La Global Minimum Tax era nata, faticosamente, con l’accordo in sede Ocse di 137 Paesi nell’ottobre del 2021, proprio per far pagare in modo, chirurgico, le imposte alle Big Tech USA negli altri Stati del mondo, perché non era più tollerabile la loro elusione fiscale.
La Global Minimum Tax, che cos’è?
La Global Minimum Tax è stata introdotta nel 2024 per tassare, quindi, almeno al 15% i profitti delle grandi multinazionali con fatturato superiore a 750 milioni di euro in ogni Paese in cui operano, se la tassa è stata accettata. Nelle giurisdizioni in cui l’azienda non raggiunge un’aliquota del 15%, è prevista una tassa aggiuntiva per soddisfare questo minimo.
L’Italia è uno dei Paesi Ocse ad avere nel proprio ordinamento i principi della global minimum tax, in vigore dal primo gennaio 2024, e sempre nel nostro Paese dal 2019 si applica la web tax sui servizi digitali dalla quale lo Stato incassa ogni anno 500 milioni di euro.
Cosa è stato deciso al G7?
Ecco perché sembra una beffa l’accordo raggiunto al G7: le aziende Usa non dovranno pagare più la global minimum tax al 15% nei Paesi del G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, UK, ovviamente negli Stati Uniti e anche nell’Unione Europea).
Se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non avesse spiegato il motivo dell’”onorevole compromesso”, si sarebbe potuto gridare allo scandalo geopolitico. Invece no.
La contro-tassa di Trump era già pronta per penalizzare le imprese italiane che investono negli USA
Gli altri Paesi del G7 hanno accettato di cancellare la global minimum tax alle aziende Usa perché, altrimenti, sarebbe scattata negli Stati Uniti una contro-tassa, la “Revenge Tax”, la vendetta fiscale, che avrebbe colpito con un’imposta del 20% i redditi dei cittadini e delle imprese stranieri, quindi anche dell’Italia.
Trump aveva battezzato la contro-tassa “One Big, Beautiful Bill (OBBBA)”.
Ecco spiegate allora le parole del ministro Giorgetti: “L’accordo formalizzato in sede G7 sulla global minimum tax è un compromesso onorevole trovato con l’amministrazione americana che protegge le nostre imprese dalle ritorsioni automatiche originariamente previste dalla clausola 899 dell’Obbba all’esame del Senato Usa. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione e favorire il dialogo”.
E al Senato Usa One Big, Beautiful Bill Act è stata subito cancellato
Secondo le stime congiunte del Dipartimento del Tesoro e del Joint committee on taxation, l’accordo permetterebbe agli Stati Uniti di evitare una perdita di oltre 100 miliardi di dollari di base imponibile nei prossimi anni.
Ora, Trump punta anche a bloccare la Web Tax. In bilico per lo Stato italiano 500 milioni l’anno?