Schermi proibiti

di di Alfredo Baldi |

La censura in Italia 1947-1988

BIBLIOTECH


Schermi proibiti

Marsilio, Padova 2003
Pagine 220
ISBN 8831781537
Prezzo 18.00

Tutti i “tagli” conservati presso la Cineteca Nazionale della Scuola Nazionale di Cinema sono stati visionati dall’autore che descrive le scene amputate.

Dall’immediato dopoguerra alle soglie dell’ultimo decennio del secolo, la censura – quella riottosa e politica delle stagioni neorealistiche, quella più blanda e soltanto sessuofobica successiva alla legge del ’62, quella degli anni’70 e ’80, fatta di vacillanti sonnambulismi e scomposti risvegli – ha colpito moltissimi film: ora bocciandoli integralmente, ora vietandoli ai minori, ora tagliuzzandoli.

In oltre 3000 casi, infatti, le commissioni di censura hanno subordinato il proprio visto all’eliminazione, dal film, di una o più inquadrature, quando non una o più sequenze: per una lunghezza che va dai pochi decimetri a varie centinaia di metri, ovvero da mezzo secondo a mezz’ora.Tutti i ‘tagli’ conservati presso la Scuola Nazionale di Cinema sono stati visionati dall’autore che ha selezionato le schede di 462 film, soprattutto italiani, di cui descrive dettagliatamente le scene “amputate”, accompagnandole con oltre 180 foto tratte direttamente dai fotogrammi incriminati.

E’ possibile così verificare le manomissioni subite da opere di autori come Antonioni, Bertolucci, Brass, De Sica, Fellini, Lattuada, Leone, Monicelli, Pasolini, Risi, Rossellini e Visconti, tra gli italiani, Bergman, Bunuel, De Palma, Godard, Losey, Siegel,Truffaut e Wilder, tra gli stranieri. Possiamo esaminare fotogrammi inediti con Totò, Sofia Loren, Franchi e Ingrassia, Marilyn Monroe, Kim Novak, Julie Christie, Catherine Spaak, Nadia Cassini, Gloria Guida, Edwige Fenech, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, con i falsi “snuff” di Ruggero Deodato e Umberto Lenzi, con gli ‘horror’ di Lucio Fulci e Lamberto Bava.
Ma, soprattutto, possiamo renderci conto di come sia mutata l’etica del visibile e quanto sia evoluto lo stesso concetto di ‘comune sentimento del pudore nel corso di un quarantennio cruciale della storia italiana.
(dalla quarta di copertina)