Anche Codemasters critica Gran Turismo 5

di a cura della Redazione di eurogamer.it |

Continuano le polemiche.

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Dopo le critiche ricevute dagli sviluppatori di Forza Motorsport, anche un altro sviluppatore commenta negativamente Polyphony Digital per quello che è stato definito come il “grinding automobilistico” di Gran Turismo 5.

“Gran Turismo è un gioco immenso”, ha dichiarato Paul Coleman, chief game designer presso Codemasters per il futuro DiRT 3. “Personalmente sono rimasto però un po’ deluso da quest’ultimo capitolo, anche se le vendite hanno dimostrato che la formula proposta, seppur discutibile, è ancora vincente”.

“Alcune scelte di design non mi hanno convinto del tutto, e soprattutto sono rimasto deluso dalle meccaniche di grinding automobilistico. Anche se non avrebbe rappresentato alcun passo avanti, mi sarebbe piaciuto vedere una progressione più tradizionale e non la necessità di ripetere la stessa gara per 15 volte nella speranza di poter poi sbloccare quella successiva”.

“Sono al corrente del fatto che stiano cercando di limitare tali problematiche, ma mi stupisce il fatto che tali questioni non siano state discusse durante uno dei tanti design meeting che caratterizzano lo sviluppo di un qualsiasi prodotto. Il fatto che il team si sia messo in moto solo dopo aver ricevuto critiche dalla community è abbastanza strano”.

“Ad ogni modo, considerando che non vedremo sicuramente un nuovo capitolo della serie per almeno cinque o sei anni, è quasi scontato che Polyphony decida di continuare ad arricchire l’offerta di base di Gran Turismo 5 con nuovi contenuti e con un graduale ma costante processo di ottimizzazione”.

Interrogato poi su cosa pensasse del lavoro svolto da Criterion con NFS: Hot Pursuit, Coleman ha affermato di ritenerlo un “prodotto molto interessante”.

“Hanno lavorato bene sviluppando numerose feature di indubbio interesse. In molti mi hanno detto di considerare questo ciò che Burnout Paradise sarebbe dovuto essere stato al tempo della sua release, ma la cosa mi ha abbastanza deluso perché ero davvero innamorato di Paradise”.