Neotelevisione

di di Marcello Pecchioli |

Elementi di un linguaggio catodico glocal-e

BIBLIOTECH


Neotelevisione

Costlan Editori, Milano 2005
Pagine 208
ISBN 88-7437-011-3
Prezzo 17.20

 

Questo libro parla di neotelevisione, ma, si badi bene, non è dedicato alla televisione pura e semplice, di cui esiste una bibliografia a di poco sterminata, ma a ciò che la televisione- questo elettrodomestico un pò sornione che ha però potenzialità di una centrale nuclerae in azione, come scrive Marco Maria Gazzano – sta diventando nella vita e nell’esperienza di ognuno di noi, e per noi intendo le centinaia di milioni di telespettatori di tutte le televisioni del mondo.

 

Il termine “neotelevisione”, come è noto, è stato coniato in Italia da Francesco Casetti e da Umberto Eco che intendevano riferirsi, agli albori delle televisioni generaliste e molto aggressive, che miravano a insinuarsi, subdolamente, nella vita quotidiana e nei salotti delle famiglie italiane e cercavano di travestirsi da amici di famiglia, compagni di gioco, mentori, alleati e chissà che altro: tutto per ottenere la fidelizzazione del tele-utente, un vero e proprio patto d’acciaio, poi rinsaldatosi nel tempo e nel vissuto di ognuno di noi.

 

Questo patto di collaborazione tra lo spettatore e il suo medium o il suo programma preferito si è rafforzato negli anni e, attualmente, ci sono generazione nate, cresciute e svezzate con la televisione, quasi fosse una baby-sitter, un pò petulante e frastornante ma, certamente, vissuta dai bambini di tutt’Italia come un’incantevole compagna di giochi. Si leggano a questo proposito le ricerche condotte dal “Festival Merano Kinder-Com” sulla televisione percepita dai bambini e si veda la rubrica /Tv come mi vuoi”. Molti adolescenti ed ex adolescenti sono stati cullati dalle musichette finto-giapponesi dei cartoni nipponici (Mazinga, Goldakre, Lady Oscar, Remì, eccetera) e oggi sono gli stessi che assediano festival e convention sui cartoni, l’animazione, le serie televisive.
(dall’introduzione)