito delle Software Defined Network, fenomeno destinato a rivoluzionare totalmente l’industria del software e del Cloud computing.   Le SDN sono infatti dedicate alla realizzazione di livelli di automazione, riconfigurazione e programmabilità delle reti e attengono ancora una volta al tema della loro  “aumentata” intelligenza.

 

Ma è proprio nella natura dell’economia della rete che arriva il quarto driver della rivoluzione: l’interconnessione. Se infatti l’IMS è l’intelligenza delle reti,  gli SBC (Session Border Controller) sono quegli elementi “di bordo” che  governano l’interoperabilità fra reti diverse fornendo qualità e sicurezza. In questo modo, il mondo dell’interconnessione fa dialogare reti diverse.

Ecco perché la sfida alla piena realizzazione del IoT, di un mondo sempre più connesso e reso più intelligente dalle applicazioni, non può che passare attraverso uno sviluppo e un potenziamento massivo delle reti di comunicazione.