La morte della pubblicità

di di Bruno Ballardini |

La stupidità nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

BIBLIOTECH


La morte della pubblicità

Lupetti Editore

Pubblicato: 29 novembre 2012

Pagine: 176

ISBN: 9788883913822

Pezzo: 16,00

 

«All’inizio, era il verbo. Poi, il verbo si nascose e la persuasione divenne occulta…». Questo provocatorio saggio, scritto da un pubblicitario “pentito”, è diventato un vero e proprio cult negli anni Novanta. Tutte le profezie in esso contenute si sono avverate.

 

A distanza di anni, resta uno dei migliori testi teorici sulla pubblicità e contiene un lungo elenco di quesiti cui il mondo della comunicazione deve ancora rispondere. Ma è anche il manifesto di una nuova ecologia mentale per sopravvivere a quello che l’autore definisce Media Evo, fornendo tutti gli strumenti per comprendere dall’interno i segreti della comunicazione pubblicitaria e diventarne possibilmente immuni.

 

Dalle vecchie tecniche di persuasione ai nuovi scenari che si stanno aprendo, con la denuncia di un gravissimo pericolo: se tutta la comunicazione tende al modello pubblicitario, dovranno esserne ridefiniti al più presto i metodi altrimenti, per dirla con McLuhan, la sua intrinseca stupidità si diffonderà a velocità elettronica. Per questo e per molti altri motivi la vecchia pubblicità, se non è ancora morta, deve morire.

 

Questa nuova edizione è arricchita da sezioni dedicate all’analisi della comunicazione, al digitale e alle sfide che verranno. Se, dopo il Media Evo, ci sarà un nuovo Rinascimento.

(Nota a cura dell’editore)

               

Bruno Ballardini, uno dei più accreditati esperti di comunicazione strategica in Italia, è stato docente di Tecniche della Comunicazione Pubblicitaria all’Università di Salerno e di Roma. Dopo una lunga esperienza nelle multinazionali dell’advertising, oggi è consulente per le più grandi aziende italiane. Tra i suoi libri di successo, Gesù lava più bianco (2007), tradotto in undici paesi, e Gesù e i saldi di fine stagione, sul marketing della Chiesa (2011).

 

Flavio Fabbri