Vivendi saluta Hollywood

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Il Gruppo francese di media e comunicazione Vivendi Universal starebbe per chiudere le trattative per vendere i suoi parchi a tema alla societ&#224 americana Blackstone Group.

Secondo le dichiarazioni del Los Angeles Times l¿operazione si dovrebbe chiudere per una cifra di circa 1,5 miliardi di dollari.

La vendita alla celebre societ&#224 di investimenti &#232 il primo passo verso il disimpegno completo dell¿impero americano del ¿divertimento¿ costruito da Jean-Marie Messier, il presidente costretto a lasciare il suo posto nel luglio scorso, dopo aver condotto Vivendi sull¿orlo del fallimento, con 35 miliardi di debiti.

I dirigenti di Vivendi non sono stati reperibili per rilasciare un commento. Secondo alcune fonti Blackstone Group rileverebbe solo gli interessi di Vivendi Universal Entertainment (VUE) nei parchi a tema: Universal Studios Hollywood, Universal Orlando in Florida e la parte di Universal in Spagna e in Giappone.

Blackstone non &#232 interessato alle altre attivit&#224 e detiene gi&#224 il 50% dei due parchi che costituiscono il complesso di Orlando.

La vendita dell¿asset rientra nel piano di Vivendi, e del suo nuovo presidente Jean Ren&#233 Fourtou, di concentrare l¿attivit&#224 sulle telecomunicazioni, CanalPlus, la musica, e soprattutto di rafforzarsi sul mercato europeo.

La scorsa settimana a Parigi, nel corso di un agitatissimo Cda, (la perdita per il 2002 &#232 stata di ben 23,3 miliardi di euro), Fourtou ha confermato la decisione di cedere gli asset americani.

Si tratta delle attivit&#224 di cinema, televisione, musica, parchi a tema e video giochi. Le divisioni raccolte sotto la Universal, Gruppo che Vivendi aveva acquistato nel 2001 per un montante di 14 miliardi di dollari, contraendo grossi debiti.

Sono state aperte gi&#224 le trattative con potenziali acquirenti. Secondo alcuni rumor &#232 possibile che addirittura Barry Diller (USA Networks) faccia un¿offerta.

Diller, da cui Messier aveva acquistato la Universal, potrebbe riprenderla, tutta o in parte, a un prezzo stracciato.

Recentemente Diller si &#232 anche dimesso dal suo incarico di vice-presidente di Vivendi, segno che vuole ritagliarsi un ruolo del tutto autonomo nei confronti della societ&#224 francese.

Pare, comunque, che a parte Diller ci siano in lizza grossi nomi del mercato dei media, come Viacom, Liberty Media, la Nbc (General Electric).

Per gli studios cinematografici circola il nome della Metro Goldwyn Mayer, mentre per la divisione musicale la EMI e la Apple, quest¿ultima recentemente ha avviato un grosso business con le major per la distribuzione di musica on line.