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La Giornata Parlamentare. Zelensky a Roma incontra Mattarella e Papa Leone XIV, parte la Conferenza sull’Ucraina

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Al via a Roma la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina. Mozione Ursula: i Socialisti rientrano ma i partiti di Governo italiani vanno divisi. P. Berlusconi scuote Fi: stoppa la Ius Scholae e chiede un restyling del partito.

Al via a Roma la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina

Doveva essere l’appuntamento per dare impulso concreto alla rinascita dell’Ucraina a seguito di una tregua, ma con il cessate il fuoco che resta lontano la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma diventa occasione per il mondo di stringersi attorno a Kiev e ribadire il pieno appoggio occidentale a Volodymyr Zelensky. Giunto per l’occasione in Italia ha visto prima il Papa e poi Sergio Mattarella che ha confermato la “ferma posizione” di “pieno sostegno” dell’Italia all’Ucraina, sottolineando che “la sicurezza di Kiev si indentifica con la sicurezza europea”. Il leader ucraino sarà quindi accolto alla Nuvola dell’Eur da Giorgia Meloni, con la quale aprirà il vertice romano prima di partecipare da remoto al secondo atteso appuntamento del tandem di sostegno a Kiev: una call dei volenterosi con Emmanuel Macron e Keir Starmer collegati dal Regno Unito, per fare il punto sul tema urgente della difesa dagli attacchi russi, sempre più pesanti, su tutto il Paese invaso, con la partecipazione inedita da Roma anche dell’inviato Usa per l’Ucraina, il generale Keith Kellogg, come a indicare un rinnovato slancio americano a sostegno della lotta di Kiev dopo le tensioni tra Trump e Putin. 

Oltre alla premier e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, la due giorni romana vede impegnato tutto il Governo, pronto ad accogliere a Roma 5.000 partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative, 40 di organizzazioni internazionali, 2.000 aziende e rappresentati di autonomie locali e società civile e oltre 500 giornalisti accreditati che seguiranno i lavori articolati su quattro “dimensioni: imprenditoriale; umana; locale e regionale; riforme nel percorso di adesione all’Ue”. Partecipano ai lavori 50 tra Ministri e Capi di Stato e di governo, tra cui la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier polacco Donald Tusk che con Meloni e Zelensky apriranno la conferenza. L’organizzazione parla già di successo, sottolineando che i numeri del vertice romano superano quelli dei precedenti appuntamenti di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024). 

L’obiettivo vero è quello di annunciare impegni per l’Ucraina in termini di finanziamenti e di nuove intese tali da superare gli oltre 16 miliardi di euro di fondi per la ripresa dell’Ucraina incassati l’anno scorso in Germania; intanto, Antonio Tajani alla Camera ha anticipato il lancio di una nuova misura Simest da 300 milioni di euro a sostegno delle Pmi coinvolte nella ricostruzione dell’Ucraina. A tenere banco sarà anche il sostegno militare all’Ucraina: l’Ue sta valutando l’istituzione di un fondo da 100 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina, che potrebbe essere incluso nella proposta per il prossimo Bilancio Ue. Nel frattempo, si attendono fatti sulla ripresa delle forniture militari americane all’Ucraina, riattivate dopo la retromarcia di Donald Trump. Di fronte a questo quadro, gli occhi sono puntati sulla call dei volenterosi.

Mozione Ursula: i Socialisti rientrano ma i partiti di Governo italiani vanno divisi

Concretamente varrà poco o nulla, politicamente potrebbe essere un bivio di legislatura. A mezzogiorno, poco prima di salpare per le ferie estive, l’Eurocamera si riunirà per la mozione di sfiducia nei confronti di Ursula von der Leyen. Il blitz è stato ordito dal romeno Gheorghe Piperea, eurodeputato di Aur e dei Conservatori, ma in quella mozione, tuttavia, si è concentrata tutta la tensione che, da mesi, segna la maggioranza Ursula. L’accusa, da parte di VerdiSocialisti e Liberali, è ormai invariata: il Ppe, con la più classica della politica dei due forni, non tiene fede al patto europeista. L’ira dei Socialisti questa volta sembrava avere un seguito con una plastica astensione ma, dopo una lunga riunione serale, lo strappo con von der Leyen è rientrato: “Abbiamo ottenuto il Fondo Sociale” nel bilancio pluriennale, hanno spiegato fonti di S&D. Per la numero uno dell’esecutivo europeo è stato così scongiurato lo scenario di vedersi votare quasi compattamente a favore solo da Popolari e Liberali. I pontieri, alla fine, hanno avuto la meglio, ma in Aula, i Socialisti rischiano di perdere pezzi, qualcuno potrebbe comunque astenersi. 

