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Passato digitale

BIBLIOTECH


Bruno Mondadori, Milano 2004
Pagine 240
ISBN 88-424-9040-7
Prezzo 20.00

 

Una parte sempre più consistente della memoria documentaria del presente si sta sedimentando in formato digitale nei sistemi informatici delle imprese private e delle istituzioni pubbliche, nei server connessi alla Rete globale, nei nostri computer. Contemporaneamente, archivi e biblioteche ereditati dal passato vengono sottoposti a processi di riconversione digitale e in misura crescente diventano accessibili attraverso Internet. Le fonti dello storico stanno subendo trasformazioni radicali e sempre più le subiranno nel futuro.

 

I documenti digitali presentano inedite potenzialità conoscitive, pongono stimolanti sfide epistemologiche, ma hanno anche caratteri “genetici” profondamente diversi dalle fonti che lo storico ha tradizionalmente utilizzato: sono immateriali; sono fluidi e facilmente manipolabili; sono fragili perché soggetti all’obsolescenza hardware e software e sono veicolati da un media, la Rete, per sua natura volatile, instabile e insidiosa.

 

Questo libro si propone di tracciare alcune linee di una possibile critica delle fonti digitali, capace di fornire allo storico rigorosi strumenti di analisi e d’interpretazione che siano in grado di confrontarsi con le complesse stratificazioni tecnologiche, culturali sociali di cui tali fonti sono intessute.
(dalla quarta di copertina)

 

Stefano Vitali lavora presso l’Archivio di Stato di Firenze, dove da vari anni si occupa dei progetti di informatizzazione. È presidente del Comitato per gli standard di descrizione del Consiglio internazionale degli archivi. È autore di numerosi saggi di archivistica, storia delle istituzioni e storia contemporanea. Ha curato gli inventari dell’archivio Rodolfo Mondolfo e dell’archivio Gaetano Salvemini (Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Roma 1996 e 1998) e, in collaborazione con C. Vivoli, il volume Fra Toscana e Boemia. Le carte di Ferdinando III e Leopoldo II presso l’Archivio Centrale di Stato di Praga (Ministero per i beni e le attività culturali, Roma 1999).

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