Note sul cinematografo

di di Robert Bresson |

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Note sul cinematografo

Marsilio, Padova 2003
Pagine 126
ISBN 8831748963
Prezzo 13.00

La ripetizione e la sovrabbondanza di immagini hanno fatto progressivamente impoverire il linguaggio audiovisuale. Occorre allora, oggi più che mai, recuperarne le originarie possibilità espressive, riflettendo sui modi in cui l’immaginazione si pone di fronte alla realtà. Robert Bresson è una tappa obbligata in questa direzione, per i film realizzati ma anche per le sue intuizioni teoriche.

Il regista di “Un condannato a morte è fuggito“, di Pickpocket, di Au hasard Balthazar, di Lancillotto e di Ginevra, de “L’argent“, ha raccolto in questo volume le note di lavoro, scritte in circa venticinque anni, che testimoniano come il suo mestiere sia sempre stato una ostinata e coerente ricerca. Ne esce un quadro straordinariamente ricco nel quale al cinema quale è, teatro filmato, si oppone il cinematografo, nuovo modo di scrivere e quindi di sentire.

La rigidità e l’indifferenza delle forme garantite deve trasformarsi nell’invenzione di nuovi rapporti (tra l’immaginazione dell’occhio e quella dell’orecchio, innanzi tutto) e nella riduzione all’essenziale, nella capacità quindi di rendere col minimo dei mezzi sensibili il massimo delle nostre impressioni.

L’economia della forma porta – per Bresson – all’ampliamento del segno. Questa raccolta di aforismi lapidari, di considerazioni depurate fino alla sostanza, di riflessioni stese durante la lavorazione dei film, costituiscono un contributo fondamentale, nato dalla passione e dall’intelligenza, sia per il lettore attento al cinema, sia per chiunque voglia capire l’enigma dell’immagine e la natura complessa della riproduzione.
(dalla quarta di copertina)