È in Ecr che si annida invece una seconda sorpresa. I meloniani non hanno ancora sciolto le riserve ma l’ordine di scuderia, al momento, sarebbe quello di seguire l’indicazione di Nicola Procaccini. L’esito del voto di fiducia, quindi, potrebbe vedere FI, FdI, Pd con la maggioranza Ursula, M5S e Lega contro. I gruppi, ieri pomeriggio, hanno fatto nuovamente il punto. Nessuno si è sbilanciato, ciascuna delegazione attende la mossa dell’altra. Il no di FdI alla sfiducia dei sovranisti legherebbe a doppio filo Giorgia Meloni alla maggioranza Ursula e la spaccatura con la Lega in Europa sarebbe plastica. Dall’altra parte dell’emiciclo, i Socialisti, a lungo in bilico tra lo strappo (l’astensione) e il voto pro-Ursula: “Il nostro gruppo ha chiesto un segnale chiaro d’impegno e di conferma della maggioranza pro-europea a von der Leyen e ci aspettiamo questo segnale concreto prima del voto”, ha avvertito Elly Schlein. La segretaria del Pd si è fatta interprete della linea più intransigente all’interno di S&D ma, alla fine, il gruppo di Iratxe Garcia Perez, trascinato dalla compagine spagnola e governista, ha deciso di dare un’altra chance alla numero uno di Palais Berlaymont. 

P. Berlusconi scuote Fi: stoppa la Ius Scholae e chiede un restyling del partito

Loda la premier Giorgia Meloni e stoppa Antonio Tajani sullo Ius Scholae, chiede un netto cambio di rotta in Forza Italia e non esclude un suo impegno diretto nell’arena politica. È un Pier Silvio Berlusconi senza freni quello che interviene alla tradizionale presentazione dei palinsesti Mediaset; snocciola dati e analisi sui programmi tv, certo, ma soprattutto maneggia la materia politica con disinvoltura. E i suoi messaggi, sia quelli interni, rivolti agli azzurri, che quelli indirizzati a governo e opposizioni, riverberano fino a Roma, dove nei corridoi rimbalza l’ipotesi di una sua discesa in campo. Lui non la esclude, anche se per ora si dice “felicissimo” del suo ruolo di imprenditore: “Io ho 56 anni, mio padre è entrato in politica a 58”. La tentazione, che torna a intervalli quasi regolari, non manca di generare qualche tensione. Lo scossone si avverte soprattutto in Fi dove il segretario Antonio Tajani accoglie come “un’ottima cosa” l’ipotesi di un Berlusconi in politica: “Se e quando deciderà, sarà sempre un fatto positivo”, aggiunge il leader, sottolineando come le parole dell’imprenditore siano il segno di “interesse e sostegno della famiglia Berlusconi a Fi”. 

Nel frattempo, però, Berlusconi non rinuncia ai messaggi politici e, in primis, frena Tajani sullo Ius Scholae: condivide “in principio” il contenuto della pdl, ma esprime “perplessità su tempi e modi”, “Non mi sembra una necessità tra le prime per gli italiani”. Nelle fila azzurre, c’è chi legge queste parole sia come un modo per smarcarsi dalle voci che attribuivano l’accelerazione di FI a una spinta della famiglia Berlusconi, sia come una “critica aperta e aspra” diretta ai vertici per il metodo usato nella gestione della partita sulla cittadinanza. E, per più di qualcuno nel partito, la dichiarazione appare come “una pietra tombale” sulla pdl azzurra. A sottolineare la ‘bocciatura’ di Berlusconi, ci pensa anche il leader della Lega Matteo Salvini, che affonda: “Partita chiusa, tema archiviato, se ne occuperà semmai la sinistra fra trent’anni”; Tajani minimizza. Berlusconi immagina infatti Fi come “una forza liberale e moderata, che guarda al centro destra”, ma con “una spinta progressista” sui diritti. Poi l’appello sul restyling del partito: non mette in discussione la leadership, “Se non ci fosse Tajani bisognerebbe inventarlo”, spiega, ma poi aggiunge: “Questo però non vuol dire che non si possa fare meglio”. 

