Smantellata in Grecia rete IPTV pirata, 68 utenti finali a rischio multa salata
Un’operazione mirata delle autorità greche segna un punto di svolta nella lotta contro la pirateria IPTV (Internet Protocol Television) nel Paese ellenico. L’azione, che ha portato all’arresto di un rivenditore e al deferimento di ben 68 utenti finali per procedimenti penali, è il risultato di un nuovo e più severo quadro normativo entrato in vigore solo pochi mesi fa.
L’operazione della Direzione Cybercrime di Atene
L’operazione, condotta dalla Direzione della Procura per la Criminalità informatica (Cybercrime Prosecution Directorate), è scattata nelle prime ore del 19 novembre. L’unità, con base ad Atene, ha preso di mira una rete di rivendita che offriva l’accesso illecito a contenuti televisivi premium tramite abbonamenti IPTV pirata.
Obiettivo delle Forze dell’ordine era un network che vendeva illegalmente l’accesso a canali a pagamento. Il blitx è scattato sull’isola di Santorini, nelle Cicladi.
Arrestato per il momento un uomo di 48 anni, identificato come un rivenditore (reseller) di una rete più ampia.
Secondo le ricostruzioni proposte dalla stampa greca e riportate su torrentfreak.com, l’arrestato gestiva vendite e abbonamenti (a circa 50 euro per 3 mesi o 100 euro per 6 mesi) tramite una piattaforma online nota come “panel”, offrendo supporto sia da remoto che di persona. L’impatto del raid è stato immediato e vasto sull’isola, con centinaia di utenti – tra alberghi, caffè e residenze – che hanno perso l’accesso a streaming economici. Durante la perquisizione domiciliare sono stati sequestrati un dispositivo IPTV modificato per la ricezione illegale di canali, un laptop, un telefono cellulare e 4.820 euro in contanti.
Le prove digitali sono ora al vaglio della Direzione delle Indagini Criminali per analisi di laboratorio.
IPTV (Internet Protocol Television) è una tecnologia legale per la trasmissione di segnali televisivi via Internet. Tuttavia, il termine è spesso associato, nel linguaggio comune, ai servizi che offrono illegalmente l’accesso a contenuti premium (sport, film, serie TV) di diverse piattaforme pay-TV tramite streaming non autorizzati, venduti a prezzi irrisori.
La pirateria IPTV danneggia l’industria audiovisiva su più fronti
Causa un’enorme perdita di entrate per gli operatori legali, gli studi di produzione e gli artisti, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro (come si stima anche in Italia).
Un fenomeno criminale che genera un’economia sommersa (“denaro nero”), sottraendo entrate fiscali (come l’IVA) e contributi allo Stato greco.
A causa della pirateria audiovisiva diminuisce l’incentivo per gli operatori a investire in nuove tecnologie, contenuti originali e infrastrutture di rete.
Multe salate in arrivo: la posizione degli utenti finali
L’elemento più significativo e dissuasivo di questa operazione è il deferimento di 68 utenti finali per procedimenti giudiziari.
La nuova legislazione greca, arrivata solo due mesi fa, prevede multe consistenti. Rivenditori e operatori rischiano sanzioni nell’ordine delle migliaia di euro (un precedente caso a Sparta ha visto un café proprietario affrontare una multa fino a 6.000 euro).
Ma rischiano molto anche gli utenti privati, fino a 750 euro di sanzioni. La situazione si fa più grave per coloro che utilizzavano l’IPTV in locali commerciali, come si sospetta per molti dei 68 deferiti. Questi rischiano multe fino a 5.000 euro, poiché l’utilizzo in esercizi commerciali è considerato un’infrazione più seria.
L’azione, con un numero di utenti deferiti così elevato, segna un cambio di passo decisivo da parte delle forze dell’ordine greche, che ora puntano a colpire non solo i distributori ma anche l’intera catena di approvvigionamento, compresi i clienti.
La Grecia segue il modello italiano anti-pirateria?
L’azione in Grecia riflette chiaramente la tendenza già vista in Italia, dove la repressione della pirateria audiovisiva, in particolare legata all’IPTV, è molto più intensa.
L’Italia, con l’introduzione della Legge antipirateria e della piattaforma Piracy Shield gestita dall’AGCOM, è diventata un modello in Europa per la lotta contro lo streaming illegale, in particolare per gli eventi sportivi live.
In Italia, gli utenti rischiano sanzioni penali e multe salate (fino a €25.000 nel caso di grandi raid come l’operazione Xtream Codes). Le autorità condividono i dettagli degli utenti multati con le pay-TV (come DAZN e Serie A) che possono richiedere ulteriori risarcimenti danni.
Il fatto che la Grecia stia ora perseguendo un numero così significativo di utenti finali, con sanzioni differenziate tra uso privato e commerciale, suggerisce che Atene stia adottando un approccio aggressivo e olistico, molto simile al modello italiano, per disincentivare l’uso dei servizi pirata e proteggere il mercato legale dell’audiovisivo.
La battaglia per i diritti d’autore in Europa si sta intensificando e gli utenti finali non sono più al sicuro da azioni legali. La cultura del rispetto dei diritti parte anche da qui, ma è chiaro che non si vince la pirateria audiovisiva solo con la repressione e l’azione sanzionatoria, serve anche una parallela attività di comunicazione, rivolta soprattutto ai più giovani.


