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Via libera del Ministero dell’ambiente al Ponte sullo Stretto. Esulta Salvini
Arriva il via libera definitivo del Ministero dell’Ambiente al Ponte sullo Stretto. La Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale aveva ancora dei punti sospesi su cui attendeva della documentazione e ora ha dato l’ok finale al progetto esecutivo che potrà così passare all’esame del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che riunisce tutti i Ministri economici coinvolti. Dopo il Cipess, che potrebbe tenersi in un paio di settimane, può poi partire la fase operativa. Il via libera viene salutato favorevolmente dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ma fa anche salire nuovamente la polemica, con il deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli che ha annunciato esposti all’Ue e alla magistratura.
La Commissione Via, composta da esperti dei vari settori, aveva sospeso il giudizio, decidendo di approfondire l’incidenza ambientale di tre specifici siti del progetto, siti considerati inizialmente a rischio di impatto non mitigabile. La società Stretto di Messina ha quindi fornito ulteriore documentazione e, dopo il nuovo esame, è arrivata l’approvazione finale. “E’ una notizia di straordinaria importanza, un altro fondamentale passo in avanti”, ha commentato Matteo Salvini che solo qualche giorno fa aveva assicurato l’avvio dei cantieri entro l’estate e concordato il piano anti-mafia con il collega degli Interni Matteo Piantedosi con l’obiettivo di mettere a punto misure specifiche fin dall’inizio, a partire dagli espropri.
La Lega in pressing sul terzo mandato: Fedriga vedrà Meloni
La Lega non demorde sul terzo mandato, e si prepara ad affrontare, con Massimiliano Fedriga, l’incontro con la premier Giorgia Meloni. Il presidente del FVG la incontrerà a Palazzo Chigi, per recuperare il confronto saltato a Venezia per la febbre della leader. Il leghista proverà a sbloccare la crisi della sua Giunta, in standby da domenica dopo il ritiro delle deleghe degli assessori della Lega e di Forza Italia. Fedriga ha annullato ogni impegno istituzionale, tra le proteste delle opposizioni che chiedono che riferisca in Consiglio. Al momento sembra più remota l’opzione di una sfiducia, più probabile un rimpasto di giunta per sanare la crepa. Ma all’orizzonte resta il nodo, più intricato, il divieto di un terzo mandato per i governatori che di certo non va giù a Luca Zaia. Ma nemmeno a Maurizio Fugatti: in serata il presidente della Provincia autonoma di Trento, con un decreto, redistribuisce le competenze fra gli assessori e toglie le deleghe a Francesca Gerosa di FdI, che era sua vice e assessora.
Continua, invece, a ridimensionare Matteo Salvini: “Se il centrodestra ci darà ragione, sarò contento perché bisognerà fare in modo che siano i cittadini a scegliere”, si limita a dire a Foggia, parole da cui affiora l’equilibrismo nei rapporti con gli alleati e la consapevolezza che sia difficile strappare qualcosa, dopo che il Governo ha impugnato alla Consulta la legge trentina sul terzo mandato, con il no della Lega e sapendo benissimo che gli alleati sono molto meno sensibili alla questione. La più definitiva appare FI: è discorso chiuso, dice tra le righe il portavoce azzurro Raffaele Nevi, “Non ci sono cambiamenti per quanto ci riguarda”, convinto che il limite dei due mandati “per tutte le regioni, anche a statuto speciale”, serva.
Il forzista risponde così, indirettamente, alla sponda tentata da FdI (in attesa della decisione della Corte costituzionale che si può immaginare arriverà non prima di settembre e forse anche oltre) e all’apertura più esplicita fatta da Matteo Piantedosi. Conferma che “è una discussione legittima che andrà composta in sede politica” e ricorda che c’è stata “l’ampia disponibilità di tutti a separare la questione tecnico- giuridica” da una riflessione più ampia e politica. D’accordo il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Io non sono contrario in assoluto e anche nel caso specifico penso che una riflessione sia solo positiva”. Ad ogni modo la questione è puramente politica e riguarda principalmente la Lega che ha interessi a mantenere la guida di Veneto, FVG e Lombardia.
Alla Camera Foti chiarisce: la revisione del Pnrr non ferma i cantieri
Nessun cantiere sarà fermato, nessuna tratta ferroviaria verrà sospesa e nessun intervento sarà cancellato. Il Ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Tommaso Foti assicura che la nuova revisione del Piano di rilancio non ne riduce l’ambizione ma serve proprio a garantire la puntualità degli obiettivi e delle rate connesse, a partire dalla prossima: nessun progetto verrà lasciato indietro, a cominciare da quelli sulle ferrovie che, sebbene difficili da completare entro la scadenza del 2026, verranno riscadenzati e rifinanziati in altro modo, ha detto Foti presentando la revisione alla Camera. Il Ministro ha precisato che le modifiche apportate non rappresentano un’anomalia, ma sono previste dal regolamento Ue. L’obiettivo è rimodulare le risorse già previste, per tener conto di situazioni impreviste che rendono alcuni interventi irrealizzabili entro la scadenza di giugno 2026, come quello del Terzo Valico dei Giovi, che a causa dei problemi geologici “non imputabili al Governo”, sottolinea Foti, si è dovuto fermare. Ora è ripartito, in sicurezza, ma la scadenza di giugno 2026 non sarà rispettata.
