Apple ha annunciato un piano di investimenti da 600 miliardi di dollari per i prossimi quattro anni, con l’obiettivo di rafforzare la produzione e la presenza industriale negli Stati Uniti. L’azienda aggiungerà 100 miliardi ai 500 miliardi già programmati, in un’iniziativa che mira a riportare in patria alcune delle fasi più critiche della propria filiera produttiva.
Un nuovo programma industriale
Il progetto si sviluppa all’interno del nuovo American Manufacturing Program (AMP), pensato per coinvolgere aziende statunitensi e incentivare partner internazionali a localizzare parte della produzione negli USA. Il programma include sia fornitori storici di Apple che nuove collaborazioni industriali, con una particolare attenzione ai componenti chiave utilizzati nei dispositivi dell’azienda.
Apple is expanding our US commitment to $600 billion over the next four years. And our new American Manufacturing Program will bring even more jobs and advanced manufacturing to the US. pic.twitter.com/6KWkTGJN3O
— Tim Cook (@tim_cook) August 6, 2025
“Siamo orgogliosi di aumentare i nostri investimenti negli Stati Uniti”, ha dichiarato l’amministratore delegato Tim Cook, specificando che l’iniziativa coinvolge dieci aziende americane attive in settori strategici della supply chain.
Dalla produzione di chip al confezionamento finale
Tra le attività previste c’è la fornitura di wafer di silicio da parte di GlobalWafers America in Texas, la produzione di chip negli impianti di TSMC in Arizona (Apple è il cliente principale), e in quelli di Texas Instruments in Utah e Texas. Anche la fase finale, il packaging dei dispositivi, sarà effettuata negli Stati Uniti, grazie a un nuovo impianto di Amkor sempre in Arizona.
Apple ha inoltre rafforzato la collaborazione con Applied Materials ad Austin per la fornitura di macchinari destinati alla produzione.
Vetro, magneti e laser: la filiera si amplia
Il piano include anche componenti non elettronici. La partnership con Corning, fornitore storico del vetro utilizzato nei dispositivi Apple, è stata estesa: le future produzioni per iPhone e Apple Watch saranno realizzate in Kentucky, dove verrà costruito anche un nuovo centro di innovazione.
I magneti in terre rare provengono da MP Materials, mentre i laser VCSEL, utilizzati in tecnologie come il Face ID, saranno prodotti da Coherent in Texas.
Ricerca, AI e nuove assunzioni
Secondo quanto comunicato da Apple, il piano contribuirà alla creazione di 20mila nuovi posti di lavoro diretti negli Stati Uniti, con focus su ricerca e sviluppo, software engineering e intelligenza artificiale. A questi si aggiungono circa 450mila posti già sostenuti tra fornitori, partner e attività correlate.
Sul fronte infrastrutturale, Apple aprirà uno stabilimento a Houston per la produzione di server destinati ad Apple Intelligence. Sono inoltre previste espansioni dei data center in North Carolina, Iowa e Nevada, che saranno alimentati interamente da energia rinnovabile.
Apple e la guerra dei talenti (che sta perdendo)
Sull’AI Apple ha avviato un cambio di rotta nella sua strategia. La decisione arriva in un momento delicato, segnato da un ritardo percepito rispetto a concorrenti come OpenAI, Google e Meta, che hanno già integrato assistenti AI avanzati e modelli generativi nei propri prodotti.
A pesare su questo ritardo è stata anche una significativa fuga di talenti: secondo il Financial Times Apple ha perso numerosi ricercatori di primo piano nel campo dell’AI, attratti da aziende rivali. Tra questi, anche il responsabile dei modelli fondamentali, Ruoming Pang, passato a Meta insieme a gran parte del suo team.
Una dinamica che ha indebolito le capacità di sviluppo interno e costretto Apple a intervenire, riassegnando la guida di Siri e rilanciando la propria roadmap attraverso acquisizioni, nuove unità di ricerca e una maggiore apertura a soluzioni cloud-based.