Starlink sui treni italiani ce lo porta Icomera
Il servizio di connessione satellitare Starlink a bordo dei treni italiani annunciato dal ministro Salvini potrebbe divenire presto un’offerta commerciale e sarà eventualmente attivato da Icomera, rivenditore autorizzato da SpaceX. Una buona notizia per chiunque abbia mai lottato con un Wi-Fi instabile durante un viaggio in treno, ma un ennesimo grattacapo per il Governo italiano in termini di opportunità politica.
Dopo il botta e risposta del ministro Urso con Stroppa, il referente in Italia di Elon Musk, e le forti perplessità sollevate dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rimangono i dubbi sull’impiego di Starlink in Italia, almeno per quel che riguarda il settore della Difesa e delle Forze Armate, ma è di queste ore il possibile impiego sugli F35 italiani.
Sui treni del Gruppo Ferrovie dello Stato (GFS), comunque, sembrerebbe avviata la sperimentazione anche con l’azienda di Elon Musk per avere il Wi-Fi sui convogli, con i satelliti di Starlink e con le tecnologie brevettate di Icomera, come ad esempio l’aggregazione di link SureWAN.
Come funziona?
Starlink utilizza una rete di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO), che consente di fornire connettività con latenze inferiori ai 40 millisecondi e una velocità media compresa tra i 200 e i 400 megabit al secondo per terminale.
Icomera integrerà questa tecnologia con il proprio sistema brevettato SureWAN, progettato per aggregare più fonti di connettività—satellitare, cellulare o da reti lungo i binari—in modo simultaneo e adattivo.
Il sistema seleziona dinamicamente la rete più adatta in base a parametri quali posizione, orario e domanda di traffico.

Prestazioni sui treni comparabili con le reti urbane ad alta capacità
L’accordo si inserisce in un contesto in cui Icomera ha già condotto negli ultimi anni prove tecniche con la connettività LEO su treni operativi in Nord America ed Europa.
I risultati preliminari hanno mostrato prestazioni comparabili a quelle di connessioni urbane ad alta capacità, anche in contesti rurali.
Dal punto di vista operativo, si legge sul sito web aziendale, l’integrazione della connettività satellitare è destinata a supportare anche applicazioni interne come il monitoraggio in tempo reale dei sistemi di bordo, la diagnostica da remoto e la gestione delle comunicazioni interne al treno.
Le prime installazioni commerciali sono partite in questi mesi. L’accordo rappresenta un passo verso l’adozione su larga scala di soluzioni ibride per la connettività ferroviaria, che combinano più tecnologie per rispondere alle esigenze di copertura e continuità del servizio.
La connettività satellitare alla prova delle gallerie
Come anticipato, la connettività sui treni assicurata dal Gruppo, almeno sulla carta, ma non è mai certa. Lavorare o studiare su un treno rimane un’esperienza incerta. Diversi i problemi pratici e tecnici che rendono difficile navigare su internet in un treno in corsa.
Molte delle aree attraversate dalle nostre ferrovie per viaggi ad alta velocità sono scarsamente o per niente coperte dal segnale (dalle aree cosiddette grigie a quelle bianche), la velocità del treno è tale che il passaggio da una cella all’altra rende instabile la connessione.
Il problema più grande, però, come ha spiegato Aldo Fontanarosa in un articolo su La Repubblica, rimangono le gallerie (tra Bologna e Firenze, ad esempio, si percorrono sottoterra più di 80 km).
La domanda di base è: ma il segnale satellitare reggerà la prova delle gallerie? Come ha spiegato Fontanarosa, il sistema di connettività è misto: per i binari all’aperto non ci sono problemi, ma la parte sotterranea, come si cerca di fare già oggi, dovrà esser servita da ripetitori installati dalle società di telecomunicazione.
In questo il 5G sarà fondamentale (il 6G ancora di più). Icomera offre a GFS un “sistema multisim” sui Frecciarossa, che consente di tenere il segnale di tutte le società di telecomunicazioni e oggi mette sul piatto anche il satellite di Starlink.