L’impatto del telefonino sulla nostra vita: dal lavoro al sesso, ecco come sono cambiate le nostre abitudini

di Alessandra Talarico |

Europa


Telefonia Mobile

Fin dal suo arrivo, il cellulare ha contribuito a cambiare la nostra vita, c’è chi dice in meglio chi in peggio.

 

Secondo l’influente parere dello sviluppatore software IBM Sam Ruby, il telefonino è lo strumento a più alto impatto sociale comparso negli ultimi 25 anni, in grado di sbaragliare non solo concorrenti diretti come il telefono fisso, ma anche di penetrare e modificare abitudini radicate – quella di portare un orologio, ad esempio – o di rivoluzionare industrie consolidate come quella fotografica, televisiva e musicale.

 

E ancora non siamo che all’inizio, poiché in futuro i telefonini sono destinati a diventare strumenti fondamentali per la navigazione internet, la ricerca, il divertimento.

 

Per analizzare l’impatto del celebre gadget sulle nostre vite, Carphone Warehouse e The London School of Economics hanno condotto un ampio studio nell’ambito di un vasto progetto – Mobile Life – volto a studiare in che modo il telefonino ha modificato le nostre abitudini sociali e alcuni aspetti fondamentali della nostra vita.

 

Lo studio – anche se forse non ce n’era bisogno – ha messo in luce, ad esempio, che i giovani tra i 18 e i 24 anni amano il telefonino in maniera incondizionata, anche più della televisione, con una percentuale di preferenze del 26% contro l’11%.

In particolare, per le ragazze, la percentuale sale al 32% mentre i ragazzi – pur non così attaccati al telefonino – lo definiscono il loro accessorio tecnologico più importante, ben al di sopra della Tv.

 

Il cellulare ha anche messo in atto quella che molti definiscono ‘la rivoluzione testuale‘: se un tempo il telefono veniva usato principalmente per effettuare chiamate vocali, oggi questo trend è stato capovolto, e molti preferiscono un semplice sms a una telefonata.

In media vengono inviati 3,6 sms al giorno, contro 2,8 chiamate vocali, con un impatto molto significativo nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni: il 51% degli appartenenti a questo segmento manda o riceve almeno 6 messaggi al giorno, ma solo il 15% ha un numero maggiore di conversazioni quotidiane.

Lo stesso dicasi – anche se in maniera un po’ meno radicale – per la fascia di età 25-29 anni.

 

Se le nostre mamme, per evitare approcci indesiderati in pubblico utilizzavano un libro o un giornale, nell’era digitale è il telefonino a svolgere la funzione di ‘scudo’ sociale: il 55% delle ragazze al di sotto dei 25 anni ha infatti utilizzato il telefonino per scoraggiare eventuali corteggiatori.

Sono sempre le donne, poi, a subire più spesso il furto del cellulare, in particolare le più giovani, per le quali la percentuale è del 17% contro il 10% dei ragazzi.

 

Il telefonino, inoltre, ha generato una nuova categoria socio-professionale: quella del cittadino-giornalista.

Grazie alle funzioni video o fotografiche incluse ormai nella maggior parte dei cellulari, ogni persona può trasformarsi in un reporter e così è stato per molti tragici avvenimenti internazionali, quando le immagini più scioccanti sono state proprio quelle inviate a giornali e televisioni da chi si trovava sul posto col telefonino a portata di mano.

Esattamente la metà dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di aver utilizzato il cellulare per filmare la prova di un reato o un crimine in corso.

Più di un terzo (36%) userebbe il telefonino per fotografare una celebrità o un evento se si presentasse l’occasione.

 

Per quanto riguarda invece la vita lavorativa, il cellulare sembra essere l’incubo di molti dipendenti, che si sentono troppo ‘a disposizione’ del capo, anche perché circa la metà dei lavoratori (47%) il cellulare non lo spegne mai, o quasi, neanche la notte.

L’avversione all’uso del telefonino privato per chiamate di lavoro cresce ancora di più in vacanza, quando sono in molti a opporsi fortemente alle chiamate lavorative. Per il 57% è addirittura irragionevole, in vacanza, chiamare troppo spesso i colleghi.

 

Solo in una occasione cresce la percentuale di chi è disposto a spegnere il telefonino: prima del sesso. In questo caso, il 14% degli intervistati spegne il cellulare, mentre il 25% lo mette in modalità silenziosa.

 

Lo studio evidenzia poi un mutamento, o meglio un’evoluzione nel modo di interagire dei giovanissimi, oltre la metà dei quali (54%) ha inviato o ricevuto un messaggio di testo dal contenuto esplicitamente sessuale e un quarto ha mandato o ricevuto una foto o un video sexy.

 

Il cellulare è utilizzato, tuttavia, non solo per profferte sessuali, ma anche romantiche: dimenticate le serenate e le appassionate missive di nonni e genitori, ora gli appuntamenti, per il 57% dei 18-24enni si fissano via sms. Lo stesso succede quando si deve chiudere una storia: oltre un quinto dei ragazzi lo ha fatto inviando un messaggio di testo, mentre un quarto di tutti i possessori di cellulare crede che mandare un messaggio malizioso non sia una forma di tradimento.

 

Il sondaggio Mobile Life, infine, identifica 6 gruppi di utenti mobile: Generation Mobile, Phonatics, Practical Parents, Fingers & Thumbs, Smart Connecteds e Silver Cynics.

 

Gli appartenenti alla tribù Generation Mobile appartengono alla fascia d’età 18-24. Studenti o al primo impiego, sono quelli che badano di più allo stile del telefonino.

 

I Phonatics sono per lo più single, lavoratori, 18-34 anni e considerano il cellulare come lo strumento elettronico più importante.

I Practical Parents sono giovani genitori molto coscienti dei costi. Per questo scelgono il telefonino in base al prezzo e non alle funzioni o allo stile.

Gli Smart Connecteds sono persone benestanti di età compresa tra I 25 e 44 anni che usano il telefonino per organizzare la loro impegnatissima vita lavorativa e sociale.

I Fingers & Thumbs sono persone sposate, di mezza età o in pensione con figli o nipoti.

I Silver Cynics sono anch’essi benestanti, di mezza età vicini all’età pensionabile.

 

Lo studio Mobile Life

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