Telestreet

di di Franco Berardi, Marco Jacquement e di di Franco Berardi, Marco Jacquement |

Macchina immaginativa non omologata

BIBLIOTECH


Telestreet

Baldini & Castoldi, Milano 2003
Pagine 240
ISBN 8884904676
Prezzo 13.60

 

Mentre questo libro va in stampa non possiamo ancora sapere come andrà a finire la storia che qui abbiamo raccontato. Nel Parlamento italiano va infatti in discussione una legge (denominata legge Gasparri) che ha l’intenzione trasparente di annullare definitivamente il pluralismo e la libertà di comunicazione, consegnando tutto il potere mediatico nelle mani di un gruppo finanziario, che è anche il gruppo che gestisce il potere politico. Se questa legge passerà, una vera e propria dittatura mediatico-populista si sarà consolidata in Italia. Un tipo di dittatura nuova, per molti aspetti, forse più pericolosa delle dittature di tipo fascista che conobbe il XX secolo, perché punta a prevenire la formazione di un’opinione libera, ancor più che a reprimere l’opinione libera.

 

C’è un’altra cosa che non possiamo sapere mentre questo libro va in stampa. Ed è il destino delle Telestreet. Le televisioni di strada sono un fenomeno recente, che nel giro di un anno ha proliferato in molte città italiane: un esperimento di democrazia nella comunicazione, e una critica pratica del modello televisivo esistente. Ma proprio nei giorni in cui stiamo correggendo le bozze di questo libro, dal ministero delle Comunicazioni arriva l’ordine di sequestro dei materiali di trasmissione di una televisione di strada di Senigallia, Disco Volante, gestita da un gruppo di portatori di handicap con un finanziamento pubblico comunale. E un ordine di sequestro arriva anche a Peccioli, un paese in provincia di Pisa, dove la televisione di strada è finanziata parzialmente dall’ente locale. Siamo all’inizio di un crack-down sulle Telestreet? Mentre si prepara a istituire un Monopolio privato della comunicazione, un vero e proprio Monopolio orwelliano della Verità, il governo Berlusconi si prepara anche a chiudere la bocca con la forza a piccolissime emittenti di quartieri che tentano di sfuggire al suo dominio totalitario? Lo vedremo nei prossimi giorni, nei prossimi mesi. 

 

«Tutti sanno che in Italia si è instaurata una dittatura televisiva. Grazie al dominio del mediascape un mascalzone si è impadronito del potere politico. E grazie al potere politico alimenta il suo sistema di potere comunicativo. Non c’è via d’uscita. Molti temono che sia destinato a dominare in eterno. Invece non è così. Perché la televisione è morta. L’energia della comunicazione sociale si sta trasferendo in un’altra direzione. La direzione è quella della rete. Ma la maggioranza della popolazione italiana riceve dallo schermo televisivo una parte dominante dei segnali che influenzano il cervello sociale. Dentro quello schermo noi dobbiamo portare il messaggio, e interconnetterlo con la rete. Il nostro compito nell’immediato futuro è quello di connettere il circuito delle produzioni audiovisive con un reticolo territorializzato (quartiere per quartiere) di microtrasmettitori a corto raggio. E dunque, per prima cosa, occorre costruire questo reticolo. Lo chiameremo TELESTREET.»
(dalla quarta di copertina)