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Data center: Microsoft, Google, Amazon e Meta spenderanno fino a 360 miliardi di dollari entro fine anno

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Spinti dalla corsa all’AI, gli investimenti delle Big Tech in data center sono attesi aumentare di quasi il 50% entro il 2025 con l’obiettivo di garantirsi leadership tecnologica e posizionamento strategico. Rimane il nodo dei consumi energetici.

L’AI spinge in alto gli investimenti in data center di Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta

La trasformazione digitale globale sta trovando nei data center la sua infrastruttura critica. Secondo il report “Data Centers” di GlobalData, i colossi del tech Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta hanno destinato nel 2024 oltre 245 miliardi di dollari in spese in conto capitale (capex) per nuove infrastrutture, un livello mai registrato prima.
Le previsioni per il 2025 indicano che la cifra potrebbe superare i 360 miliardi di dollari, trainata in maniera decisiva dall’intelligenza artificiale (AI).

La spinta principale è rappresentata dagli enormi carichi di lavoro legati all’AI, che richiedono infrastrutture sempre più potenti e scalabili. L’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, in particolare quelli generativi, avviene quasi esclusivamente in mega data center dotati di chip specializzati, sistemi di calcolo ad alte prestazioni (HPC) e memorie di grande capacità.

Martina Raveni, analista di GlobalData, sintetizza la strategia: Le big tech stanno competendo per costruire data center sempre più grandi e riempirli di chip specializzati, per restare avanti nella corsa alla supremazia nell’AI”.

Perché le Big Tech aumentano gli investimenti in data center?

La posta in gioco è duplice.
Da una parte hanno le necessità di raggiungere e mantenere una vera e propria leadership tecnologica, che consente loro di controllare l’infrastruttura che permette di sviluppare, addestrare e distribuire i modelli di AI significa consolidare il vantaggio competitivo.

I data center di fatto sostengono l’intero ecosistema di applicazioni cloud, e-commerce, social network, streaming, gaming e servizi enterprise.

In secondo luogo, le Big Tech cercano in questo modo di rafforzare il loro posizionamento strategico, perchéin un mondo sempre più dipendente dall’elaborazione dei dati, i data center sono percepiti come una vera e propria “utility critica”, al pari di energia e telecomunicazioni.

La competizione tra Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta va ormai ben oltre i bilanci e riguarda la costruzione di un’infrastruttura digitale che sarà determinante per l’economia globale e per la leadership tecnologica nei prossimi decenni.

L’impatto sui consumi energetici

La crescita del settore porta con sé un costo ambientale significativo. Secondo l’International Energy Agency (IEA), il consumo di elettricità dei data center passerà dai 415 terawattora (TWh) del 2024 a circa 945 TWh entro il 2030, più del doppio in soli sei anni. Per avere un termine di paragone, il consumo stimato equivale a quello di interi Paesi industrializzati.

Oltre all’elettricità necessaria per alimentare i server, pesano i sistemi di raffreddamento e climatizzazione, che assorbono enormi quantità di energia. A ciò si aggiunge il tema dell’uso intensivo di acqua nei sistemi di raffreddamento tradizionali, una criticità crescente in ottica di sostenibilità.

Le soluzioni per l’efficienza e la sostenibilità energetica dei data center

Per rispondere a queste sfide, le Big Tech stanno accelerando l’adozione di tecnologie e soluzioni innovative in termini di impiego crescente di soluzioni legati alle fonti energetiche rinnovabili e di ottimizzazione dell’hardware.

Microsoft, Amazon e Google (Alphabet) hanno siglato accordi record per l’approvvigionamento di energia eolica e solare, puntando alla carbon neutrality nei prossimi anni.
a questo vanno aggiunte le soluzioni di liquid cooling, che si stanno diffondendo come alternativa ai tradizionali sistemi ad aria, riducendo consumi energetici e impronta idrica.
Sempre più diffuso, inoltre, è il ricorso all’energia nucleare e in prospettiva si attende l’arrivo degli Small modular reactors.

Stanno inoltre investendo nellosviluppo di chip custom ad alta efficienza (ad esempio i Tensor Processing Units di Google o i Trainium di AWS) che riducono il consumo energetico per unità di calcolo, mentre sempre nuovi algoritmi di intelligenza artificiale vengono utilizzati anche per monitorare e ottimizzare in tempo reale i consumi dei data center.

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