“Operazione Gotha 2”: sgominata organizzazione dello streaming illegale
Un nuovo colpo alla pirateria audiovisiva in Italia e lo streaming illegale. All’esito di una complessa investigazione coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di otto persone, alcune residenti all’estero, accusate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla diffusione illecita di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, accesso abusivo a sistema informatico e frode informatica.
Gli indagati, arrestati tra Catania, Siracusa, Roma, Brescia e diversi Paesi stranieri, sono ritenuti dalle autorità come una sorta di “vertice” dello streaming illegale in Italia.
Duilio (Sky): “È la prova dell’efficacia dei nuovi strumenti investigativi“
“Questa nuova operazione portata a termine dalla Procura Distrettuale di Catania e dalla Polizia di Stato rappresenta un ulteriore duro colpo alla pirateria e alle organizzazioni criminali che la alimentano. È la prova dell’efficacia dei nuovi strumenti investigativi e dell’impegno costante con cui si sta combattendo questo grave fenomeno. La frequenza e i risultati delle azioni delle forze dell’ordine segnano un passo decisivo nella tutela della legalità e nella protezione di migliaia di posti di lavoro”, ha dichiarato Andrea Duilio, Amministratore Delegato di Sky Italia.
Bagnoli Rossi (FAPAV): “Per la prima volta in Italia, emesse misure cautelari contro i pirati“
“Si tratta di un’operazione di straordinaria importanza perché per la prima volta in Italia sono state emesse delle misure cautelari nei confronti di persone che ricoprivano ruoli apicali nella diffusione illecita di contenuti audiovisivi attraverso lo streaming. Alla Procura Distrettuale di Catania, al GIP del Tribunale e alle Forze dell’Ordine va il nostro plauso, come FAPAV, per l’incessante lavoro compiuto per abbattere un fenomeno che non solo danneggia le industrie audiovisive e culturali del nostro Paese ma l’intero sistema economico ed occupazionale”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
“L’operazione di Catania, prosieguo della già nota e importante operazione Gotha, dimostra che la distribuzione e fruizione di contenuti illegali è un reato che viene perseguito tenacemente dalle Forze dell’Ordine. L’impianto normativo italiano, infatti, offre strumenti diversificati per il contrasto al fenomeno – ha aggiunto Bagnoli Rossi – ed è tra i più evoluti d’Europa consentendo di agire sinergicamente per la promozione della legalità”,
Dall’operazione “Gotha” del 2022 a “Gotha 2”
L’indagine nasce come sviluppo della maxi-operazione “Gotha” del 2022, che aveva portato a oltre 70 perquisizioni in tutta Italia. Fondamentale in questa nuova fase l’apporto del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica di Roma.
Grazie all’analisi di dispositivi sequestrati – computer, smartphone e server – e a un monitoraggio approfondito dei flussi finanziari, gli investigatori hanno ricostruito la struttura dell’associazione criminale: un’organizzazione gerarchica con ruoli distinti e precisi (capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller), attiva sia in Italia che all’estero.
Una centrale dello streaming illegale
Secondo l’accusa, l’obiettivo del sodalizio era la diffusione di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi di colossi come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime Video e Netflix. Il sistema si basava su un’infrastruttura di IPTV illegali con marchi che “richiamavano” piattaforme legittime: “NOWTV”, “UNITY”, “PLAYTV”, “PLATINUM”, “M&S”, “ENJOY”, “MOMY”, “HERMES”, “LUCKYSTREAMING”, “SKYNET” e “GOLDRAKE”.
L’organizzazione stabiliva direttamente i prezzi degli abbonamenti, le modalità di distribuzione e perfino la sospensione dei servizi. Per garantire la continuità delle attività illecite, i vertici facevano affidamento su server noleggiati presso società di hosting estere, gestiti da affiliati con elevate competenze informatiche.
Per sfuggire alle indagini, gli indagati utilizzavano applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi. Questi venivano impiegati per intestare utenze telefoniche, carte di credito, abbonamenti televisivi e noleggiare server.
Ai reseller sparsi su tutto il territorio nazionale veniva imposto un rigido catalogo di regole per ridurre i rischi di intercettazione e inquinare le prove.
Profitti milionari, danni enormi all’industria audiovisiva nazionale
Le cifre confermano la portata del fenomeno. Nei soli mesi monitorati durante le indagini, i guadagni illeciti accertati su base indiziaria hanno superato i 10 milioni di euro. Ma il danno stimato per l’industria audiovisiva sarebbe molto più alto: oltre 30 milioni di euro al mese.
Secondo gli inquirenti, l’operazione ha fatto emergere circa il 70% dello streaming illegale nazionale, che coinvolgeva più di 900.000 utenti.
L’“Operazione Gotha 2” conferma come lo streaming illegale non sia più un fenomeno marginale, ma un vero e proprio mercato criminale parallelo che si muove con regole proprie, strutture organizzate e profitti enormi. Un settore che, se non contrastato, rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto audiovisivo italiano ed europeo.