Il Ministro ha ricordato che già nel piano originario del 2021 era prevista una sinergia tra le risorse del Pnrr e quelle stanziate dal contratto con FS, per un totale di 24,5 miliardi del Pnrr a fronte di opere dal costo complessivo di 51,4. Ed ha chiarito che non vi sarà alcuno spostamento di fondi dalle regioni del Sud verso quelle del Nord: “All’Alta velocità del Nord restano 8,6 miliardi, come previsto. Mentre la linea Napoli-Bari vede un incremento da 1,254 miliardi a 2,188, e la Palermo-Catania passa da 799 milioni a 1,280 miliardi”. Non ci sarà nemmeno un impiego dei fondi verso scopi militari, anche perché le regole non lo consentono.
Sui fondi dirottati dalle colonnine di ricarica agli incentivi per le auto elettriche Foti ha voluto “fare chiarezza”: l’Italia ha un parco auto elettriche piuttosto piccolo, a fronte di un tasso di colonnine ogni 100 auto superiore a Francia e Germania. Per questo il Governo ha pensato di “riequilibrare” puntando sugli incentivi per 39mila auto elettriche che abbatterebbero anche 58mila tonnellate di co2. A sostegno della linea del Governo, la Camera ha approvato una risoluzione di maggioranza che chiede di mantenere inalterata l’ambizione originaria del Pnrr. Le risorse eventualmente liberate dovranno essere reindirizzate verso misure già previste, ma caratterizzate da un’elevata domanda: transizione 5.0, decarbonizzazione, autonomia energetica, occupazione giovanile, formazione e innovazione. Il testo impegna inoltre l’esecutivo a rispettare gli obiettivi trasversali del piano: parità di genere, crescita dell’occupazione giovanile, riequilibrio territoriale e pieno sostegno al Mezzogiorno, cui deve continuare a essere destinato almeno il 40% delle risorse. Infine, per gli interventi eventualmente esclusi dalla revisione del Piano si chiede al Governo di trovare strumenti alternativi per garantirne il completamento.
La maggioranza boccia le mozioni delle opposizioni su Gaza
L’attacco dell’Idf contro una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue a Jenin potrebbe determinare un cambiamento della posizione del Governo italiano nei confronti di Israele, cui l’esecutivo ieri chiede esplicitamente e ufficialmente di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di aprire “immediatamente” i varchi per far entrare gli aiuti umanitari. Ieri mattina le forze di sicurezza israeliane (che poi si sono scusate) hanno sparato in aria quando la delegazione di diplomatici e la stampa al seguito si sono avvicinati alla sbarra di ferro installata all’ingresso orientale del campo profughi. Nessuno è rimasto ferito. Tra i diplomatici c’era anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino che il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha sentito al telefono. Il Governo, è stato spiegato, vuole avere “chiarimenti ufficiali” su quanto accaduto a Jenin ma anche discutere, più in generale, della “drammatica situazione” nella Striscia di Gaza.
Già nei giorni scorsi la linea di estrema cautela verso Israele aveva visto, almeno nelle dichiarazioni, un cambiamento: sia Giorgia Meloni alla Camera che Tajani a una iniziativa di FI a Noto avevano detto di “non condividere le ultime scelte” del Governo Netanyahu. Ciò nonostante, proprio martedì l’Italia al Consiglio Esteri-Difesa dell’Ue aveva votato contro alla proposta di “revisione” dell’accordo di associazione Ue-Israele (a favore si è espressa una maggioranza di 17 Paesi membri). E ieri mattina alla Camera la maggioranza ha respinto le mozioni delle opposizioni: quella di Pd, M5S e Avs chiedeva tra le altre cose al Governo di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico” ma anche di “intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano Carri di Gedeone” e di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”.
Poi sono arrivati i fatti di Jenin e la divergenza di vedute rispetto a Gerusalemme appare adesso più ampia: nell’incontrare l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia non solo ha contestato il comportamento “inaccettabile” dell’Idf ma ha chiesto anche di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di “aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese” che è “essa stessa vittima dei terroristi di Hamas” e dunque “non può più essere coinvolta negli attacchi” dell’esercito.
Alla Camera
Dopo che ieri sono state approvate le mozioni su Gaza e la risoluzione sul Pnrr, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. L’aula di palazzo Montecitorio tornerà a riunirsi domani alle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto cittadinanza e, con la Giustizia, si confronterà sul decreto in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. La Affari Esteri ascolterà i rappresentanti di Save the Children Italia sull’impegno dell’Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni. La Cultura ascolterà i rappresentanti di Google Italia sulle risoluzioni sulla tutela del diritto d’autore con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie e svolgerà alcune audizioni sulla pdl in materia di tutela del diritto d’autore relativo alle fotografie.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà alle 10.00 per ascoltare le Comunicazioni del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti in ordine alla revisione degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl sull’elezione del Sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e, con la Giustizia, si confronterà sul ddl sulle funzioni della Corte dei conti e sulla responsabilità amministrativa. La Giustizia dibatterà sul decreto-legge per il differimento del termine in materia di responsabilità erariale, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sul ddl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sul ddl in materia di responsabilità dei revisori legali, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sul ddl in materia di successioni, sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello, sui ddl relativi ai consulenti tecnici d’ufficio. La Ambiente svolgerà delle audizioni sul ddl per la sicurezza delle attività subacquee.
La Affari Sociali dibatterà sul ddl sulla medicina di genere. Esaminerà lo schema di decreto legislativo per la prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, il dlgs sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sui permessi per lavoratori affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica, il ddl sulla sicurezza del lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, il ddl sulla retribuzione dei lavoratori, i ddl sulla salute mentale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico, i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare e il dl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale.