BIBLIOTECH
 Marsilio Editore
 Pubblicato: luglio 2010
 Pagine: 352
 ISBN: 9788831706216
 Prezzo:  32,00
Ricordare il ventennio fascista è stata una necessità evidente e duratura per la società dell’Italia repubblicana. Ancora molti anni dopo la sua fine, il fascismo è apparso alla maggioranza degli italiani non come un’esperienza storica chiusa e metabolizzata ma, al contrario, come una fase per certi aspetti ancora aperta e fonte continua di giudizi, riflessioni, spunti.
Le semplificazioni, i luoghi comuni, le banalizzazioni che hanno accompagnato la lettura di quel fenomeno nel corso degli anni attingono a un retroterra tematico e iconografico diffuso e fortemente consolidato che inizia a strutturarsi negli anni stessi del regime ma che, dopo la sua caduta, troverà piena definizione e organizzazione. Si arriva in questo modo alla diffusione di una sua rappresentazione fortemente stilizzata, sia nel senso di una “defascistizzazione” del fascismo sia, all’estremo opposto, di una demonizzazione di questo.
 Il cinema, con il suo collocarsi a cavallo tra espressione culturale  originale e comunicazione di massa, rappresenta la cartina di tornasole  per valutare come la società italiana si sia di volta in volta orientata nel  costruire un proprio “fascismo della mente” che sempre meno aveva a che  fare con la realtà stessa del fenomeno e sempre più batteva strade, a seconda  dei casi, utili alla denuncia di responsabilità passate e presenti o, al  contrario, ad assoluzioni generalizzate.
 (Dalla quarta di copertina)
 Maurizio Zinni (1976), è dottore di ricerca in storia contemporanea. I  suoi interessi di ricerca riguardano le icone moderne come fonti della storia  contemporanea, in particolar modo il cinema. Dal 2009 è responsabile degli  archivi e dei seminari del Laboratorio di Ricerca e Documentazione Storica  Iconografica del Dipartimento di Studi Internazionali dell’Università  Roma Tre. Collabora con le cattedre di Storia contemporanea e Storia del  giornalismo e delle comunicazioni di massa nella realizzazione di attività  seminariali. Fa parte della redazione di «Mondo contemporaneo. Rivista di  storia».