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Tlc mobili, la spesa in cybersecurity a 40 miliardi di dollari l’anno entro il 2030

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Secondo un report GSMA, entro la fine del decennio gli investimenti potrebbero raddoppiare rispetto ai 19 miliardi di dollari attuali. Una necessità imposta dalla rapida evoluzione delle minacce e dal una regolamentazione cyber inadeguata.

Perché gli operatori di Tlc mobili aumentano gli investimenti in cybersecurity

In un’epoca in cui la connettività mobile è il vero “battito cardiaco digitale” della società, gli operatori di rete (MNO), le Tlc mobili, si trovano in prima linea in una guerra cibernetica sempre più costosa e complessa. Un nuovo studio indipendente rilasciato dalla GSMA, intitolato “The Impact of Cybersecurity Regulation on Mobile Operators”, getta luce sull’enorme sforzo finanziario profuso dal settore e, al contempo, sulla frustrazione generata da normative spesso inadeguate.

Il dato emerso dalla ricerca, sviluppata in collaborazione con Frontier Economics, è impressionante: gli operatori mobili stanno spendendo tra i 15 e i 19 miliardi di dollari all’anno nelle loro attività essenziali di cybersecurity. Questa cifra, già significativa, è destinata a subire un’impennata vertiginosa, oltre il raddoppio, con le previsioni che indicano un aumento fino a raggiungere i 40-42 miliardi di dollari entro il 2030.

Questo massiccio incremento degli investimenti non è un lusso, ma una necessità imposta dalla rapida evoluzione delle minacce cibernetiche. Le Tlc mobili, che rappresentano un pilastro importante delle economie digitali globali, considerano la garanzia di reti sicure e resilienti una priorità assoluta, sia per i loro clienti che per la società nel suo complesso.

L’impegno è globale, come confermano le interviste condotte con operatori in Africa, Asia Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente e Nord America.

Lo scorso anno, l’agenzia di rating Moody’s ha collocato il settore delle telecomunicazioni nella fascia di rischio “alta”quindi si tratta di una promozione sgradita tra i ranghi del rischio informatico più elevato.

Il dato è confermato anche dalla Relazione annuale redatta dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), le telecomunicazioni sono il settore più colpito in Italia dagli attacchi informatici.

La zavorra della burocrazia per le Tlc mobili: quando la norma ostacola la difesa

Nonostante questo impegno economico, lo studio lancia un chiaro avvertimento: gli operatori di Tlc mobili sono pesantemente ostacolati da una regolamentazione in materia di sicurezza cibernetica che risulta spesso mal concepita, disallineata o eccessivamente prescrittiva. Tali quadri normativi, anziché aiutare, secondo l’Associazione, generano costi inutili e, peggio ancora, deviano risorse critiche dalla mitigazione effettiva del rischio, in alcuni casi persino aumentando l’esposizione alle minacce.

Michaela Angonius, a capo della Politica e Regolamentazione della GSMA, è stata lapidaria: “La regolamentazione deve aiutare, non ostacolare, questi sforzi. Quando fatta male, la regolamentazione può reindirizzare risorse cruciali lontano da reali miglioramenti della sicurezza, spingendole verso la conformità fine a sé stessa“.

I problemi evidenziati sono sistemici. Le normative spesso si sovrappongono o sono addirittura contraddittorie, costringendo gli operatori a destreggiarsi tra requisiti diversi imposti da agenzie multiple.

In alcuni casi, un singolo incidente di sicurezza deve essere segnalato più volte, in formati differenti, creando un onere amministrativo enorme. Regolamenti eccessivamente prescrittivi, infine, che impongono strumenti o processi specifici, distolgono l’attenzione dai reali risultati in termini di sicurezza.

Un esempio lampante di questa inefficienza è stato riportato da un operatore: fino all’80% del tempo del proprio team di operazioni di cybersecurity è assorbito da audit e compiti di conformità, sottraendo preziose ore all’attività fondamentale di rilevamento delle minacce e risposta agli incidenti.

Il modello per una regolamentazione efficace della sicurezza delle Tlc mobili

Per affrontare queste sfide e garantire che l’aumento degli investimenti si traduca in una maggiore sicurezza reale, la GSMA ha delineato un blueprint per i governi basato su sei principi fondamentali per una regolamentazione efficace:

  1. Armonizzazione: allineare le politiche di cybersecurity con gli standard internazionali, riducendo la frammentazione.
  2. Coerenza: assicurare che le nuove politiche siano consistenti con i quadri normativi esistenti per evitare duplicazioni e conflitti.
  3. Basata sul Rischio e sui risultati: adottare approcci che si concentrino sui risultati di sicurezza desiderati, concedendo agli operatori la flessibilità di innovare.
  4. Collaborazione: promuovere una cultura normativa di collaborazione con l’industria, supportata da una condivisione sicura delle informazioni sulle minacce.
  5. Security-by-design: incoraggiare un approccio proattivo che integri la sicurezza fin dalla progettazione.
  6. Sviluppo di capacità: rafforzare la capacità istituzionale delle autorità di cybersecurity per garantire un approccio coordinato a livello governativo.

In conclusione, l’impegno finanziario degli operatori mobili è inequivocabile e in continua crescita. Tuttavia, come sottolinea la GSMA, la cybersecurity è una “responsabilità condivisa”. Solo attraverso la collaborazione tra regolatori e industria, guidata da principi coerenti e focalizzati sui risultati, l’intero ecosistema digitale potrà diventare più sicuro, massimizzando l’efficacia di miliardi di dollari investiti per proteggere la connettività digitale globale.

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