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La Giornata Parlamentare. Giustizia, corsa al referendum. Al via le audizioni sulla legge di Bilancio

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In Parlamento partono le firme per il referendum su separazione delle carriere. Al via le audizioni sulla legge di bilancio. La Lega in pressione sulle banche.

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In Parlamento partono le firme per il referendum su separazione delle carriere

La corsa referendaria sulla riforma della giustizia entra nel vivo con i neonati comitati per il sì e per il no al lavoro in vista delle urne. Maggioranza e opposizioni hanno presentato alla Camera la richiesta per avviare la raccolta firme per il referendum confermativo sulla separazione delle carriere dei magistrati; ad annunciarlo e a formalizzarlo è stato il vicepresidente di turno di Montecitorio Giorgio Mulè: “Comunico all’Assemblea che i deputati Galeazzo BignamiRiccardo MolinariPaolo Barelli e Maurizio Lupi hanno presentato una richiesta al fine di dare corso alla procedura per la richiesta di referendum da parte di un quinto dei componenti della Camera dei deputati” sulla riforma della giustizia. I deputati Sara Kelany (FdI), Enrico Costa (FI) e Simonetta Matone (Lega) sono stati indicati per la maggioranza “come delegati a cura dei quali la richiesta di referendum sarà depositata” nella “cancelleria della Corte di Cassazione”. 

Mulè ha poi riferito che anche i deputati di opposizione Simona Bonafè (Pd), Carmela Auriemma (M5S) e Marco Grimaldi (Avs) hanno presentato la richiesta in rappresentanza delle opposizioni e che i capigruppo Chiara Braga (PD), Riccardo Ricciardi (M5S) e Luana Zanella (AVS) sono i delegati per il deposito in Cassazione. Nell’Aula delle Giunte, nell’ufficio Servizio Prerogative e Immunità, i parlamentari possono andare a firmare dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 19.00. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non intende fare passi indietro: “Poiché è una riforma necessariamente lunga, abbiamo impiegato più di due anni a farla e la speranza era quella che slittasse o che qualcuno di noi cambiasse idea, ma nessuno di noi ha cambiato idea e siamo più determinati di prima”. 

Gli azzurri sono in prima linea per il sì. Il vicepremier e segretario di FI Antonio Tajani assicura che “la famiglia Berlusconi è impegnata, perché ha vissuto sulla propria pelle che cosa significa una giustizia ingiusta, ma non so se vorranno impegnarsi direttamente” nella campagna referendaria. La riforma della giustizia è un punto fondamentale del programma di FI, era nei progetti di Berlusconi, è un punto cardine del programma elettorale del centrodestra”. Dal canto suo, Matteo Salvini spera che non ci siano forti scontri sulla separazione delle carriere, “perché è giusto avere una giustizia più veloce che non metta in galera le persone sbagliate. Più di 31mila negli ultimi anni gli italiani finiti ingiustamente in galera e nessuno paga. Anche in tribunale chi sbaglia deve pagare come accade a tutti gli altri lavoratori”. 

Queste parole dimostrano che il dibattito politico si è acceso subito. Se il presidente di Nm Maurizio Lupi annuncia che “stiamo preparando il comitato di Noi Moderati per il Sì”, il leader di Iv Matteo Renzi lancia la sfida alla premier in vista del referendum: “Perché Giorgia Meloni si dovrebbe dimettere in caso di sconfitta? Questa legge l’ha voluta il Governo, l’ha fatta il Governo e ha imposto al Parlamento di non mettere neanche un emendamento. È evidente che il Governo sta chiedendo la fiducia agli italiani”. E il dem Andrea Giorgis assicura: “Come Pd ci impegneremo con iniziative su tutto il territorio per spiegare l’importanza di questa consultazione referendaria e il vero contenuto della riforma”, che “è la risposta di una maggioranza sempre più insofferente nei confronti di ogni limite a quel potere della Stato che ha osato assumere decisioni contrarie alle politiche del Governo”. 

