#IoT.Week, Mauro Colopi (Bain): ‘Internet of Things – Ritorno al Futuro (Prossimo)’

di di Mauro Colopi (Principal, Bain & Company Italy) |

L’IoT o Internet of Things ci terrà attaccati alle poltrone nei prossimi anni come il più avvincente episodio di Ritorno al Futuro.

#IoT.week è lo Speciale Key4biz dedicato all’Internet of Things, in cinque puntate con interviste, case history, approfondimenti, dati, analisi e opinioni di esperti.
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IoT


Mauro Colopi

Nel 1989 ‘Ritorno al Futuro – Parte II’ sbancava i botteghini dei cinema presentandoci un futuro pieno di meraviglie innovative. Oggi parte di quelle idee da sceneggiatura sono diventati sperimentazioni di interesse.

Come ad esempio le Nike “Air Mag”, le scarpe autoallaccianti della Nike che dopo una fase prototipale (nel 2011 andate all’asta su eBay con 1.500 esemplari), arriveranno sugli scaffali dei negozi di calzature sportive a partire dal prossimo anno.

In questi giorni spopola poi in internet il video “bufala” della HUVr, fantomatica start-up californiana, che ha pubblicizzato il possibile prototipo dello skateboard ad antigravità, diventato immediatamente un fenomeno virale sulla rete.
 

 

Ma il mondo iperconnesso, fatto di elementi intelligenti negli ambienti e nelle abitazioni, con oggetti capaci di interloquire tra loro e con gli utenti “human”, in realtà è qualcosa che progressivamente si sta insinuando nel nostro modo di vivere non solo con realtà prototipali, ma con veri e proprie soluzioni robuste ed attrattive. Il tutto oggi ricompreso sotto il concetto di Internet of Things o IoT per chi nel settore ha la tendenza a trasformare tutto in sigle.

 

I numeri sottostanti mostrano l’importanza del fenomeno. Una rete di reti che sarà articolata in 500 milioni di Client Node nel 2015, che diventeranno 1,8 miliardi nel 2018, sfiorando i 3 miliardi di punti di contatto nel 2020. Punti della rete che a sua volta interagiranno con dispositivi ed utenti dispersi negli ambienti industriali, commerciali e domestici, con una customer base human e not-human di almeno 50 miliardi, pari cioè a più di sei volte la popolazione mondiale. Il tutto tradotto in un giro d’affari al 2020 di circa 2 trilioni di dollari.

 

L’IoT rappresenta oggi per gli operatori del settore ed aspiranti startupper qualcosa di estremamente attrattivo. Termine capace di creare interesse non appena introdotto in una qualsiasi idea di sviluppo, seppur con confini alquanto indefiniti e confusi.

 

Una delle sfide oggi è tentare di dare dei confini ad un mercato con aspettative di crescita da prima net-economy, cercando di segmentare al suo interno cluster di applicazioni che siano caratterizzati da una buona omogeneità di regole e piattaforme tecnologiche e di clientela target. Bain&Company ha investito una particolare attenzione sul tema, definendo quattro segmenti di riferimento, ponendo come driver primario di segmentazione l’hub di accesso/interazione con la rete.

 

Il primo segmento è la Personal Area Network, dove l’hub di accesso è rappresentato dal nostro Smartphone e sempre più in futuro anche da dispositivi wearable. Gli utenti entreranno in contatto con le piattaforme di servizio IoT ad esempio entrando in un negozio dotato di nodi foglia di beaconing che comunicheranno al potenziale cliente in prossimità di uno scaffale quali elementi sono in offerta, quali sono i più adatti considerando il suo profilo Facebook e quali abbinamenti eventualmente fare con altri prodotti in altre aree del negozio. Ma questo è solo un esempio, qui le applicazioni e soluzioni che il mercato continua vertiginosamente a partorire sono le più disparate e faranno si che questo segmento rappresenterà il secondo mercato più attrattivo dell’IoT in termini di valore (c.a. il 28% del mercato mondiale al 2020) ed il primo in termini di esplosione di crescita.

 

Secondo ambito è quello dell’Home Automation, con hub di accesso primario il gateway Wi-Fi della connessione domestica. Ogni casa tecnologica nel 2020 sarà dotata di almeno 10 client node IoT nelle economie evolute, collegando gli impianti di illuminazione e riscaldamento, gli elettrodomestici, gli accessi ed i sistemi di sicurezza, i sistemi di edutainment, etc.. Questo è  il segmento a maggior valore dell’intero IoT (c.a. 38% del mercato mondiale al 2020), rappresentando già oggi una parte preponderante del mondo degli oggetti connessi.

Il terzo è l’Industrial IoT, dove le piattaforme Cloud abilitate dalle reti nella rete permetteranno di governare da remoto elementi industriali e monitorare il ciclo di vita degli strumenti anticipandone con manutenzioni proattive appropriate potenziali criticità. Ciò si tradurrà in un miglioramento sensibile della produttività nei diversi comparti, dai trasporti alla sanità, passando dalla produzione e dalle utilities. General Electric in collaborazione con la Banca Mondiale ha quantificato i potenziali benefici nel lungo periodo della piena introduzione dell’IoT nel mondo produttivo in un recupero complessivo di efficienza a livello mondiale di 10-15 trilioni di dollari, pari cioè a c.a. il 15-20% dell’attuale PIL mondiale.

 

Infine il segmento delle Smart Cities e Infrastructure Sensing, dove le reti mobili e (qualora sviluppate a sufficienza) reti distribuite wi-fi permetteranno di trasformare il modo di interagire con le strutture urbane dei cittadini, ma anche il modo in cui l’ecosistema not-human urbano potrà parzialmente autogovernarsi. Notevole è in quest’ambito lo sforzo di riprogettazione delle città, con un investimento annuo a livello globale superiore ai 30 miliardi di euro. Seppur forse il più noto in termini di copertura mediatica, questo segmento rappresenterà nel lungo periodo il quarto settore in termini dimensionali complessivi (c.a. l’11% della totale partita IoT).

 

Se da una parte i quattro settori sono interessati da un intenso dinamismo in termini di gemmazione di nuove idee e soluzioni, dall’altra la competizione per l’affermazione degli standard tecnologici di riferimento in ciascun ambito è particolarmente accesa e non ha ancora consegnato lo scettro a nessuno dei pretendenti.

 

In ambito Personal la sfida sarà tra il Bluetooth Low Energy e il Wi-Fi, dove il primo ha un vantaggio notevole di first mover, ma il secondo con forti innovazioni in ambito Low Power potrà senza dubbio conquistare parte del terreno perduto nei prossimi anni. In ambito domestico, il Wi-Fi sembra invece detenere al momento un vantaggio rispetto agli altri pretendenti, anche se Bluetooth e Z-Wave stanno tentando di ricavarsi un loro spazio. In ambito industriale, lo ZigBee ha rappresentato lo storico dominatore, ma anche qui il Wi-Fi, come in ambito personal, con le opportune innovazioni di prodotto potrebbe farsi valere. Infine il Mobile potrebbe avere una posizione di vantaggio in ambito Smart Cities, con ambizioni potenziali di espandere il suo contributo in altri ambiti.

 

L’IoT ci terrà dunque attaccati alle poltrone nei prossimi anni come il più avvincente episodio di Ritorno al Futuro. Consci che ciò a cui assisteremo non sarà in questo caso frutto dell’ottima regia di Robert Zemeckis ma di imprenditori storici e nuovi in ambito ICT.