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Filosofie di Avatar

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Mimesis Edizioni
Pubblicato: maggio 2010
Pagine: 200
ISBN: 9788857500577
Prezzo: 15,00

Avatar segna una rivoluzione nel cinema e nell’immaginario. Certo non inattesa, ma non per questo meno radicale. Le nuove tecniche 3D creano per lo spettatore situazioni di coinvolgimento e di immersione prima impensabili. Tutto il sistema di produzione e di distribuzione è stato sconvolto e ridisegnato dal film di Cameron. In questo nuovo intreccio fra immaginario, tecnica e produzione, il cinema si riconferma snodo centrale dell’industria culturale – e quindi anche indice, sintomo e forza propulsiva di qualcosa che va al di là di essa.

Dietro e a lato delle ingenuità e delle semplificazioni del film, Avatar solleva temi e problemi di ordine filosofico, sociale e politico su cui riflettere è urgente e necessario. Una prima proposta di riflessione è contenuta in questo libro, a opera di una pattuglia (composita ma non estemporanea) di studiosi di differenti generazioni e di diverse estrazioni.

Che cosa riprende e che cosa supera, il film, della tradizione dell’immaginario cinematografico? Come presenta e come ridisegna i problemi dell’immaginazione ecologica del pianeta? Che modelli di agire politico e di organizzazione sociale mette a confronto? Ma uno dei nodi centrali di Avatar, uno dei suoi aspetti più inquietanti e affascinanti, è forse il fatto che ci propone una storia di transizioni, di ibridazioni fra umano e non umano, che ci parla della necessità di attraversare una soglia costantemente mobile e instabile in cui la nostra identità vacilla ma non si perde, è sfidata ma al tempo stesso esaltata. Con Avatar stiamo forse entrando davvero nell’era del postumano.

Interventi di: Alberto Abruzzese, Massimo Canevacci, Massimiliano Cappuccio, Pier Luigi Capucci, Giuseppe Frazzetto, Gino Frezza, Derrick de Kerckhove, Giuseppe O. Longo, Michel Maffesoli, Franco Marineo, Mario Pireddu, Alberto L. Siani, Luisa Valeriani, Slavoj iek.
(Dalla quarta di copertina)
 

Antonio Caronia, insegna Sociologia dei processi culturali e Comunicazione multimediale all’Accademia di Belle Arti di Brera, Estetica dei nuovi media alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti). È inoltre Director of Studies del M-Node del Planetary Collegium di Plymouth. Ha scritto fra l’altro: Il corpo virtuale (1996), Houdini e Faust. Breve storia del cyberpunk (con D. Gallo, 1997), Philip K. Dick. La macchina della paranoia (con D. Gallo, 2006), Universi quasi paralleli (2009), Un’ambigua utopia: fantascienza, ribellione e radicalità negli anni 70 (con G. Spagnul, 2009).

Antonio Tursi, ha conseguito il dottorato di ricerca in Teoria della comunicazione presso l’Università di Macerata, dopo aver studiato presso le università “Sapienza” di Roma, del Sussex a Brighton e Toronto (dove è senior fellow del McLuhan Program in Culture and Technology). Si occupa del rapporto tra nuove tecnologie di comunicazione e forme espressive e politiche. Ha pubblicato e curato diversi volumi, tra i quali: Dopo la democrazia? (a cura, con D. de Kerckhove, Apogeo, Milano 2006) e Estetica dei nuovi media (Costa&Nolan, Milano 2007). Cura la rubrica Non solo cyber per «L’espresso».
 

 

Flavio Fabbri

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