Nanotecnologie, RFID, sensori wireless. L’Internet delle cose e il suo impatto sul business all’alba di un nuovo futuro hi-tech

di Alessandra Talarico |

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Con l’emergere di tecnologie quali le etichette intelligenti, le nanotecnologie e le reti di sensori wireless, le comunicazioni real-time e il libero scambio di informazioni tra le persone e gli oggetti non fanno più parte di un immaginario fantascientifico, ma della vita di tutti i giorni, in quello che ormai viene definito “Internet delle cose”.

 

La prima dimostrazione della crescente ubiquità delle reti si può trovare nella diffusione dei telefonini: l’industria si appresta a raggiungere il traguardo dei 3 miliardi di utenti, mentre è sempre più difficile, almeno nei Paesi industrializzati, incontrare una persona che non possiede un cellulare.

 

Anche Internet è cresciuto a ritmi vertiginosi: dalla sua origine di rete accademica per una piccola elite, il world wide web conta adesso circa un miliardo di adepti, ed è solo l’inizio.

 

Come ha spiegato a key4biz.it Oscar Cicchetti, amministratore delegato di Netscalibur Italia Spa, “…il mondo IP sta evolvendo tanto da permeare qualsiasi device che utilizziamo nella quotidianità. Questo concetto, noto anche come “Internet delle cose”, evolverà a tal punto da impattare in modo decisivo il modo di fare business in futuro”.

 

Per Lara Srivastava, autrice del report ITU “The Internet of Things“, siamo alle soglie “di una nuova era delle comunicazioni che trasformerà radicalmente l’Internet che conosciamo ora e, con esso, la nostra sfera personale e lavorativa”.

La Rete, ha aggiunto la Srivastava, “è uno strumento di comunicazione che non ha precedenti e ci sta proiettando in un mondo in cui le persone potranno essere connesse a ogni sorta di oggetto e così gli oggetti tra loro”.

 

Innovazioni quali le etichette RFID, che pure stanno suscitando molta preoccupazione per le implicazioni sulla privacy, segnano l’alba di un nuovo futuro hi-tech in cui gli ‘utenti’ delle reti saranno miliardi e non per forza saranno gli ‘umani’ i maggiori produttori e destinatari di questo traffico.

 

La maggior parte degli scambi avverrà tra oggetti inanimati e, attraverso l’integrazione di trasmettitori mobili a corto raggio nei gadget e negli oggetti che popolano la nostra vita quotidiana, si creerà un ‘Internet delle cose’ molto variegato e complesso che sfocerà in un modo di comunicare completamente nuovo.

 

Non a caso, l’Internet delle cose ha suscitato l’interesse dei player più disparati – dagli operatori di telefonia mobile alle strutture sanitarie, dai produttori di infrastrutture ai costruttori di automobili.

 

Per gli utenti, la connessione dei propri oggetti a un network renderà il mondo reale molto più semplice da gestire: si tratti dell’inventario di una grande rete di distribuzione, di fare shopping o cucinare, tutto si realizzerà in maniera più conveniente e funzionale. Il che significa anche progressi notevoli in campo sanitario, che permetteranno un po’ a tutti di vivere meglio.

 

Per i Paesi emergenti emergenti, l’RFID e le tecnologie a esso connesse potrebbero svolgere un ruolo di primo piano nella riduzione della povertà e nel superamento del digital divide e, in generale, Internet delle cose potrebbe rappresentare un fattore accelerante per la crescita dell’economia e lo sviluppo tecnologico.

 

Per l’industria delle telecomunicazioni, infine, l’espansione di Internet rappresenta non solo un’opportunità di capitalizzare sulle attuali tecnologie – banda larga e comunicazioni wireless – ma anche la possibilità di esplorare nuove frontiere.

Sul lungo periodo, dunque, l’Internet delle cose potrebbe creare opportunità di mercato finora neanche considerate dall’industria di settore.

 

Ovviamente, restano tutte le perplessità sulle implicazioni che questo tipo di tecnologie potranno avere sulla privacy e la protezione delle informazioni, anche se – è da dire – negli Usa sono già decine i fan dei sistemi di identificazione a radiofrequenza: chip più piccoli di un chicco di riso che, impiantati sottopelle, permettono di accedere al pc senza digitare password o di aprire la porta di casa con la sola imposizione della mano.

Non a caso sembra che le più entusiaste sostenitrici dei chip siano le ragazze, stanche di cercare affannosamente le chiavi di casa nel marasma della loro stracolma borsa!