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5G, Italia e Svezia al top grazie ai 700 Mhz. 5G Stand alone, tutti in ritardo, tranne la Spagna

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Il quadro della diffusione del 5G in Europa non è uniforme. Anzi. Ci sono numerose differenze in termini di copertura e velocità, a seconda di alcuni fattori comuni che di fatto hanno generato una mappa a due velocità che fotografa la diffusone del nuovo standard mobile.

Il quadro della diffusione del 5G in Europa non è uniforme. Anzi. Ci sono numerose differenze in termini di copertura e velocità, a seconda di alcuni fattori comuni che di fatto hanno generato una mappa a due velocità che fotografa la diffusone del nuovo standard mobile.

Fattore di successo la banda 700 Mhz

E’ quanto emerge dall’ultimo report di Ookla, secondo cui i paesi del nord e del sud Europa

guidano la classifica della disponibilità del 5G, grazie soprattutto all’ampio utilizzo della banda di spettro a 700 Mhz.

Per il resto, il report evidenzia appunto un’Europa a due velocità nel 5G, con alcuni paesi che sprintano verso il rollout e altri che al contrario fanno più fatica.

Svezia sugli scudi

Ookla ha specificamente citato la Svezia, che ha registrato un aumento del 21,3% su base annua della disponibilità del 5G, trainato dalle aggressive implementazioni a 700 MHz di Telia e Tele2. Questi sforzi si sono concentrati sulla riduzione del divario tra aree rurali e urbane nelle vaste regioni boschive svedesi, con il supporto dei sussidi governativi per l’inclusione digitale.

Anche l’Italia ha fatto passi da gigante

Anche l’Italia ha compiuto passi da gigante, con un aumento della disponibilità del 20,5% su base annua. I progressi sono stati alimentati da molteplici fattori:

  • la dismissione delle reti 3G,
  • la riorganizzazione dello spettro (inclusa la riallocazione della banda a 2100 MHz da parte di WindTre),
  • l’uso strategico dei fondi di ripresa dell’UE tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
  • e le riforme dell’aprile 2024 che hanno allentato le restrizioni sui campi elettromagnetici (CEM) per accelerare la costruzione delle infrastrutture.

Belgio, Regno Unito e Ungheria in ritardo

Al contrario, Belgio, Regno Unito e Ungheria continuano a essere indietro, con livelli di disponibilità del 5G inferiori alla metà rispetto ai paesi leader. In tutta l’UE, gli utenti di telefonia mobile hanno trascorso il 44,5% del loro tempo sulle reti 5G nel secondo trimestre del 2025, in aumento rispetto al 32,8% dell’anno precedente.

La politica, non la geografia, determina il divario

Mentre le strategie relative allo spettro e alle infrastrutture hanno accelerato la crescita del 5G in alcune parti d’Europa, le decisioni normative ne hanno ostacolato i progressi altrove. Nel Regno Unito, ad esempio, il Telecoms Security Act impone costosi programmi di “rip-and-replace” da parte dei fornitori entro il 2027. Ookla osserva inoltre che l’asta dello spettro del 2021 nel Paese non prevedeva obblighi vincolanti di copertura 5G, poiché gli operatori hanno aderito alla Shared Rural Network, un programma incentrato maggiormente sull’espansione del 4G che sull’implementazione di nuova generazione. Queste scelte politiche, aggravate dai deficit di finanziamento post-Brexit, hanno frenato il progresso del 5G.

Frammentazione del 5G dovuta più a norme che a geografia

La frammentazione del 5G in Europa è meno legata alla geografia e più all’attuazione normativa. Ookla ha scoperto che le tempistiche di allocazione dello spettro, gli obblighi di copertura, i meccanismi di finanziamento e la regolamentazione delle infrastrutture hanno una correlazione più forte con la disponibilità del 5G rispetto alla densità di popolazione, al numero di operatori o ai tassi di urbanizzazione.

Questo divario, determinato dalle politiche, è evidente nei numeri:

• Danimarca: 83,9% di disponibilità del 5G

• Svezia: 77,8%

• Grecia: 76,4%

Rispetto a:

• Regno Unito: 45,2%

• Ungheria: 29,9%

• Belgio: 11,9%

5G Standalone: tutti in ritardo, tranne la Spagna

Per quanto riguarda il 5G Standalone (SA), una versione completamente virtualizzata e cloud-native del 5G, tutta l’Europa sta ancora cercando di recuperare terreno. Ookla ne definisce l’adozione “lenta”, ampliando il divario con Nord America e Asia, dove Stati Uniti e Cina vantano quote di mercato SA rispettivamente del 20% e dell’80%. (La GSMA concorda.)

Guardando al futuro: la regolamentazione determinerà il successo o il fallimento delle ambizioni 5G dell’Europa

“Le persistenti disparità nella copertura 5G e i lunghi ritardi nell’armonizzazione della disponibilità dello spettro radio dimostrano che le prossime iniziative normative, come la DNA, dovranno affrontare un compito arduo per migliorare la competitività dell’Europa nell’implementazione del 5G”, ha concluso Luke Kehoe di Ookla.

Tuttavia, i paesi che hanno adottato tempestivamente una strategia per lo spettro radio e adottato politiche basate sui dati dimostrano che il successo è possibile, anche quando si trovano ad affrontare sfide geografiche o demografiche. Poiché l’allocazione dello spettro e il finanziamento emergono come fattori determinanti, la traiettoria del 5G in Europa potrebbe dipendere meno da limitazioni tecniche e più dalla volontà politica.

La policy della Commissione Ue

Da una prospettiva politica, la Commissione Europea ha posto il 5G al centro della sua strategia di competitività, collegando strettamente la disponibilità della copertura, l’assegnazione tempestiva dello spettro e la diversificazione dei fornitori all’aumento della produttività e all’autonomia strategica. L’agenda politica dell’UE per il 5G sta convergendo su tre imperativi chiave: semplificare la distribuzione delle infrastrutture attraverso iniziative come il Gigabit Infrastructure Act (GIA) e il prossimo Digital Networks Act (DNA); sovvenzionare la ricerca e sviluppo di frontiera attraverso programmi come CEF Digital e SNS-JU; e ridurre i rischi nelle catene di fornitura dei fornitori attraverso il Security Toolbox e il supporto per la RAN aperta.

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