Raccogliere osservazioni e proposte sulla prima bozza di un regolamento europeo destinato a misurare e ridurre l’impatto ambientale delle attività nello Spazio.
È questo l’obiettivo della consultazione pubblica avviata oggi dalla Commissione Europea, che resterà aperta fino al 1° dicembre 2025. L’invito è rivolto principalmente a rappresentanti dell’industria, organizzazioni ambientali, istituzioni e cittadini interessati, chiamati ad esprimersi su un tema ormai molto attuale e di cui avevamo parlato in un precedente approfondimento: l’ecologia spaziale.
É, dunque, ufficialmente iniziato l’iter che porterà a regolamentare l’approccio ad un dominio in parte ancora inesplorato. Al centro del processo c’è il documento PEFCR4Space (Product Environmental Footprint Category Rules for the Space Sector), che mira a fornire un metodo standardizzato per valutare le emissioni e i consumi associati ai servizi spaziali, un ambito che, a oggi, rappresenta ancora una sorta di Far West normativo a migliaia di chilometri sopra le nostre teste.
Un quadro comune per misurare l’impatto dello Spazio
Più nel dettaglio, la prima bozza del PEFCR4Space, redatta dal Segretariato Tecnico, un gruppo multi-stakeholder presieduto dalla DG DEFIS e composto da rappresentanti di industria, ONG, università e istituzioni pubbliche, ha l’obiettivo di contrastare il greenwashing, ridurre la complessità e i costi delle analisi e rendere più trasparenti e confrontabili le valutazioni ambientali.
Il documento , in particolare, definisce una metodologia per stimare l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita dei servizi spaziali individuando sei categorie principali:
- Osservazione della Terra
- Navigazione, Posizionamento e Tempo (PNT)
- Video satellitare
- Connettività satellitare
- Trasporto in-spazio
- Servizi di lancio senza equipaggio
Per ciascuna categoria vengono quindi descritti i prodotti rappresentativi (RP), proiettati al 2028, e le regole per la compilazione dell’Inventario del Ciclo di Vita (LCI), inclusi l’uso dei dati, la qualità (DQR) e i criteri di allocazione per elettricità e multi-funzionalità.
Il testo fornisce inoltre istruzioni per il calcolo delle emissioni di lancio e rientro dei veicoli spaziali e per l’applicazione della Formula dell’Impronta Circolare (CFF) ai materiali riciclati.

Multi-funzionalità e allocazione degli impatti
Uno dei temi chiave riguarda la multi-funzionalità, ossia i casi in cui un sistema – come un satellite o un’infrastruttura a terra – svolge più attività contemporaneamente.
In queste circostanze, gli impatti ambientali devono essere ripartiti proporzionalmente tra i diversi servizi, utilizzando parametri oggettivi come la massa dei componenti, il tempo di utilizzo o l’energia impiegata.
Satelliti
Per quanto concerne i satelliti multi-servizio, ad esempio, gli impatti vengono distribuiti tra i diversi servizi offerti, in base alla funzione principale o alla massa dell’equipaggiamento coinvolto.
Per i satelliti definiti da software (SDS), si assume che l’intero impatto sia riferito al servizio analizzato.
Infrastrutture di terra
Il testo tocca anche la regolamentazione delle infrastrutture di terra: per strutture che supportano più missioni (come centri di controllo o siti di lancio), l’allocazione si basa sul tempo d’uso o sulla funzione servita. Si pensi ai lanciatori con carichi multipli: in questo caso gli impatti vengono ripartiti in base alla massa dei carichi utili trasportati.
C’è poi un capitolo dedicato al Kickstage (stadio di spinta): se usato per più funzioni (lancio o trasporto in orbita), l’impatto viene suddiviso in proporzione al contributo energetico fornito (o al consumo di propellente).
L’elettricità e il mix energetico
Un’altra sezione del documento riguarda l’uso dell’elettricità, che deve rispecchiare il mix energetico realmente utilizzato.
La priorità è garantire dati tracciabili e verificabili, seguendo questo ordine:
- Elettricità specifica del fornitore (se certificata);
- Mix elettrico totale del fornitore;
- Mix nazionale residuo;
- Mix medio europeo (come ultima opzione).
Durante la fase di utilizzo, l’elettricità impiegata dagli utenti finali deve essere modellata secondo il mix di consumo effettivo della rete.
Vettori di lancio riutilizzabili: tre scenari per la comparabilità
Infine, per i vettori di lancio riutilizzabili, l’impatto ambientale è calcolato in base al numero di riutilizzi del sistema.
Il documento prevede tre scenari standard per garantire la comparabilità dei risultati:
- Business case reale: basato su dati aziendali effettivi;
- Expendable: utilizzo singolo;
- Default: 10 riutilizzi.
Gli impatti relativi alla produzione, al trasporto, al consumo di materiali e alla fase di fine vita vengono ridotti proporzionalmente, mentre le attività di manutenzione e ristrutturazione sono considerate nelle fasi di produzione e pre-elaborazione.