Le televisioni pubbliche nelle regioni d´Europa

di di Giuseppe Richeri (Università di Lugano) |

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Le televisioni pubbliche nelle regioni d´Europa

Rai Eri, Roma 2005
Pagine 269
ISBN 88-397-1341-7
Prezzo 16.00

Presentazione di Paolo Morawshi, Presidente Circom Regional (Associazione europea delle tv pubbliche regionali)

L’insieme dei casi analizzati nella ricerca, oltre a sottolineare la grande eterogenità dell’attività televisiva pubblica a livello regionale nelle varie parti d’Europa, mette in evidenza uno scenario piuttosto complesso e in forte evoluzione. In alcuni paesi si stanno ancora definendo le regole, in altri le regole sono già state definite ma non ancora applicate, in altri ancora si vuole rafforzare l’attività locale o, al contrario, si cerca di porla sotto un maggiore controllo centrale.

In questo quadro si innesta la transizione verso la televisione digitale terrestre, in fase avanzata di progettazione se non già operativa anche a livello regionale. Pochi sono i paesi dove la televisione regionale pubblica può essere considerata come un’esperienza matura, stabilizzata e priva di spinte innovative. Dai diversi fattori esaminati nella ricerca dipenderà il futuro della televisione pubblica, la sua funzione e il suo spazio, sia in ambito locale che nazionale.
(dalla quarta di copertina)

Una foto così non era mai stata stata scattata. Come in tutte le foto famiglia che si rispettino, vi si vedono i membri anziani e più giovani, grandi insieme ai piccoli, magri a fianco dei più grassi, ricchi e poveri… In breve, una variegiata e cospicua parentela che per la prima bolta posa insieme davanti all’obiettivo.

Più che come fotografo, l’autore di questa ricerca ha operato invero da radialogo, esaminando minuziosamente uno a uno ventuno casi diversi di televisione regionale in Europa, Italia esclusa, sviscerando per ciascuno un ricco insieme di informazioni e di dati, di utili indicazioni, riferimenti, tipologie e categorie analitiche, nonché descrizioni delle attività svolte e dei concreti assetti organizzativi.

Ne è scaturita una classificazione comparativa senza uguali in cui sono considerate tutte le grandi aree geoculturali del nostro continente comprese tra l’Irlanda e la Russia, la Norvegia e la Grecia, la Galizia e la Transilvania. Ovvero: l’Europa occiedentale, quella nordica e quella centrale, l’Europa dell’est, del centro-est e del sud-est, lo spazio baltico, adriatico, mediterraneo occidentale, i fronti atlantici. Da questo vasto giro d’orizzonte si esce rafforzati nella convinzione che un solo modello di televisione regionale in Europa non esiste, probabilmente mai esisterà. Ed è un bene.
(dalla presentazione)

Giuseppe Richeri è professore ordinario all’Università della Svizzera italiana, Lugano (Svizzera), presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione di cui riveste il ruolo di Decano. Presso lo stesso Ateneo, è Direttore dell’Istituto Media e Giornalismo. È stato membro della commissione del Ministero delle comunicazioni italiano per le concessioni televisive nazionali e locali (1999-2001). Ha svolto attività di ricerca e consulenza per istituzioni pubbliche (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Ministero delle Comunicazioni, Unione Europea, Banca Interamericana per lo Sviluppo, Datar, Consejo Nacional de Television del Cile, ecc.) e imprese (Rai, Nippon Hoso Kiokai, France Telecom, Telefonica, ecc.).