Ottavo Rapporto sulla comunicazione

di di Censis-UCSI (a cura) |

I media tra crisi e metamorfosi

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Ottavo Rapporto sulla comunicazione

Franco Angeli Editore
Pubblicato: novembre 2009
Pagine: 160
ISBN: 9788856815054
Prezzo: 17,00

La ottava edizione del Rapporto sulla comunicazione prosegue il monitoraggio dell’evoluzione dei consumi mediatici in Italia, misurati ormai nell’arco di un decennio.

 

La crisi economica mondiale che stiamo attraversando – che è anche la prima grande crisi conosciuta dalla società digitale – ha accelerato il processo di trasformazione del sistema dei media già in atto, sospinto dallo sviluppo tecnologico, modificandone alcune direttrici. E determinando metamorfosi inattese, secondo il paradigma della moltiplicazione e integrazione dei media, con l’assottigliamento dei confini tra i mezzi e tra i generi della comunicazione.

 

Il Rapporto si focalizza anche su tre questioni di grande rilevanza e attualità. La prima è la moltiplicazione degli usi della televisione: un mezzo che rimane saldamente dominante nel panorama mediatico degli italiani e che le innovazioni tecnologiche stanno spingendo al centro di nuovi scenari di offerta. Il secondo approfondimento tocca il tema cardine dell’informazione e della fiducia riposta dal pubblico nei media. Il terzo focus riguarda l’affermazione di un nuovo paradigma nell’uso dei media, rispecchiato dalla crescita esponenziale degli utenti di Facebook e degli altri social network.
(Dalla quarta di copertina)

Il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, è un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964. Tra i suoi clienti si sono gli apparati centrali e periferici dello stato (Ministeri), enti locali (Comuni, Province e Regioni) ma anche grandi aziende sia private che pubbliche e organismi nazionali e internazionali.

L’UCSI, Unione cattolica stampa italiana, nasce nel 1959 dalla volontà di alcuni giornalisti dell’epoca. Attualmente associa circa duemila giornalisti italiani ed è organizzata su base regionale, con una sede centrale nella città di Roma.

 

 

Flavio Fabbri