Al via le audizioni sulla legge di Bilancio. La Lega in pressione sulle banche

Un maggiore gettito per lo Stato per 9,6 miliardi fino al 2029, mancati ricavi per 800 milioni per via della minore liquidità da investire, ad esempio in titoli di Stato, aumento dell’aliquota complessiva Irap fino al 7,4%: nel primo giorno di audizioni, l’Abi porta in Parlamento i numeri sull’impatto della manovra per le banche, politicamente uno dei temi più caldi di questa legge di Bilancio. “L’impatto delle norme va su tutte le banche”, ha spiegato il direttore generale dell’Abi Marco Elio Rottigni in audizione, le misure “sono in funzione delle dimensioni delle stesse aziende di credito ma colpirà in maniera chiara tutte le banche”, anche le più piccole. Ecco allora che “la posizione degli associati” era verificare la possibilità di procedere “come era stato fatto l’anno precedente, sotto forma di anticipazione di liquidità”, perché questo non provoca effetti né dal punto di vista patrimoniale, né sul conto economico”. Ma, ha poi aggiunto rispondendo alle domande, “credo che ancora una volta le banche abbiamo mostrato l’appoggio alla situazione generale di contesto che veniva tracciata”. 

Ma, nonostante la contrarietà di FI, la Lega non arretra. Per Matteo Salvini “Se tutta la maggioranza riuscisse a trovare l’accordo per chiedere ancora qualcosa in più penso che sarebbe un bel segnale. Uno sforzo in più dalle banche per assumere e migliorare pagamento e pensione delle forze dell’ordine”. Più diretto il senatore Claudio Borghi: “Se un’industria a seguito dell’espansione assume, lo Stato può solo essere contento”, ma “se si ha un eccesso di remunerazione del capitale lo Stato deve intervenire con la sua attività regolatoria”. E quello delle banche non è l’unico nodo da sciogliere. 

La prima giornata di audizioni è stata una maratona di 11 ore con quarantacinque soggetti sentiti, tra associazioni di professionisti, imprese, studenti ed esperti, ciascuno portatore di richieste di modifiche, dallo stralcio dell’aumento della cedolare secca per affitti brevi, alla tassa di scopo per finanziare la sanità, alla richiesta di un maggiore sostegno alle famiglie ad esempio per acquistare i libri scolastici, poi l’allarme di Svimez sul mancato finanziamento dei Lep e, dalle imprese, l’appello per un passo indietro sulla norma sui dividendi delle società o sul divieto di compensazioni dei crediti fiscali. Alcune delle richieste troveranno spazio negli emendamenti parlamentari ma i margini di manovra sono molto ristretti. Le audizioni continueranno oggi con sindacati e le associazioni datoriali. Si continua fino a giovedì quando a dare le risposte sarà direttamente il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti

Mosca provoca sul crollo di Roma e la Farnesina convoca l’ambasciatore

La provocazione arriva con un certo tempismo, proprio mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto annunciava un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev, e l’occasione, colta dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, è la drammatica vicenda dei crolli alle Torre dei Conti ai Fori Imperiali, nel pieno centro storico di Roma: “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti per l’Ucraina, l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”, scrive la funzionaria di Mosca sul suo canale Telegram ricordando che “a maggio di quest’anno il ministero degli Esteri italiano ha riferito che il sostegno italiano all’Ucraina, compreso l’aiuto militare e i contributi versati tramite i meccanismi Ue, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro”. 

Queste frasi suscitano la reazione indignata della Farnesina, che ha convocato l’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov per procedere con un richiamo formale e parla di “parole squallide, preoccupanti quelle della portavoce, perché confermano l’abisso di volgarità in cui è piombata la dirigenza di Mosca. A nessuno in Italia, proprio a nessuno, sarebbe mai venuto in mente di gioire, di speculare su un incidente, una tragedia in cui siamo ancora tutti coinvolti come popolo italiano”. E infine: “Come Italia esprimeremo sempre e comunque solidarietà e amicizia per i più deboli, per chi è in difficoltà, per chi è sotto attacco. Per questo appoggiamo il popolo ucraino. Perché siamo italiani”. Lo stesso vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che “non si può speculare su persone che stanno ancora sotto le macerie e su operai feriti. Noi non lo abbiamo mai fatto, quando c’è stata qualche disgrazia che ha colpito la Federazione russa abbiamo sempre mostrato solidarietà. Queste dichiarazioni sono vergognose, inaccettabili, in un Paese civile”. 

