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 Chiarelettere Editore
 Pubblicato: maggio 2009
 Pagine: 170
 ISBN: 9788861900837
 Prezzo:  13,60
 “È opportuno processare gli economisti per i loro errori di imprevidenza,  individuare dove hanno sbagliato e perché hanno sbagliato.”
 Tommaso Padoa-Schioppa, Biennale della democrazia, aprile 2009
Gli economisti hanno molto potere e sono dappertutto: nel governo, nelle università, nelle banche, nei consigli di amministrazione delle aziende, ai vertici di istituzioni finanziarie internazionali (il Fondo monetario e la Banca centrale europea). Le loro verità non ammettono repliche, confortate da dati e sofisticati strumenti di analisi.
Eppure fanno errori macroscopici e non sono stati capaci di prevedere la crisi. Com’è possibile?
Adesso molti di loro sono sul banco degli imputati. Questo libro spiega perché e individua i maggiori capi d’imputazione, prima di tutto l’infatuazione per il dio Mercato.
 Un duro atto d’accusa verso una categoria che sembra aver perso il contatto con  la realtà, i bisogni delle persone e la capacità di sognare. È forse giunta  l’ora dell’autocritica?
 In appendice: Le dieci bugie degli economisti e La crisi e le ultime parole  famose.
 (Dalla quarta di copertina)
 Roberto Petrini, giornalista de «la Repubblica», è specializzato in  economia. Tra i suoi libri di analisi e denuncia, pubblicati da Laterza: Il  grande bluff. Perché non va l’economia di Berlusconi (2002), Il declino  dell’Italia (2004), L’imbroglio fiscale (2005), L’economia della pigrizia  (2007). Ha studiato il filone laico-democratico e socialista-liberale  dell’economia italiana: nel 1993 ha pubblicato in un’antologia gli scritti  economici di Ernesto Rossi (“Capitalismo inquinato”, con una prefazione di  Eugenio Scalfari). Ha raccolto in due volumi le testimonianze biografiche e le  storie intellettuali di Paolo Sylos Labini (“Un paese a civiltà limitata”,  Laterza 2001) e Giorgio Fuà (“Uomini e leader”, Centro Calamandrei 2000).
  


