Thingful.net

di Flavio Fabbri |

RECENSITI


Thingful.net

È uno dei primi motori di ricerca di oggetti pubblici connessi in rete in tutto il mondo. Una piattaforma che è dedicata completamente all’internet delle cose e all’internet of everythings (cose+persone+dati).

 

Tramite thingful.net si può navigare attraverso il pianeta e cercare, anche manualmente, l’immensa rete di oggetti e sensori intelligenti attivi al momento. Dalla domotica alla robotica, dall’aviotica all’industria dell’automobile di nuova generazione, dalla videosorveglianza alla mobilità sostenibile, dalla telemetria e alle reti wireless, decine di miliardi di ‘cose’ in connessione tra loro (212 miliardi nel 2020 secondo Gartner) ci rimandano indietro un flusso imponente di dati (big data) da elaborare di ora in ora.

 

Una bella mappa interattiva dei cinque continenti si apre da subito nella home page, con diverse colorazioni per i tipi di oggetti connessi in base all’utilizzo e al settore di riferimento. Tali oggetti sono evidenziati da pallini colorati che, a seconda della densità di cose connesse in rete, tendono a caratterizzare la superficie di ogni Paese come nel caso del Nord America, dell’Europa, del Mediterraneo, del Sud Est asiatico.

 

Se si ha bene in mente il settore che ci interessa e l’area geografica, possiamo andare subito ad utilizzare il motore di ricerca che è ben visibile nella parte alta della prima pagina. Sulla destra, sempre in alto, c’è il menù a tendina con le voci ‘About‘, ‘FAQ‘, ‘Contact‘, ‘Blog‘, e la login tramite l’account di Twitter.

In basso a sinistra, invece, c’è il simbolo delle impostazioni per stabilire le modalità di ricerca, il filtri e il livello di zoom, con l’ozione ‘Near me’.

 

Uno strumento molto utile anche per comprendere la tecnologia dell’immediato, del real time, dei big data, delle informazioni dettagliate su qualsiasi tipo di fenomeno e processo da cui esperti sviluppatori tirano fuori servizi innovativi. In Italia ci sono oggi quasi 10 milioni di oggetti in rete e, tramite Thingfull, se ne può conoscere ubicazione, settore di utilizzo, profilo tecnologico e dati raccolti in tempo reale.

 

Sulla piattaforma è inoltre possibile iscriversi, creare un account e registrare oggetti/sensori di cui disponiamo e che abbiamo messo in rete. Così facendo, tutte le informazioni degli oggetti in rete sono pubblicamente accessibili per generare public open data.

 

Un modo semplice e simpatico di presentare al pubblico del web la grande internet delle cose, di spiegare a cosa serve, perché è nata e quali opportunità offre ad aziende, enti pubblici e cittadini nei più disparati settori di impiego: dall’economia all’ambiente, dalla sicurezza ai trasporti, dal clima alla geologia, dalla navigazione in mare alla scalata delle montagne.

 

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Legenda: @ sufficiente; @@ buono; @@@ ottimo