Anche Matteo Salvini è intervenuto sulla vicenda: “Quando c’è ancora un operaio sotto le macerie, ci sono feriti, diciamo che bisogna star vicino ai soccorritori, portare silenzio e rispetto. Di politica estera parleremo domani, sicuramente mettere fine alla guerra tra Russia ed Ucraina, come proposto da Trump, è una priorità e sicuramente non possiamo mandare per 50 anni soldi all’Ucraina”. A protestare indignata, fin da subito, è stata anche l’opposizione. Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia “le parole di Zakharova sono offensive e gravi ed è necessario a questo punto che il Governo italiano prenda una posizione netta contro queste affermazioni”. A parlare di “manuali della propaganda del Cremlino” è la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che aggiunge: “Usare il dolore e il patrimonio storico di Roma per fare disinformazione è un gesto meschino che dimostra ancora una volta la natura tossica e aggressiva del regime russo”. Condanne arrivano anche da Italia Viva, di AvsNoi Moderati e Più Europa.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per lo svolgimento di una interrogazione. Dalle 14.00 delibererà in ordine al termine per la conclusione dell’esame in Assemblea del disegno di legge per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese, si confronterà sulla pdl sulla redazione della Mappa della memoria per la conoscenza dei campi di prigionia, di internamento e di concentramento in Italia, sul decreto-legge ARERA, sulla mozione per ristabilire condizioni di equilibrio tariffario nel mercato delle assicurazioni per la responsabilità civile auto, nonché a garantire la trasparenza dei prezzi e delle condizioni contrattuali e sulla pdl quadro in materia di interporti

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà audizioni sul disegno di legge costituzionale per l’Istituzione di Roma Capitale. La Giustizia esaminerà il ddl sull’introduzione del delitto di femminicidio, la pdl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. La Esteri proseguirà l’indagine conoscitiva sulle dinamiche geopolitiche nella regione dell’Artico. La Difesa dibatterà sul ddl per la razionalizzazione, la semplificazione e il riassetto delle disposizioni in materia di ordinamento militare, sul DM per il completamento delle capacità di difesa NBC del 7° Reggimento difesa CBRN Cremona e sul DM di «Rinnovamento delle capacità di combattimento delle unità del Genio dell’Esercito». 

La Finanze discuterà sulle direttive sulle aliquote dell’accisa applicata al tabacco e ai prodotti correlati e sulla pdl sulle agevolazioni fiscali per l’assunzione di dirigenti temporanei e a progetto presso le piccole e medie imprese. La Ambiente con la Attività Produttive svolgerà audizioni sullo schema di Dlgs sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili ascoltando, fra gli altri, i rappresentati di Federchimica e dibatterà sul decreto-legge per assicurare la continuità delle funzioni di ARERA. La Attività Produttive dibatterà sulla proposta di Legge annuale per il mercato e la concorrenza per il 2025 approvata dal Senato la settimana scorsa. La Affari Social isvolgerà audizioni sulle pdl per la prevenzione degli atti di suicidio. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 17.30 per ascoltare le comunicazioni del Presidente del SenatoIgnazio La Russa sulle attività dell’Aula durante l’esame della legge di bilancio.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio, congiuntamente con la Bilancio della Camera, proseguirà le audizioni nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge bilancio 2026 ascoltando, a partire dalle 9.00, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Usb, Confindustria; Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani, Cna; Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri, Ance, Confedilizia e Ania. Si confronterà sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale.

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