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Poste: “Non venderemo servizi TLC di TIM almeno fino al 2028”. Quali le sinergie?

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Lo si legge nell’ultimo bollettino dell’Antitrust in cui l’Autorità spiega perché ha deliberato di approvare senza condizioni la salita di Poste in TIM, diventando con il 24,81% delle azioni ordinarie il socio di maggioranza. Cresce, allora, la curiosità di conoscere le possibili sinergie commerciali tra Poste e TIM. Il commento di Raffaele Roscigno, Segretario Generale della SLP-CISL, principale sindacato dei lavoratori postali.

La notizia dell’ok senza condizioni da parte dell’Antitrust era stata comunicata direttamente da Poste italiane giovedì 4 settembre, “bruciando” di fatto la Comunicazione dell’Autorità, che ha deciso di non pubblicare neanche un comunicato stampa su una decisione che ha, invece, una notevole rilevanza e impatto sul settore delle telecomunicazioni, e non solo, in Italia. 

Così dal bollettino pubblicato ieri, 9 settembre intorno alle ore 18:00, dall’AGCM si conoscono le motivazioni secondo le quali l’Autorità ha deliberato di approvare senza condizioni la salita di Poste in TIM, diventando con il 24,81% delle azioni ordinarie il socio di maggioranza. 

Poste primo azionista di TIM, le motivazioni dell’Antitrust all’ok al merger

Uno dei passaggi chiave, che ha portato l’Antitrust a non avviare un’istruttoria, è contenuto a pagina 15 e fa tirare un sospiro di sollievo agli altri operatori telefonici almeno fino al 2028.

Poste”, si legge, “non ha intenzione di proporre nei propri canali di vendita offerte in bundle con servizi di telecomunicazioni fisse o mobili di TIM per l’intera durata dell’attuale piano industriale”. 

Questa decisione del Gruppo, guidato da Matteo Del Fante e comunicata all’Autorità, ha portato l’AGCM a considerare “eliminata in radice la possibilità di rischi concorrenziali di natura conglomerale, attribuibili come effetto della concentrazione, derivanti dalla vendita abbinata dei diversi servizi delle due società”, considerando anche “i dati estremamente contenuti della capacità di Poste di vendere i propri servizi in bundle”.

Poste-TIM, quali le sinergie se non sulle Telecomunicazioni? Su Cloud, Cybersecurity, Tim Vision, servizi finanziari, assicurativi, pagamenti digitali ed energia?

Ricordiamo che l’attuale piano industriale di Poste guarda al 2028. 

Se per i prossimi 3 anni, Poste non venderà sui propri canali, compresi i 12mila sportelli distribuiti sul territorio nazionale, i servizi di telecomunicazioni fisse o mobili di TIMcresce, allora, la curiosità di conoscere in che modo nasceranno le annunciate sinergie tra Poste e TIM.

Saranno sui servizi informatici (TIM Enterprise vende soluzioni IoT, Cloud e Cybersecurity) e dei contenuti media (TIM Vision), dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti, e dell’energia?

I rischi indicati da iliad, Sky e Fastweb+Vodafone e AIIP

Ritornando ai 12mila sportelli postali in tutta Italia, qualora Poste italiane con il nuovo piano industriale decidesse di vendere anche i servizi di telefonia di TIM, l’Antitrust già ha annunciato “la necessità di una valutazione anche di possibili effetti di natura verticale e conglomerale”.

Questi rischi “conglomerali” sono il principale dei pericoli esposti dai diversi competitor di Tim che hanno presentato all’Autorità le proprie osservazioni dopo la notifica da parte di Poste dell’operazione di concentrazione.

Nel dettaglio, iliad e Sky hanno ravvisano criticità anche in merito alla possibilità per TIM di avere un accesso privilegiato ai servizi postali e logistici del Gruppo Poste, nel recapito delle SIM che sono acquistate online, con potenziali effetti di discriminazione rispetto alle condizioni di mercato alle quali gli altri operatori possono accedere.

L’effetto di customer foreclosure, a cui fa riferimento in particolare Fastweb+Vodafone, discenderebbe invece dall’integrazione tra TIM, fornitore di servizi all’ingrosso di accesso alla rete mobile e Poste che, tramite la società Postepay, sarebbe il più importante cliente all’ingrosso di Fastweb+Vodafone, essendo un cosiddetto Mobile Network Virtual Operator – MVNO. In particolare, Fastweb+Vodafone ha evidenziato di avere già ricevuto da Poste la comunicazione di volere recedere dal contratto per la fornitura di tali servizi come operatore full-MVNO, sinora acquistati sulla rete di Vodafone. Di fatto, dunque, a seguito dell’operazione il mercato verrebbe privato di un primario cliente all’ingrosso, che andrebbe a rifornirsi unicamente da TIM.

