Rimandata a settembre. La proposta di legge di delega al Governo per i data center è stata rinviata in Commissione TLC, perché ieri in Aula è arrivata la sonora bocciatura al testo da parte della Ragioneria di Stato per profili problematici in merito a possibili nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica relativamente a numerosi commi di cui all’art. 3 della proposta.
In sostanza, la proposta di legge scritta dai parlamentari nei fatti evidenzia costi pubblici, ma queste coperture economiche non sono state indicate dai promotori nella norma.
“La relazione tecnica trasmessa non è verificabile”, ha scritto il Ragioniere Generale dello Stato Daria Perrotta nel parere che Key4Biz ha visionato.
“Vorrei che fosse chiaro a tutta l’Aula, ha detto il relatore Enzo Amich, “che ciò non deve essere vissuto esclusivamente come una battuta d’arresto, ma come un passaggio che deve risultare utile e costruttivo. Si tratta, infatti, di un provvedimento di grande importanza; siamo tutti perfettamente consapevoli di quale provvedimento stiamo trattando e di quale sia la sua efficacia, a livello di sistema Paese, che può incidere in maniera significativa appunto sul nostro sistema economico ed industriale. E occorre fare in modo che tale sistema, tale procedura sia attrattiva verso l’estero e trattata nella maniera più utile, più certa, che non dia adito ad alcuni inghippi, ad alcuni meccanismi che potrebbero rallentare le tematiche stesse. L’obiettivo è arrivare a un testo più solido, condiviso, rispettoso delle esigenze che questo ramo del Parlamento sta portando avanti”.
“Questo ultimo parere, questa osservazione della Commissione bilancio ci ha messo un po’ con le spalle al muro, ci ha sorpreso”, ha dichiarato in aula Giulia Pastorella, una dei 5 firmatari della proposta di legge. “È stato un last minute, ma ci siamo resi conto che altre strade per continuare ad analizzare questo provvedimento sono ora precluse: penso ad una semplice continuazione dell’iter in Aula con modifiche attraverso emendamenti”.
“Sarebbe bello se si riuscissero a trovare le risorse necessarie”, ha detto Francesca Ghirra di AVS, “in modo che il pubblico possa investire sui data center anche per quanto riguarda, ad esempio, gli aspetti della formazione che correttamente sono stati inseriti non solo per ragazze e ragazzi che seguono le nostre scuole, ma anche per i dipendenti della pubblica amministrazione”.
AIIP: “Auspichiamo ora in sede di ulteriore discussione che vengano finalmente rimossi dal testo i profili potenzialmente distorsivi della concorrenza e discriminatori presenti nell’attuale formulazione della norma”
“Apprendiamo del rinvio in Commissione del testo unificato della proposta di Legge AC 1928 a seguito della bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato per profili problematici in merito a possibili nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica relativamente a numerosi commi di cui all’art. 3 della proposta. La bocciatura trasmessa della Commissione V (Bilancio), per quanto costituisca una battuta d’arresto di un percorso ampiamente condiviso a livello politico, è l’occasione di completare un processo utile e costruttivo con ulteriori – e per AIIP fondamentali – miglioramenti del testo definitivo”, ha commentato a Key4Biz il presidente di AIIP Giuliano Peritore.
“AIIP auspica”, ha aggiunto, “infatti che in sede di ulteriore discussione vengano finalmente rimossi dal testo i profili potenzialmente distorsivi della concorrenza e discriminatori presenti nell’attuale formulazione della norma, quali il riferimento esclusivo a ‘nuovi’ centri di elaborazione dati, che potrebbero marginalizzare e di fatto escludere, in fase attuativa, le attuali infrastrutture data center già presenti sul territorio nazionale – tramite le quali funziona l’Internet che tutti noi utilizziamo quotidianamente e spesso frutto di investimenti di imprese italiane – da accesso privilegiato ed a pari tariffe alle fonti di approvvigionamento energetico, alla caratterizzazione di interesse pubblico prevalente, da incentivi e/o percorsi preferenziali, e questo riguarda non solo le infrastrutture già esistenti sul territorio nazionale ma anche i possibili ampliamenti delle stesse.
“Non è pensabile infatti”, ha concluso Peritore, “intervenire con un provvedimento di così ampia portata senza tenere in adeguata considerazione parecchie decine di data center già operativi o in corso di avviamento su tutto il territorio nazionale – talvolta anche frutto di investimenti pubblico-privato.”
Data Center, Casu (Pd): “Regole siano scritte in parlamento, ‘no’ a porti franchi in mano a nuove compagnie delle indie”
“Continueremo a vigilare per evitare che questo rinvio possa determinare un cambiamento di rotta. Le nuove regole e procedure non possono e non devono essere limitate alle nuove costruzioni e ai grandi progetti ma garantire la valorizzazione delle realtà già presenti e la diffusione su tutto il territorio nazionale: I data center possono essere straordinari acceleratori di sviluppo tecnologico, economico e sociale per il nostro paese, ma non possiamo permettere che diventino i porti franchi del nuovo millennio, tutti nelle mani delle nuove “compagnie delle indie”. Per questo è fondamentale che le regole vengano scritte in Parlamento, luogo in cui siamo stati eletti per rappresentare la nazione e difendere il bene comune. Il Parlamento deve continuare a collaborare insieme al Governo, per quanto di competenza, a definire i percorsi e i passaggi fondamentali. Noi continueremo a operare e vigilare perché non venga smarrita questa strada”. Lo ha dichiarato ieri in Aula alla Camera il deputato democratico Andrea Casu, intervenendo prima che venisse approvata la richiesta di rinvio in Commissione del testo unificato della proposta di legge di delega al Governo per i data center.
Ed ora?
Secondo quanto Key4Biz è in grado di ricostruire, la Commissione TLC proverà a rivedere il testo. In alternativa, è già pronto il blitz del Governo per inserire il testo in un decreto legge dedicato all’Energia, così ci sarà tempo per trovare le coperture economiche.