Una strategia per la cultura. Una strategia per il paese

di di Flavio Fabbri |

IX rapporto annuale Federculture 2013

REPORT

Di Federculture

Pubblicato: 2013

Pagine: 304

Prezzo: 23,90

 

Il Rapporto Annuale di FedercultureUna strategia per la Cultura. Una strategia per il Paese“, edito da 24oreCultura, lancia nel 2013, in modo netto e forte, il tema della scelte necessarie a ridare al Paese slancio e forza per risollevarsi dalla crisi e tornare a crescere.

 

Con 3.609 Musei, 5.000 siti culturali, 46.025 beni architettonici vincolati, 12.609 biblioteche, 34.000 luoghi di spettacolo e 47 siti UNESCO, l’Italia è unica per la ricchezza del suo patrimonio, ma anche, drammaticamente, uno dei paesi europei che investe meno in cultura.

 

Con la crisi in atto la situazione si è ulteriormente aggravata: dal 2008 ad oggi il settore culturale ha perso circa 1,3 miliardi di euro di risorse per effetto della crollo della finanza pubblica, statale e locale, e della contrazione degli investimenti privati. Il budget del Ministero per i Beni e le Attività culturali che nel 2013 scende a 1,5 miliardi di euro, in dieci anni ha perso il 27% del suo valore.

In questo quadro già grave, i fondi per la tutela, nella programmazione ordinaria 2013, crollano a soli 47 milioni di euro, il 32% in meno dello scorso anno ma addirittura più del 76% in meno rispetto al 2004, quando ammontavano a 201 milioni di euro.

 

Del resto nel confronto sulla spesa statale per la cultura siamo fanalino di coda in Europa: il budget del nostro ministero è praticamente pari a quello della Danimarca (1.400 milioni di euro) ed è circa un terzo di quello della Francia che ogni anno stanzia circa 4 miliardi per il suo dicastero della cultura. Non stupisce, quindi, che la nostra spesa in cultura per abitante sia di soli 25,4 euro l’anno, ma colpisce che sia la metà di quella della Grecia che impegna 50 euro per ogni cittadino.

A livello statale la crisi delle risorse si fa sentire anche per lo spettacolo, il Fus dai 507 milioni di euro del 2003 è stato ridotto ai 389,8 milioni di euro del 2013, diminuendo in un decennio del 23,1%, e nelle fonti di finanziamento integrative come quelle provenienti dal Gioco del Lotto diminuite dal 2004 del 64%.

 

Le analisi statistiche dimostrano come non solo non si punti a valorizzare il settore culturale e creativo, ma anche che negli ultimi anni il pubblico sta progressivamente disinvestendo in cultura. Il tutto a fronte di una richiesta da parte della popolazione che, nonostante i segnali evidenti della crisi, rimane consistente: lunghe code per visitare mostre e grande partecipazione alle attività proposte dalle istituzioni culturali presenti sul territorio dimostrano, infatti, come in Italia ci sia voglia di cultura e come il “mercato” della cultura possa portare sviluppo e crescita economica, oltre che intellettuale.

 

La spesa delle famiglie italiane per ricreazione e cultura nel 2012 è stata di 68,9 miliardi di euro oltre 3 in meno del 2011 quando era stata di 72 miliardi. Un calo del 4,4%, significativo soprattutto perché arriva dopo più di dieci anni di espansione, durante i quali la spesa era costantemente cresciuta indicando una decisa vitalità della domanda.

 

La sofferenza delle famiglie è chiaramente dimostrata anche dai dati sulla fruizione culturale. Gli italiani nel 2012 rinunciano al teatro, -8,2%, al cinema, -7,3%, ai concerti, -8,7%, e più in generale la partecipazione culturale (la fruizione nell’arco dell’anno di più di un intrattenimento culturale) crolla dell’11,8%.

 

In termini di spesa delle famiglie e di consumi, si allungano le distanze con l’Europa. Con il nostro 7,1% destinato alla cultura sul totale della spesa familiare siamo al di sotto della media Ue (8,9%) e ben distanti dai cittadini inglesi (11%), tedeschi (9,2%), spagnoli (8,2%). E mentre solo 46 italiani su cento leggono almeno un libro l’anno in Francia lo fanno in 70, in Inghilterra il 73% dei residenti visita siti archeologici e monumenti, da noi vi si reca solo il 21% dei cittadini.

 

Di qui l’urgenza di una nuova strategia per la cultura e per tutto il Paese, fortemente invocata da molti esponenti del mondo della cultura, dell’economia, delle istituzioni.

 

Il libro si apre con gli interventi del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, del direttore de “Il Sole 24 Ore”, Roberto Napolitano e del curatore Roberto Grossi, Presidente di Federculture, per poi passare la parola a esperti dei diversi settori del mondo della cultura.

 

Il volume è infine corredato da un’ampia appendice statistica che illustra con dati aggiornati e confronti internazionali i principali andamenti dei settori della cultura e del turismo.