Caso Almasri, le opposizioni chiedono le dimissioni del Ministro Nordio

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, torna nell’occhio del ciclone per il caso Almasri. Le opposizioni chiedono le dimissioni del Guardasigilli, oltre che un’informativa della premier Giorgia Meloni in Parlamento. A riaccendere la polemica sono le carte del Tribunale dei Ministri di Roma, pronto a concludere le indagini sulla mancata consegna del generale libico Najeem Osama Almasri alla Corte penale internazionale da parte del Governo italiano. 

A quanto viene riportato, secondo gli atti al vaglio delle toghe, la capo di gabinetto di Nordio Giusi Bartolozzi era al corrente di quanto stava accadendo e diede indicazioni ai magistrati del Dipartimento degli affari di giustizia (Dag) di parlarsi con cautela. La circostanza smentirebbe il Ministro Nordio che aveva detto che soltanto lunedì 20 gennaio l’Ufficio era stato avvisato dell’arresto del criminale libico. Le opposizioni non ci stanno e chiedono in coro le dimissioni di Nordio. Intanto, prima alla Camera e poi al Senato Pd, M5S, Avs, +Europa e Italia viva hanno chiesto un’informativa del Ministro della Giustizia e, quindi, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Chiarimento che, però, non sarà imminente: “Non sarà domani, il governo sta valutando. Ci vuole tempo a organizzare un’informativa”, chiarisce il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani

Alla Camera

Dopo che ieri il governo ha posto la questione di fiducia, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 12.20 per l’approvazione del decreto-legge infrastrutture

Per quanto riguarda le Commissioni, la Esteri, con la rispettiva del Senato, ascolterà Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni unite per i rifugiati. La Finanze si confronterà sul decreto fiscale. La Lavoro svolgerà delle audizioni sull’Atto Ue per il sostegno ai lavoratori la cui espulsione dal lavoro sia imminente in imprese in fase di ristrutturazione. La Affari Sociali esaminerà il ddl per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria. La Agricoltura svolgerà alcune audizioni sull’Atto Ue sul sistema di condizionalità, i tipi d’intervento sotto forma di pagamenti diretti, i tipi d’intervento in determinati settori, lo sviluppo rurale. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per proseguire il dibattito sul ddl per una legge quadro in materia di interporti. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl per la semplificazione delle attività economiche, sul ddl per l’elezione del sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e sul ddl di modifica dell’Intesa con la Tavola valdese. La Giustizia si confronterà sul ddl per il contrasto alla violenza sulle donne, sul ddl sul reato di manipolazione mentale, sul ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, sul ddl in materia di successioni, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sull’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini e sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli. 

La Politiche dell’Ue esaminerà l’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio dibatterà sul decreto-legge per il finanziamento delle attività economiche e delle imprese. La Finanze svolgerà delle audizioni sul dlgs in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. La Culturaesaminerà il ddl per l’accesso alla docenza universitaria. La Ambiente dibatterà sul ddl di riforma della RAI e, con la Industria, svolgerà delle audizioni sul ddl per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

La Affari Sociali esaminerà il ddl sulla retribuzione dei lavoratori, i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare, il ddl per la prevenzione e cura dell’obesità, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, il ddl sulla sicurezza del lavoro nelle scuole e per la tutela delle vittime amianto, il ddl per il potenziamento della medicina di genere, il ddl per l’istituzione della giornata nazionale prevenzione melanoma e il ddl sulle barriere architettoniche nelle case rifugio.

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