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Tensione tra i volenterosi sulla linea di sostegno a Kiev. Domani il vertice
Gli europei sono “pronti” sulle garanzie di sicurezza all’Ucraina e aspettano un “sostegno” americano, come afferma l’Eliseo che ospiterà un nuovo vertice dei volenterosi domani mattina. Ma non sono esattamente allineati. A diverse cancellerie non ha fatto piacere l’esplicito riferimento di Ursula von der Leyen a una “roadmap” per il dispiegamento di truppe; “L’Ue non è competente in materia”, ha notato il tedesco Friedrich Merz, che parteciperà in videocollegamento. Da remoto interverrà anche Giorgia Meloni, che è contraria all’operazione militare insistendo invece su un trattato multilaterale di assistenza a Kiev mutuato dall’articolo 5 della Nato. Con queste premesse Macron si prepara ad accogliere a Parigi Volodymyr Zelensky, con cui avrà un incontro e una cena alla vigilia della riunione, che sarà co-presieduta da Keir Starmer e avrà in presenza alcuni leader, fra cui von der Leyen e lo spagnolo Pedro Sanchez.
Per il consigliere del presidente francese “A livello politico il messaggio essenziale che dovrà passare è che siamo non solo volenterosi e capaci, ma che siamo pronti. Abbiamo abbastanza contributi per poter dire agli americani che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità”. Il vertice servirà a verificare anche che la coalizione “ha il sostegno degli americani per garantire la sicurezza dell’Ucraina”, il cosiddetto backstop, supporto, logistica e intelligence, e che Washington mantenga i suoi sforzi per ottenere la tregua. Dall’Eliseo hanno spiegato che al vertice ci sarà un rappresentante degli Usa (si parla il segretario di Stato Marco Rubio, ma non è stato specificato) e che Macron “parlerà di nuovo al presidente Donald Trump molto presto”. La prima garanzia di sicurezza su cui i partner concordano è il sostegno all’esercito ucraino, sul resto c’è prudenza, soprattutto da Roma e Berlino. “Almeno in Germania non esistono” piani concreti per un intervento militare, ha frenato Merz, chiarendo che si potrà decidere in merito a garanzie di sicurezza a lungo termine solo dopo un cessate il fuoco o un accordo di pace.
E anche in queste condizioni Merz ha affermato che avrebbe “notevoli riserve” sull’impiego di soldati tedeschi. “Ci sono ancora molti, molti ostacoli da superare, e forse ci vorrà anche molto tempo”, ha concluso il cancelliere, che ribadirà la proposta di Ginevra come “sede adeguata per un accordo di cessate il fuoco” e chiederà ai volenterosi di rilanciare un invito alle parti in causa. Ragionamenti simili si fanno da tempo a Palazzo Chigi. I paletti italiani sono stati più volte esplicitati, e la premier li ribadirà. In parallelo alle garanzie simil articolo 5 Nato, c’è la disponibilità a garantire il monitoraggio con aerei radar e satelliti, l’addestramento di militari e lo sminamento in acque internazionali. Ma tutto operando “al di fuori dei confini ucraini”, solo una volta raggiunta la cessazione delle ostilità. L’evoluzione dello scenario ucraino, insieme ad altri temi di politica estera, dalla crisi di Gaza all’accordo Ue-Usa sui dazi, sarà l’argomento su cui il Governo riferirà in Senato tra il 15 e il 20 settembre, come emerso da un incontro fra il presidente del Senato Ignazio La Russa e i capigruppo di opposizione, che in una lettera avevano chiesto un confronto in Aula con la premier, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello degli Affari europei Tommaso Foti. La richiesta è stata condivisa anche dalla maggioranza. È da capire chi interverrà per il Governo. La risposta dovrebbe arrivare nella Capigruppo che il presidente del Senato intende convocare il 10 settembre.
Emiliano si ritira e Schlein lancia Decaro in Puglia
L’annuncio arriva direttamente da Elly Schlein: l’ex governatore Michele Emiliano non correrà per una poltrona di consigliere regionale in Puglia, aprendo così la strada “alla coalizione progressista che stiamo costruendo e alla candidatura più competitiva che possiamo mettere a disposizione: quella di Antonio Decaro”. La decisione arriva dopo giorni di tensioni sui presunti aut aut avanzati dall’ex sindaco di Bari sui nomi di Michele Emiliano e Nichi Vendola: “Ringrazio Emiliano per essersi messo con generosità a disposizione del partito e per aver deciso di non candidarsi alle prossime regionali”, afferma la segretaria del Pd in una nota in cui assicura che l’ex governatore “continuerà a dare un contributo imprescindibile alla costruzione del futuro della Regione, essendo stato protagonista in questi dieci anni da presidente di una fase di straordinario sviluppo e innovazione in Puglia. Tutto il Pd gli è riconoscente per il grande servizio svolto per la comunità e siamo certi che la sua competenza continuerà a essere una risorsa importante per noi, ben oltre i confini della Regione che ha guidato in questi anni”.
