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Big Tech. Gli USA minacciano ancora l’Ue: “Meno regole digitali o niente taglio dei dazi”

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Rapporti difficili tra Stati Uniti ed Europa. Il segretario al Commercio USA, Howard Lutnick, chiede regolamenti sul digitale meno svantaggiosi per le Big Tech, altrimenti niente revisione dei dazi su acciaio e alluminio.

Il segretario al Commercio USA Lutnick chiede un approccio normativo europeo ‘più equilibrato’ che tuteli le Big Tech

L’Europa non riesce a smarcarsi dagli Stati Uniti. Un alleato a dir poco scomodo, visto il pressing che continua e anzi aumenta sulla regolamentazione dei servizi digitali. Washington sostiene da tempo che le sue aziende tecnologiche, le Big Tech, sono troppo svantaggiate sul mercato europeo a causa proprio di una regolamentazione stringente e quindi sfavorevole.

Il Digital market act (Dma) e il Digital services act (Dsa), quindi, penalizzerebbero troppo Google, Microsoft, Meta, Amazon, Apple, Oracle, OpenAI e altre grandi società tecnologiche americane. Tanto che il segretario al Commercio USA, Howard Lutnick, in occasione dell’incontro dei ministri per il Commercio dei 27 Stati dell’Unione europea, ha detto chiaramente: se la Commissione europea vuole sconti sui dazi relativi alle importazioni americane di acciaio e alluminio, serve un “approccio equilibrato” che tuteli le Big Tech.

Da sinistra Jamieson Greer, Howard W. Lutnick e Maroš Šefčovič

Il Dipartimento del Commercio USA ha sottoposto a dazi doganali del 50% oltre 400 prodotti contenenti acciaio e alluminio provenienti dall’Europa. Un elenco che l’Unione ha ritenuto esageratamente ampio, tanto da essere in contrasto con lo spirito dell’accordo commerciale quadro raggiunto appena lo scorso luglio.

Il Rappresentante per il Commercio USA Greer: “Le norme che regolano il digitale nell’Ue penalizzano le aziende americane

Lutnick ha invitato Bruxelles ad “analizzare le proprie norme digitali, cercando di trovare un equilibrio… non di eliminarle, ma di trovare un approccio equilibrato che funzioni per noi”, aggiungendo: “E se riusciranno a trovare un approccio equilibrato, cosa che credo possano fare, allora insieme a loro gestiremo le questioni relative all’acciaio e all’alluminio e le porteremo avanti insieme”.

Gli Stati Uniti nutrono da tempo serie preoccupazioni riguardo al Digital markets act e a normative simili nell’Ue: spesso le soglie sono fissate al punto che quasi esclusivamente le aziende statunitensi vengono colpite. L’applicazione delle norme è piuttosto aggressiva. A volte, rispettare la legge può diventare una sfida”, ha invece dichiarato alla stampa il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer.

Il messaggio di Lutnick è semplice: prima risolvete queste questioni e create un quadro in cui ci sentiamo a nostro agio, poi potremo affrontare la questione dei dazi su acciaio e alluminio e magari prenderemo in considerazione le vostre richieste.

Il commissario Ue Šefčovič: “Nostra legislazione non è discriminatoria”

Il commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, appare ormai sempre più incapace di opporre una qualsivoglia strategia efficace contro l’aggressività americana, cercando solo di parare i colpi. D’altronde non è certo colpa sua se l’Unione europea non è stata in grado fin dall’inizio di affrontare la nuova politica commerciale ed estera dell’amministrazione Trump. Le critiche al pacchetto Omnibus Digitale ne sono la conferma.

Maroš Šefčovič

Dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, alla vicepresidente esecutiva responsabile per il digitale, Henna Virkkunen, la linea è praticamente questa: cercare di ridurre al minimo i danni, non certo reagire.

Abbiamo spiegato come funziona la nostra legislazione; non è discriminatoria e non prende di mira le aziende americane. Dobbiamo semplicemente fornire ulteriori spiegazioni su questo argomento e ci impegneremo in questo processo“, ha dichiarato il Commissario Šefčovič.

La vicepresidente esecutiva della Commissione europea Virkkunen invoca “la cooperazione transatlantica

Abbiamo discusso dell’attuazione della Dichiarazione Congiunta UE-USA nel campo del digitale e della tecnologia, incluso l’obiettivo comune di mobilitare 40 miliardi di USD in acquisti di chip AI avanzati statunitensi. Inoltre, in modo più generale, abbiamo parlato di come approfondire la cooperazione transatlantica sulla resilienza della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, sulle infrastrutture digitali (inclusi 5G /6G), sulla cybersecurity e sull’innovazione nell’IA”, ha dichiarato Henna Virkkunen, la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, responsabile per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia.

Virkkunen che ha anche presentato l’agenda di semplificazione dell’Unione, “incluso il pacchetto Digital Omnibus adottato la scorsa settimana”, ricordando “l’importanza del Dsa per proteggere i nostri cittadini e del Dma per garantire concorrenza equa e innovazione nel mondo online”.

Da sinistra Jamieson Greer, Howard W. Lutnick e Henna Virkkunen

Bruxelles sperava che gli acquisti energetici sarebbero bastati a convincere Donald Trump a fare concessioni minime all’Unione. L’accordo di Turnberry prevedeva 750 miliardi di dollari in acquisti di energia dagli Stati Uniti e 600 miliardi di dollari in investimenti.
Gli acquisti di energia dell’Ue – che includono gas naturale liquefatto, petrolio e combustibile nucleare – hanno già raggiunto i 200 miliardi di dollari quest’anno. La quota di GNL importata dagli Stati Uniti è aumentata dal 45% al ​​60%”, ha dichiarato Šefčovič prima del pranzo con i suoi omologhi americani.

La decisione di mantenere un basso profilo con il presidente americano non ha portato assolutamente nulla all’Unione né agli europei. L’unico effetto è stato quello di rafforzare l’idea, già radicata nella mente di Donald Trump e del suo entourage, che l’Ue sia così debole e incapace di reagire da non meritare di essere presa in considerazione“, ha spiegato Guillaume Duval, consulente dell’Istituto Jacques Delors, in un articolo pubblicato su Social Europe.

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