AIIP: “Il mercato delle TLC italiane deve rimanere aperto, contendibile, competitivo, equo, trasparente e sopratutto innovativo”

“Auspichiamo che la recente decisione di AGCM, che non ravvisa nell’operazione di concentrazione Poste Italiane/Telecom Italia – che porta al 65% le azioni riconducibili allo Stato Italiano (e non dimentichiamo la presenza del MEF in FiberCop) – la possibilità di emergenti ostacoli alla concorrenza, né l’idoneità alla costituzione o al rafforzamento di una posizione dominante tali da richiedere l’apertura di un’istruttoria, non sia in futuro inficiata da possibili evoluzioni nel mercato delle telecomunicazioni italiane sia a livello finanziario che a seguito di eventuali esclusive o vincoli di pricing. Per AIIP il mercato delle TLC italiane deve rimanere aperto, contendibile, competitivo, equo, trasparente e sopratutto innovativo”, ha commentato a Key4Biz Giuliano Peritore, presidente di AIIP.

Tutti gli operatori hanno poi evidenziato possibili effetti conglomerali derivanti dalla vendita abbinata dei servizi di telecomunicazioni con gli altri servizi postali, finanziari e di altra natura (ad esempio, energetici); vendita che sarebbe possibile in ragione dell’integrazione delle attività delle due società e che sarebbe facilitata grazie alla capillarità degli sportelli postali.

Un ulteriore aspetto: la ricarica delle SIM

Un ulteriore aspetto sollevato nelle osservazioni risiede nel ruolo di Poste nell’attività di ricarica delle SIM, svolto tramite la controllata Lottomatica Servizi, e che potrebbe comportare il rischio che Poste penalizzi gli operatori mobili concorrenti di PostePay e TIM, limitando la possibilità di ricarica o applicando condizioni discriminatorie che possono rendere meno competitivi i servizi di tali operatori concorrenti.

Da ultimo, Fastweb+Vodafone ha rappresentato che l’operazione potrebbe determinare una sovrapposizione orizzontale tra i servizi di telefonia di TIM e quelli di Poste, che porterebbe a un rafforzamento della posizione di mercato della prima.

Da un punto di vista procedurale, gli operatori hanno chiesto l’avvio di un’istruttoria finalizzata all’adozione di idonee misure, risolutive delle problematiche sollevate. 

Ma, come detto, l’Antitrust ha deliberato di approvare senza condizioni l’operazione e, dunque, di non procedere all’avvio dell’istruttoria, in quanto essa non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.

A Key4Biz il commento di Raffaele Roscigno, Segretario Generale SLP-CISL, principale sindacato dei lavoratori postali: “Merger con TIM positivo, ma preoccupati che certe logiche di mercato mettano sotto pressione i lavoratori di Poste. Ad ottobre incontro fissato con l’AD Del Fante”

“La sinergia che si sta delineando la consideriamo un fatto positivo: può dare maggiore solidità a Poste, rafforzare la sua capacità di innovare e rendere più competitivi i servizi per cittadini e imprese.
In questo senso, rappresenta un’opportunità non solo per l’azienda, ma anche per il sistema Paese, che ha bisogno di infrastrutture moderne e affidabili.
Allo stesso tempo, non possiamo ignorare che un processo di questa portata porta con sé anche delle possibili difficoltà: dall’organizzazione interna al rischio che certe logiche di mercato mettano sotto pressione i lavoratori di Poste.
Per noi della SLP CISL, che rappresentiamo circa il 60% dei lavoratori postali, è fondamentale che nessuna sinergia si traduca in tagli, precarietà o arretramenti nei diritti.
I dipendenti di Poste sono la vera forza che ha reso grande questa azienda e meritano di essere tutelati e valorizzati prima di ogni cosa.
Abbiamo già chiesto all’Amministratore Delegato di chiarire quali saranno concretamente le sinergie previste e cosa comporteranno per l’azienda e per i lavoratori, e avremo occasione di approfondire questi aspetti anche nell’incontro programmato per ottobre.
Il nostro compito sarà quindi quello di vigilare affinché i benefici di questa operazione si traducano in crescita, stabilità e nuove opportunità per i lavoratori, senza effetti negativi.
Solo così la sinergia potrà davvero essere un’occasione di sviluppo equilibrato e condiviso”.

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