Il fondo degli oceani è ormai il nuovo teatro della competizione globale. Chi controlla i cavi sottomarini, controlla i dati. E chi controlla i dati, in ultima analisi, esercita potere sul mondo.
La centralità di queste infrastrutture digitali, vere e proprie arterie dell’economia moderna, le rende allo stesso tempo estremamente strategiche e profondamente vulnerabili. Basta un singolo guasto, o peggio, un sabotaggio mirato, per innescare conseguenze economiche devastanti.
Parliamo di una rete “invisibile” dal valore stimato in oltre 10.000 miliardi di dollari, che non solo sostiene il traffico internet globale, ma abilita pagamenti finanziari, comunicazioni istituzionali e operazioni critiche per ogni settore.
Uno scenario che spinge le grandi potenze come Stati Uniti, Cina e India ad abbandonare logiche cooperative in favore di strategie più nazionaliste e autarchiche, mirate a costruire reti proprietarie, resilienti e, soprattutto, sotto controllo sovrano.
Il Wavelength Forum riunisce il Quad
È da qui che parte il messaggio lanciato dal Wavelength Forum, svoltosi il 16 luglio 2025 a Nuova Delhi, con la partecipazione di rappresentanti dei governi, delle industrie e dei partner del Quad (Quadrilateral Security Dialogue): India, Stati Uniti, Giappone e Australia. Il Summit è stato un passo importante verso la consapevolezza che una prossima crisi globale potrebbe iniziare non sulla terraferma, ma proprio in fondo al mare.
L’India al centro della rete globale
L’India è oggi uno degli attori principali nel panorama digitale globale: da sola, genera il 20% del traffico internet mondiale. Ma per sostenere questa crescita serve un’infrastruttura più solida, più ampia e soprattutto più sicura.
Durante il forum, organizzato nell’ambito del programma statunitense “CABLES”, oltre 70 partecipanti hanno discusso strategie per ampliare la rete di cavi sottomarini connessi al subcontinente, riformare i meccanismi normativi, velocizzare i permessi e rafforzare la capacità di manutenzione e riparazione. Ma soprattutto, si è parlato di come difendere queste infrastrutture critiche da minacce crescenti come attacchi informatici, danneggiamenti accidentali e sabotaggi deliberati.
Cresce il mercato, cresce la vulnerabilità
La domanda di cavi sottomarini sta esplodendo. Secondo Analysys Mason, gli investimenti in questo settore cresceranno da 7,96 miliardi di dollari nel 2023 a quasi 10 miliardi nel 2029. Ma il dato più impressionante arriva da Markets and Markets, che prevede una crescita del mercato da 18,2 miliardi nel 2024 a 29,7 miliardi di dollari nel 2029.
I motivi sono molteplici: l’espansione del cloud computing, l’esplosione dell’intelligenza artificiale, l’arrivo del 5G e dell’Internet of Things, e persino il trasporto di energia elettrica, ad esempio da impianti eolici offshore.
La risposta americana, messa al bando delle tecnologie cinesi
A confermare la rilevanza strategica dei cavi sottomarini arriva anche l’azione imminente della Federal Communications Commission (FCC) statunitense, che a breve voterà una proposta di regolamento per vietare la partecipazione di aziende cinesi alla costruzione di nuovi cavi che approdano negli Stati Uniti. L’obiettivo è ridurre il rischio di spionaggio da parte di Pechino, proteggendo l’infrastruttura da minacce sia fisiche sia informatiche.
Come ha dichiarato Brendan Carr, presidente della FCC: “I cavi sottomarini sono gli eroi silenziosi delle comunicazioni globali. Abbiamo visto minacce crescenti da parte di avversari stranieri, come la Cina. Stiamo quindi intervenendo per proteggere questi collegamenti da proprietà e accessi esteri ostili.”
Il provvedimento colpirà aziende già presenti nella lista nera americana per la sicurezza nazionale, come Huawei, che ha fornito in passato apparecchiature per cavi sottomarini tramite la consociata HMN Tech. Anche se Huawei ha ceduto la propria divisione dedicata, il governo statunitense continua a considerare il gruppo una minaccia.
Come rendere più sicura la rete globale
Durante il Wavelength Forum, gli esperti hanno sottolineato la necessità di rendere le infrastrutture più robuste e reattive. Come ha spiegato Sharat Sinha, CEO di Airtel Business, servono almeno tre cavi per ogni rotta critica. Si punta su nuove tecnologie come lo spatial division multiplexing, che raddoppia la capacità dei cavi, sulla creazione di reti ibride che combinano fibra terrestre e cloud, e sull’aumento della flotta di navi riparatrici, oggi appena 22 in tutto il mondo, di cui solo due statunitensi. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di sensori acustici per il monitoraggio in tempo reale è una delle soluzioni più promettenti per prevenire guasti o danni intenzionali.
La rete indipendente dei BRICS
Mentre il Quad lavora per rafforzare le sue infrastrutture condivise, anche i Paesi BRICS, di cui la stessa India fa parte, stanno sviluppando un progetto strategico per costruire i propri cavi sottomarini.
L’obiettivo è aumentare l’autonomia digitale, ridurre la dipendenza dalle rotte controllate da attori occidentali, garantire costi più bassi e maggiore sicurezza regionale.
Il progetto, lungo 34.000 km, collegherà tutti i Paesi membri. Proposto per la prima volta nel 2012 e abbandonato nel 2015, è stato rilanciato nel 2025 con forza in un contesto di crescente competizione geopolitica.
La nuova geopolitica delle profondità marine
Jorgan Andrews, rappresentante USA a Nuova Delhi, ha dichiarato: “Il Wavelength Forum dimostra la forza della partnership tra Stati Uniti e India. Insieme lavoriamo per rafforzare una connettività sicura, promuovere l’innovazione e sostenere la crescita economica nell’Indo-Pacifico.”
Il forum si è chiuso con un impegno condiviso: costruire un ecosistema digitale sicuro, resiliente e cooperativo, capace di resistere non solo ai guasti tecnici, ma anche alle tensioni geopolitiche e alle sfide del futuro.
Il futuro digitale del mondo si gioca a 6.000 metri di profondità.