I ringraziamenti a Emiliano arrivano anche da Antonio Decaro, che però insiste: “Mi auguro che lo stesso gesto di generosità possa arrivare anche da Nichi Vendola e da Avs, che considero alleati fondamentali per il governo della Regione, in modo da avviare la campagna elettorale e di tornare finalmente a parlare dei temi che interessano i pugliesi”. Ma da Avs non sembra esserci alcun ripensamento. “Il Pd non ha la sovranità su Avs”, spiega il deputato di Avs Angelo Bonelli smentendo un passo indietro di Vendola, “Le questioni del Pd le affronta il Pd, quelle di Avs le affronta Avs”.
Restano i nodi Campania per il Pd e Veneto per centrodestra
I partiti restano concentrati sui dossier regionali ancora aperti. Il centrosinistra lavora per l’ok definitivo anche alla candidatura di Roberto Fico (M5S) in Campania, l’accordo è vicino anche se Vincenzo De Luca non perde occasione per pungere l’aspirante successore e i partiti della coalizione, a cominciare dal “suo” Pd. “Non c’è nessun patto”, taglia corto il governatore sul presunto accordo con la segretaria del Pd Elly Schlein, che vedrebbe il figlio di De Luca, Piero, segretario del Pd in Campania in cambio dell’appoggio alla candidatura del pentastellato.
“Io non rinuncio alla mia ragione e alle mie valutazioni”, afferma De Luca senza farsi mancare una frecciata all’indirizzo dell’ex presidente della Camera: “Nessuno di noi pone veti personali, ma è ragionevole domandarsi se è la scelta migliore, quella di impegnare nel governo della Regione più difficile d’Italia un esponente politico che non ha mai amministrato nulla”. Dal canto suo, Piero De Luca, pronto a presentare oggi la sua candidatura a segretario regionale del Pd, apre alla collaborazione con l’ex presidente della Camera: “Siamo pronti a confrontarci con tutte le forze della coalizione progressista e Roberto Fico per costruire un programma condiviso”.
Nel centrodestra la questione più spinosa resta quella del Veneto, con il vicepremier Matteo Salvini che non arretra di un passo sulla richiesta di un candidato leghista per il dopo Zaia. Il tre volte governatore fa sapere che “ad oggi non c’è nulla da comunicare” e sottolinea che ritiene al momento “impossibile” dire se la scelta del candidato spetterà alla Lega o FdI. Certo è che il tempo stringe. Non a caso, si apprende da fonti di maggioranza, in settimana, o al più tardi all’inizio della prossima, la premier Giorgia Meloni convocherà una nuova riunione dei leader della coalizione con l’obiettivo, non facile, di sciogliere gli ultimi nodi.
Entra nel vivo la campagna elettorale per le regionali nelle Marche
Dopo una lunga pausa estiva, segnata prevalentemente dagli avvenimenti a livello internazionale, la politica italiana torna a occuparsi di questioni interne, con lo scontro fra maggioranza di Governo e opposizioni che si concentra sulle ormai prossime elezioni regionali, che da qui a fine anno chiameranno al voto i cittadini di ben sette regioni: Calabria, Campania, Veneto, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta, ma soprattutto le Marche, dove si gioca forse la sfida più aperta e dove le opposizioni, unite ma con il distinguo di Azione, sentono di poter spodestare l’amministrazione di centrodestra e dare un primo segnale, anche al Governo, in vista di quest’autunno elettorale.
Considerata la posta in gioco, non stupisce che i leader di entrambe le coalizioni saranno nelle Marche per tirare la volata al proprio candidato. Da un lato il presidente uscente Francesco Acquaroli, molto vicino alla premier Giorgia Meloni, che punta alla riconferma a palazzo delle Marche. Dall’altro l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che, forte del sostegno di Pd, M5S e Avs, vede la possibilità di ribaltare il risultato del centrosinistra della scorsa tornata. A meno di un mese dal voto, la campagna elettorale è dunque entrata nel vivo, con i primi tour in Regione, in vista dei comizi finali a ridosso del voto del 28 e 29 settembre. Ieri è stata la volta del vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani e della segretaria del Partito democratico Elly Schlein, impegnati fra Ancona e Pesaro.
Le prossime settimane saranno ricche di appuntamenti e quello che è certo è che non mancherà l’appoggio dei leader nazionali. Il centrodestra ha già annunciato che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà ad Ancona mercoledì 17, insieme ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e al leader di Noi moderati Maurizio Lupi. Ancora nessuna data certa per un comizio unitario con Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni.
Alla Camera
Nella giornata di oggi e per tutto l’arco di questa settimana l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Montecitorio riprenderanno martedì 9 settembre con la ratifica di diversi trattati internazionali. Per quanto riguarda le Commissioni, domani, si riunirà solamente la Cultura che proseguirà il ciclo di audizioni sul ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico.
Al Senato
Nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’aula di Palazzo Madama tornerà a riunirsi mercoledì 10 settembre per esaminare il decreto-legge per il commissariamento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il ddl per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, diverse ratifiche di trattati internazionali, il ddl per la partecipazione italiana a Banche e a Fondi multilaterali di sviluppo e il ddl di modifica dell’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese. Per quanto riguarda le Commissioni, oggi, si riunirà solamente la Giustizia per confrontarsi sul decreto-legge per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, bonifica Terra dei fuochi e assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi.