Internet delle cose, Gartner: 26 miliardi di oggetti connessi nel 2020

di Paolo Anastasio |

La società di ricerca prevede una crescita degli oggetti connessi di 30 volte nei prossimi sette anni, rispetto ai 900 milioni del 2009, a fronte di un giro d’affari che raggiungerà quota 300 miliardi di dollari per i fornitori di prodotti e servizi.

IoT


Internet of things

L’Internet delle cose raggiungerà 26 miliardi di oggetti connessi nel 2020, con una crescita esponenziale di 30 volte rispetto alla base installata nel 2009, quando gli oggetti collegati al web erano appena 900 milioni. Lo rende noto la società di ricerca Gartner, precisando che dal computo sono esclusi pc, smartphone e tablet. Il giro d’affari dell’Internet delle cose, in particolare quello generato da fornitori di prodotti e servizi, raggiungerà quota 300 miliardi di dollari nel 2020, pari a 1,9 trilioni di dollari di vendite complessive.

 

“La crescita dell’Internet delle cose supererà di gran lunga tutti gli altri segmenti di oggetti connessi. Entro il 2020 il numero di smartphone, tablet e pc raggiungeranno quota 7,3 miliardi di unità”, ha detto Peter Middleton, direttore ricerche di Gartner.

 

A trainare le connessioni degli oggetti saranno software “fantasma”, incorporati negli oggetti senza che il soggetto umano ne sia nemmeno consapevole, ma capaci di attivarsi automaticamente.

 

Settori che vedranno un grosso utilizzo di questo genere di oggetti, secondo Gartner, sono quello medicale, gli impianti di automazione industriale, sensori e applicazioni nell’industria robotica; sensori per l’aumento della produttività agricola, sensori per il monitoraggio della produzione nel settore auto e in diverse altre aree, come il trasporto su strada e quello ferroviario, la distribuzione dell’acqua e la trasmissione elettrica. Fra i mercati verticali che maggiormente contribuiranno allo sviluppo dell’Internet delle cose ci sono manifatturiero, sanità e assicurazioni.