La grande G

di di Siva Vaidhyanathan |

Come Google domina il mondo e perché dovremmo preoccuparci

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La grande G

Rizzoli ETAS Editore

Pubblicato: febbraio 2012

Pagine: 324

ISBN: 8817054188

Prezzo: 21,50

           

All’inizio c’era il World Wide Web, eccitante e aperto fino all’anarchia, una miniera enorme e un po’ inquietante di caos creativo non indicizzato. Poi venne Google con la sua impressionante missione: organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili.

 

Oggi Google sembra onnisciente, onnipotente e onnipresente. E sostiene anche di essere un’azienda benevola. Non sorprende perciò che la rispettiamo quasi come una divinità.

 

Ma che cosa guadagniamo o perdiamo permettendole di essere la lente attraverso cui vediamo il mondo? Stiamo muovendoci lungo una strada che porta a un’era più illuminata o ci stiamo avvicinando a un futuro di controllo e sorveglianza sociale? E che effetto potrà avere l’egemonia del motore di ricerca sullo sviluppo della nostra cultura?

 

Per rispondere a queste e altre domande, Siva Vaidhyanathan – tra i più quotati analisti ed esperti di internet -, esamina in profondità l’influenza spesso insidiosa di Google nella società e suggerisce che potremmo vivere meglio imparando a vederla come una semplice azienda invece che come una forza del bene, prendendo atto che noi – con le nostre fantasie, feticci, predilezioni e preferenze – non siamo i suoi clienti ma il prodotto che vende agli inserzionisti.

 

Un saggio originale e provocatorio per tutti coloro che vogliono capire e difendersi dalla “googlizzazione” delle nostre vite, perché, come dice l’autore: “Google non è il male, ma neppure è moralmente buona, né è semplicemente neutrale. Al contrario è ben lungi dall’esserlo.”

(Nota a cura dell’editore)

 

Siva Vaidhyanathan, insegna Media Studies e Legge all’Università della Virginia. Tra gli studiosi critici dell’ottimismo indiscriminato su Internet, si occupa in particolare del tema del copyright, di cui tratta nel suo testo più noto, Copyrights and Copywrongs (2001).

 

Flavio Fabbri